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‘Ndrangheta a Bologna, blitz Finanza: sequestro per 4 milioni di euro

‘Ndrangheta a Bologna, blitz Finanza: sequestro per 4 milioni di euro

L’indagine bis una rete di conti all’estero, con la quale gli affiliati riciclavano i proventi di una nota cosca, servendosi di complicati schermi societari all’estero

ST

28 giugno 2022 08:16

Sequestro per 4 milioni di euro, misure cautelari e finanzieri in paesi esteri per sigillare conti e persino centrali elettriche. E’ lo strascico investigativo della Guardia di finanza di Bologna nell’operazione denominata ‘Black Fog’, volta a bloccare parte delle rendite e del riciclaggio delle attività illecite della nota cosca Iamonte di Melito Porto Salvo, paese della costa ionica reggina.

L’accusa principale è trasferimento fraudolento di valori e le misure cautelari accordate dal Gip Alberto Gamberini, su richiesta dei procuratori Francesco Caleca e Flavio Lazzarini in forze alla Dda bolognese, prendono origine dall’inchiesta Black Fog condotta tra il 2018 e il 2021, dove venne scoperta una rete di affiliati anche nel bolognese, congelando assets per 8 milioni.

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Ora, seguendo le trame dei complicati schermi societari tra Romania, Bulgaria e Svizzera le Fiamme gialle bolognesi sono arrivate a mettere i sigilli ad altri 4 milioni di euro, in una attività che ha coinvolto anche altre province del nord Italia, come a Trento e Milano, oltre che le autorità di Reggio Calabria.

Sono state emesse -si legge nella nota distribuita alla stampa- misure cautelari personali e reali nei confronti di soggetti che “attraverso condotte preordinate al trasferimento fraudolento di valori, hanno contribuito a reinvestire ingenti somme di denaro riconducibili alla potente e nota cosca di ‘ndrangheta degli Iamonte, egemone nel territorio di Melito di Porto Salvo (RC) e con ramificazioni nel Nord Italia, tra le quali una vera e propria “Locale” di stanza a Desio (MI)”.

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L’attività è stata sviluppata all’esito di una precedente indagine -denominata “Nebbia Calabra”-  nel corso della quale era stata rinvenuta molta documentazione, anche informatica, relativa a cospicui investimenti all’estero effettuati dal principale indagato grazie alla connivenza e al supporto di numerosi “colletti bianchi” legati al mondo della finanza e dell’imprenditoria operanti nel nord est del Paese.

In particolare, sono emersi gravi indizi in ordine alla gestione occulta, realizzata attraverso uno strumentale schermo societario di diritto rumeno, di due centrali idroelettriche in Romania in grado di generare redditi per 2 milioni di euro all’anno (la cui titolarità è riconducibile a una società con sede in provincia di Trento), alla disponibilità di numerosi rapporti finanziari presso banche svizzere (fra cui 1,6 milioni di dollari USA in seguito movimentati verso un conto sammarinese) e al possesso di immobili di pregio in Bulgaria, oltre a investimenti in titoli USA successivamente movimentati tramite bonifici “mascherati” da finanziamenti fra società estere per 15 milioni di euro.

Grazie alle determinanti informazioni fornite dalle Financial Intelligence Unit estere, e cioè autorità nazionali indipendenti con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, sono state intercettate condotte di trasferimento fraudolento di valori aggravate dal cosiddetto “metodo mafioso”, in ragione della vicinanza dell’indagato alla citata ‘Ndrina, i cui cospicui interessi economici venivano dallo stesso curati. 

Condividendo il quadro probatorio meticolosamente ricostruito dalle Fiamme Gialle d’intesa con i Magistrati della Procura della Repubblica di Bologna, il Tribunale alla sede ha emesso un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali consistenti negli arresti domiciliari del principale indagato, italiano, per il reato di cui all’art. 512-bis c.p. e nel sequestro preventivo del capitale sociale di una società italiana, del saldo di due conti esteri (rumeno e svizzero) fino alla concorrenza di 15 milioni di euro, delle quote societarie di due imprese rumene, di tre conti correnti e di due beni immobili siti a Sofia (Bulgaria).

Fonte:https://www.bolognatoday.it/cronaca/ndrangheta-bologna-finanza-black-fog-iamonte.html?iyu