‘Ndrangheta Invisibile. ”La Camera” del Potere criminale
AMDuemila 26 Maggio 2021
In esclusiva a “Mappe Criminali” un pentito racconta la struttura dirigenziale occulta della ‘Ndrangheta
“Ci hanno sempre descritto la ‘Ndrangheta come una mafia di straccioni. Quindici anni fa si diceva addirittura che non esisteva”. Sono state queste le parole di apertura della trasmissione del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, il quale ha voluto sottolineare come negli anni “abbiamo dato un vantaggio incredibile alla ‘Ndrangheta” che, come ha poi detto il conduttore Daniele Piervincenzi “è come il Diavolo: è presente ma ci ha fatto credere che non esiste”.
Negli anni la mafia calabrese si è fatta strada partendo dai sequestri di persona degli anni ’70, fino a giungere da protagonista nella capitale finanziaria dell’Italia, Milano.
“Era necessario prendere Milano, economicamente parlando sto dicendo, perché poi da qui si sarebbe potuto prendere tutta Italia” e “creare poi un ponte con l’estero”. Ad assicurarlo, intervistato, un ex uomo di vertice di una delle più importanti famiglie della ‘Ndrangheta, che avrebbe personalmente guidato la conquista di Milano a partire dagli anni ‘80. Rispondendo alle domande di Piervincenzi, intervallate nel servizio, è lui a descrivere la composizione della super-struttura occulta dirigenziale superiore alla ‘Santa’, chiamata “La Camera”, di cui farebbero parte, “‘Ndranghetisti, Forze dell’Ordine e uomini dello Stato”, la quale avrebbe anche il potere di “decidere le scelte del Paese”.
Ma come ha fatto la ‘Ndrangheta ad arrivare così in alto?
La risposta è nel traffico di cocaina. “Abbiamo fatto una furbata, abbiamo pagato i primi carichi di droga con i soldi dei sequestri che avevamo in cassa” ha detto l’ex ‘ndranghetista, sottolineando che nei sequestri “noi avevamo il generale Delfino. Era lui che ci indicava chi dovevamo sequestrare, faceva lui le trattative, si pigliava il suo miliardo e poi ci diceva ‘spostatelo lì’, faceva il blitz e lo liberava”.
E ancora “siamo arrivati al punto che i narcos si sono assoggettati a noi” perché avevamo la potenza “di portare l’eroina in America e poi prendere la cocaina da loro”.
Su questo punto è intervenuto anche il procuratore Gratteri, il quale ha ribadito come la ‘Ndrangheta sia l’unico acquirente che “riesce a pagare un chilo di cocaina a mille euro” mentre per tutti gli altri “il prezzo è di milleottocento euro”.
Nel corso del servizio Daniele Piervincenzi ha spiegato anche come il traffico di droga non sia solo uno strumento di guadagno estremamente redditizio ma anche di controllo, in quanto ci sono aree urbane la cui economia si basa solo e unicamente sullo spaccio di droga.
Zone come Buccinasco, Cesano Boscone e Corsico (tutte cittadine dell’hinterland Milanese) oltre ad essere usate come centri di smistamento della cocaina ospitano anche le potenti famiglie di ‘Ndrangheta dei Barbaro, dei Sergi e Papalia.
Luoghi in cui, contrariamente all’apparenza, si respira la stessa ‘Ndrangheta di Platì.
A Reggio Calabria però con il processo Gotha il velo sulla ‘Ndrangheta invisibile è stato svelato.
Un processo lungo, che vedrà oggi la conclusione della requisitoria da parte del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.
Dalle inchieste e nel dibattimento è emerso come la città sullo stretto è il regno del clan De Stefano, la famiglia che da più di mezzo secolo governa la città dello Stretto e che ha visto l’avvocato Giorgio De Stefano condannato come elemento di vertice di una struttura segreta dei clan interposta tra la ‘Santa’ e ‘La Camera’, chiamata ‘Direzione Strategica’. Un organismo composto da persone affrancate dalla struttura visibile della ‘Ndrangheta il cui compito è quello di dialogare con la massoneria, la politica, lo Stato e la Chiesa.
A processo è imputato anche l’avvocato Paolo Romeo (già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa) che secondo gli inquirenti sarebbe l’eminenza grigia della politica calabrese e reggina da quasi mezzo secolo.
Intervistato durante la trasmissione, l’avvocato si è difeso asserendo che non esiste una struttura unitaria che guida la ‘Ndrangheta “poiché non esiste una ideologia”.
Verso la fine del servizio sono stati mostrati i quartieri più degradati di tutto il sud d’Italia, quelli di Arghillà, periferia popolare di Reggio Calabria. Questo è uno dei quartieri dove uomini, donne e bambini anch’essi invisibili, vendono sacrificati sull’altare del profitto. Perché chi non ha niente da perdere è disposto a tutto per sopravvivere. Ed anche così che si manifesta il potere.