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‘Ndrangheta, appalti in cambio di lavoro: 14 arresti, c’è anche il sindaco di Bova

Il Fatto Quotidiano, Mercoledì 7 dicembre 2016

‘Ndrangheta, appalti in cambio di lavoro: 14 arresti, c’è anche il sindaco di Bova

L’indagine Ecosistema della Dda di Reggio ha portato in carcere due imprenditori dei rifiuti e ad accuse di corruzione per diversi politici locali. Contestata l’aggravante mafiosa per aver agevolato le cosche Paviglianiti e Iamonte. Un “sistema” già svelato da inchieste precedenti e, secondo gli inquirenti, ancora intatto

di Lucio Musolino

Appalti nel settore dei rifiuti in cambio di posti di lavoro. Quattordici persone sono state arrestate stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Ai domiciliari anche il sindaco di Bova Marina Vincenzo Crupi, accusato di corruzione e turbativa d’asta, il vicesindaco diBrancaleone Giuseppe Benavoli e l’assessore all’ambiente del piccolo Comune dello Jonio reggino Alfredo Zappia. In carcere sono finiti due imprenditori del settore, l’amministratore unico della società “Ased”Rosario Azzarà di Melito Porto Salvo e il legale rappresentante della “Radi Srl” Carmelo Ciccone di Palmi. Quest’ultimo era stato già arrestato dai carabinieri del Noe per reati simili nel 2013 in relazione ad appalti nella Piana di Gioia Tauro. Sono già in carcere, invece, Angelo eNatale Paviglianiti, arrestati nei mesi scorsi in altre inchiesta antimafia.

I reati contestati dalla Dda di Reggio agli indagati e condivisi dal gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare vanno dal concorso esternoin associazione di tipo mafioso, alla turbata libertà degli incanti passando per violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare le cosche Iamonte e Paviglianiti. I politici locali arrestati, invece, dovranno rispondere di corruzione e turbativa d’asta semplice.

L’inchiesta, denominata “Ecosistema”, prende le mosse da altre due operazioni antimafia: “Ada” e “Ultima spiaggia” che hanno colpito i vertici della famiglia Iamonte e Paviglianiti, padrone incontrastate nei territori del basso Jonio reggino. Stando alle risultanze investigative, inoltre, i Paviglianiti hanno condizionato le elezioni comunali del 2014 di San Lorenzo.

“Al centro dell’inchiesta – ha affermato il procuratore di Reggio CalabriaFederico Cafiero De Raho – c’è Saro Azzarà, titolare dell’Ased, nota azienda di raccolta e smaltimento rifiuti. È un imprenditore legato al clan Iamonte”. Anche se mai arrestato, il suo nome compare anche nella sentenza “Ada” dove la società Ased viene definita “una riserva di voti alla quale il candidato Costantino (i magistrati si riferiscono a Gesualdo Costantino, ex sindaco del Pd di Melito Porto Salvo arrestato alcuni anni fa, ndr) non può e non vuole rinunciare”. Il sistema era sempre lo stesso.