Ndrangheta, 14 fermi: gestivano una “agenzia” per l’organizzazione delle latitanze
Operazione dello Sco e della Squadra mobile di Reggio Calabria contro giovani leve e affiliati storici dei clan Alvaro, Facchineri, Crea. Lavoravano affinché i boss potessero sotttarsi alla cattura
di ALESSIA CANDITO
REGGIO CALABRIA
– Una filiera criminale, specializzata nella gestione delle latitanze. Un’agenzia di servizi, che per decenni ha permesso a pezzi da novanta dei clan della Piana di Gioia Tauro di sottrarsi alla cattura. È questa la rete smantellata questa mattina all’alba dagli uomini del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, che per ordine dei magistrati della Distrettuale reggina hanno arrestato 14 persone, tutte accusate a vario titolo di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena.Giovani leve e affiliati storici dei clan Alvaro, Facchineri, Crea – famiglie che hanno scritto di proprio pugno la storia della ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro- tutti quanti avevano un ruolo specifico e definito nella struttura forgiata dai clan per rendere vani gli sforzi di inquirenti e investigatori.
Una “macchina” che per lungo tempo ha funzionato alla perfezione. Per vent’anni, fino al 29 gennaio scorso, i boss Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro, sono riusciti infatti a sottrarsi alla cattura, grazie ad una rete fitta di fiancheggiatori e sodali che ha permesso loro di diventare ombre, senza perdere un grammo del loro potere, come della facoltà di comando. Un meccanismo che si è messo rapidamente in moto anche quando Antonio Ciliona, esponente del clan Santaiti, ha deciso di sparire dopo la conferma della condanna all’ergastolo, rimediata in secondo grado nel processo Cosa Mia.