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‘Ndrangheta e legami con la Lega. E’ scontro aperto Maroni-Saviano

Il ministro scrive a Napolitano: “Infamie, devo poter replicare”. Raitre: pronti ad ospitare il suo video. Lo scrittore: “Allarmato”
Nuovo record di ascolti per “Vieni via con me”, ma è bufera sulla puntata della trasmissione andata in onda ieri sera su Raitre: il ministro dell’Interno Roberto Maroni è furioso e ha definito «infamanti» le parole pronunciate da Roberto Saviano (VIDEO) che nel suo monologo ha parlato di rapporti tra la ’ndrangheta e la Lega al nord.

L’ira del titolare del Viminale
«Se la Rai mi impedirà di replicare, giro la questione al Capo dello Stato», ha tuonato il titolare del Viminale che poi prende carta e penna e scrive una lettera ai vertici della Rai ed ai presidenti di Camera e Senato, e alla commissione di Vigilanza che intanto ha deciso di ascoltare giovedì il Cda e il presidente Garimberti e che affronterà la questione anche in una successiva seduta con il direttore generale Masi. Raitre è pronta ad ospitare un suo video.

Il boom di ascolti: record per Raitre
Per Maroni le affermazioni dell’autore di Gomorra sono «totalmente prive di fondamento, gravemente offensive e diffamatorie« nei confronti della Lega. Ma Saviano rilancia »racconto i fatti, sono stupito e allarmato». Loris Mazzetti, capostruttura Raitre, non arretra: «Nessun invito, se crede quereli». In serata arriva però l’apertura del diretore Ruffini: «Se il ministro Maroni ritiene di rilasciare una dichiarazione scritta o filmata di precisazione, questa troverà posto all’interno della prossima puntata». La trasmissione Di Fabio Fazio e Roberto Saviano ha registrato un record senza precedenti per RaiTre: oltre 9 milioni e il 30% di share con ascolti particolarmente alti proprio per il monologo dello scrittore.

Ruffini difende lo scrittore
È mattina presto quando Maroni commenta con l’Ansa il programma già nel mirino nei giorni scorsi per la presenza di Fini e Bersani: a farlo infuriare l’attacco dello scrittore alla Lega, tirata in ballo in un intervento sulle radici al Nord della ’Ndrangheta. In serata la lettera ai presidenti della Camera e ai vertici Rai: «Come ministro dell’Interno, che combatte quotidianamente ogni forma di criminalità organizzata con assoluta determinazione – prosegue Maroni – mi sento profondamente offeso da queste parole e chiedo, pertanto, di poter esercitare il diritto di replica per contestare tali falsità nel corso della prossima puntata del programma». E il direttore di rete Paolo Ruffini spiega: «Saviano ha voluto illustrare ai telespettatori che la criminalità organizzata non è come l’immaginiamo nei racconti ottocenteschi. Saviano ha posto il tema del contrasto al crimine come qualcosa che non sia limitato all’arresto del criminale, perchè quelle organizzazioni fanno impresa, al sud come al nord». Ma Maroni insiste: «Chiederò al Presidente della Repubblica se una accusa così infamante sia compatibile con una funzione come quella di ministro dell’Interno che sto sostenendo».

La vicenda sul tavolo del Cda Rai
In serata arriva la replica di Saviano. «Non capisco di quali infamie parli Maroni. Temo – aggiunge lo scrittore – che abbia visto un’altra trasmissione. Lo invito a rivederla e riascoltarla: io ho parlato solo di fatti, frutto di un’inchiesta giudiziaria dell’Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della ’Ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia. Fatti che dovrebbero preoccupare il ministro dell’Interno invece di spingerlo ad accusare chi li denuncia». D’accordo con Maroni il consigliere di maggioranza Antonio Verro che annuncia che il caso sarà sicuramente argomento di discussione domani in Cda: «Compito del servizio pubblico è garantire il contraddittorio e la completezza dell’informazione. Per questo mi auguro l’azienda accolga la sua richiesta». E Giorgio Van Straten, consigliere di minoranza dice: «Un sistema attraverso il quale Maroni potrà dire la sua si troverà, ma le sue dichiarazioni su Saviano mi sembrano eccessive».

Le polemiche politiche
Le accuse di Maroni a Vieni Via con Me hanno scatenato le polemiche politiche da parte della maggioranza che difende il ministro e l’opposizione che esprime solidarietà allo scrittore: mentre Caparini, parlamentare del Carroccio, fa sapere che per le accuse di Saviano alla Lega è pronto il ricorso all’Agcom, per il ministro della Difesa Ignazio la Russa il fatto «fa capire che la campagna elettorale è iniziata e che Raitre è schierata». «Nessuno tocchi Saviano», dice Leoluca Orlando dell’Idv che aggiunge «dal ministro arriva un’intollerabile intimidazione ad uno scrittore che vive sotto scorta per la sua denuncia di tutte le mafie». Il capogruppo Pd alla Camera lo difende così: «Da oggi Saviano è un simbolo non solo della lotta alla camorra ma anche della libertà di informazione. Noi non lo lasceremo mai solo». Per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri «Saviano ha confuso la sua Italia da romanzo con quella che ogni giorno segna veri i trionfi contro la criminalità organizzata». Dall’Udc il deputato Roberto Rao considera pretestuose le polemiche della Lega contro Saviano: «Lo scrittore ha denunciato una realtà già emersa da molte indagini e operazioni».

(Tratto da La Stampa)