‘Ndrangheta e servizi, l’ipotesi di un patto negli anni 2000. E il ruolo del «semplicissimo» commercialista
L’intercettazione cult a casa del boss Pelle alla vigilia del Blitz “Crimine-Infinito” e il ruolo di Zumbo. La rivelazione a Report: «Conoscevo Mancini, ma anche tre quarti delle forze dell’ordine»
Pubblicato il: 22/11/2021 – 14:21
REGGIO CALABRIA Il rapporto tra servizi segreti e ‘ndrangheta, negli ultimi venti anni, è passato attraverso figure cerniera che hanno messo in contatto il “mondo di sotto” delle cosche e il “mondo di sopra” delle istituzioni. Questa sera, l’inchiesta di Report affronterà uno dei (tanti) angoli oscuri nella storia dell’evoluzione dei clan calabresi. Intrecci che si propongono spesso nella storia giudiziaria della lotta alle cosche. E che, in almeno un caso, hanno portato all’emissione di una sentenza definitiva. Uno dei soggetti principali di raccordo è il commercialista di Reggio Calabria Giovanni Zumbo. «Io sono un semplicissimo commercialista», dice l’uomo incontrando l’inviato Giorgio Mottola. Sarà anche «semplicissimo», Zumbo, ma ha appena finito di scontare 11 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. Grazie ai suoi rapporti con i livelli più alti dei servizi segreti italiani, sarebbe riuscito a pilotare gli arresti dei capicosca avversari e a passare soffiate sulle indagini in corso a capimafia del calibro di Giuseppe Pelle, ai vertici della ‘ndrangheta di San Luca.
L’incontro «non casuale» con il boss Pelle»
Questo, per il professionista è quello che «dicono loro (cioè la magistratura, ndr)» ma «tra quello che dicono e la realtà ce ne passa». Zumbo prova a svicolare riguardo al suo incontro con il boss della Locride: «A Reggio Calabria ci conosciamo tutti, è un piccolo paese». Ma ammette: «Non l’ho incontrato casualmente, dicendolo offenderei la vostra intelligenza e soprattutto la mia». Il punto è che la vicenda che la Dda di Reggio Calabria ha ricostruito riguardo al boss Pelle potrebbe essere la prova di un accordo stipulato negli anni 2000 tra la ‘ndrangheta e una parte dello Stato.
Informazioni riservate in dono per il capomafia
Nell’estate del 2010 stanno per scattare gli arresti dell’inchiesta “Crimine-Infinito”, una delle più importanti indagini tra quelle che hanno colpito la ‘ndrangheta che per la prima volta ricostruisce organigrammi e struttura della mafia calabrese. Pochi giorni prima che sia resa pubblica, Giovanni Zumbo sale in Aspromonte e va a fare visita al boss Giuseppe Pelle con in dono informazioni riservatissime. Segue un’intercettazione diventata di culto, che Report fa ascoltare dalla viva voce dei protagonisti, Zumbo e Pelle.
«Ho fatto parte di… e faccio parte di un sistema che è molto molto più vasto di quello che… Ma le dico una cosa: molte volte mi trovo a sentire determinate porcherie che a me mi viene il freddo!».
«Li deve sopportare, no?».
«Ci sono i servizi militari, che sono solo militari. Cioè non possono entrare persone che non sono militari. Io faccio parte comunque di questa come esterno».
«Ho conosciuto Mancini, e allora?»
Che Zumbo fosse in contatto con il Sismi è stato confermato a processo dall’allora capocentro a Reggio Calabria del Servizio militare, che ha spiegato di aver avuto l’autorizzazione dal suo superiore, Marco Mancini (nella foto sopra; all’epoca numero due dei Servizi). Il commercialista prova a sminuire questo passaggio. «All’epoca in cui vai da Pelle collaboravi con i servizi segreti», chiede Mottola. «Forse i servizi segreti collaboravano con me», risponde prima di ridere a crepapelle quando gli si domanda chi fossero i suoi referenti. Alla fine, però, arriva l’ammissione di aver conosciuto Mancini. «Lo conosco, l’ho incontrato, e allora? Sì, come conosco tre quarti dei giudici, tra quarti dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia».