Narcotraffico, dossier Dcsa: la Mafia sempre più ”alleata” della polvere bianca
AMDuemila 18 Giugno 2021
La Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza rilascia la ‘Relazione Annuale’ 2020
Il dato che certamente colpisce di più è il record assoluto dei sequestri di cocaina, arrivati a 13,4 tonnellate con un aumento del 62,2% rispetto al 2019 (con 8,2 tonnellate sequestrate) in concerto con l’aumento dell’egemonia della ‘Ndrangheta calabrese nei rispettivi circuiti globali del traffico internazionale del traffico di cocaina in collegamento con le altre organizzazioni mafiose nazionali, Cosa Nostra, Camorra, mafie Pugliesi e con sodalizi criminali stranieri.
In particolare nella relazione annuale si parla di come nell’anno segnato dalla pandemia, la camorra abbia sfruttato le proprie basi operative poste in altri Paesi europei, come Spagna e Olanda per “mediare e collaborare con altre strutture di matrice straniera, espandendo il proprio raggio d’azione in campo internazionale, soprattutto nei Paesi dell’est Europa”. Mentre le organizzazioni criminali pugliesi sono state favorite grazie alla loro locazione geografica, a ridosso della sponda balcanica, nel loro inserimento nella gestione del narcotraffico sulle rotte provenienti dall’Albania.
E poi anche le mafie di matrice etnica hanno “continuato a sviluppare una sempre maggiore capacità e autonomia operativa nella gestione del traffico, fino alla distribuzione al dettaglio in molte regioni del territorio nazionale”. In particolare nella relazione si è descritto il coinvolgimento delle consorterie riconducibili ai cartelli balcanici, kosovaro-albanesi, nordafricani e sudamericani (soprattutto di matrice colombiana), messicani e dominicani, nonché nigeriani.
Le indagini hanno indicato come “la capacità criminale di tali organizzazioni si manifesti con modalità diverse nelle regioni meridionali – dove operano in una posizione subordinata rispetto ai sodalizi criminali autoctoni – rispetto alle regioni centrosettentrionali, dove invece hanno progressivamente acquisito un tale grado di indipendenza, da conquistare, in alcune aree urbane, una posizione dominante, soprattutto nelle attività di spaccio”.
Gli analisti della Dcsa hanno scritto che le ‘ndrine hanno conservato “una posizione privilegiata nei circuiti globali del narcotraffico, grazie alla presenza di propri segmenti e broker operativi, stabilitisi nei luoghi di produzione e nelle aree di stoccaggio temporaneo delle droghe, non solo sul territorio nazionale, ma anche a livello europeo, con particolare riguardo all’Olanda ed alla Spagna”.
Anche Cosa Nostra ha palesato un“un rinnovato interesse” per il narcotraffico, “evidenziando una persistente vitalità, grazie ad una capacità di adattamento ai mutamenti di contesto e ad un approccio pragmatico al redditizio business criminale”. Infatti, secondo quanto emerge dal documento, Cosa Nostra si sarebbe avvicinata al narcotraffico in maniera più decisa anche in base alla necessità di sopperire alle esigenze dei propri affilati in carcere ormai diventati molto numerosi.
A fronte di questi dati, nell’anno di rifermento il narcotraffico si conferma come “il principale motore di tutte le attività illecite svolte dai grandi sodalizi criminali”, con ingentissimi profitti da riciclare e da utilizzare per l’autofinanziamento di ulteriori attività illecite.
Ad illustrare tali argomentazioni è stato il direttore Centrale per i Servizi Antidroga e Generale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore. A trarre le conclusioni il Vice Capo della Polizia e Direttore Centrale della Polizia Criminale Vittorio Rizzi. “La Relazione (della Direzione centrale per i servizi antidroga) fotografa la resilienza delle organizzazioni criminali alla pandemia. Nel 2020, dopo la primissima fase di lockdown, i traffici illeciti sono rapidamente ripresi cercando nuove rotte e modalità di occultamento della droga. Metà del quantitativo record di cocaina è stato sequestrato nel porto di Gioia Tauro, una sorta di hub italiano creato dai trafficanti anche per i carichi diretti nella regione balcanica. Diventa, dunque, sempre più strategica la rete della cooperazione internazionale di polizia come arma necessaria per combattere il narcotraffico”.
Il Capo della Polizia, Prefetto Lamberto Giannini ha dato poi una descrizione del quadro generale su cui si è basata la relazione annuale: “La Direzione centrale dei servizi antidroga rappresenta un’articolazione strategica del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, fin dalla sua nascita trenta anni fa. La sua struttura interforze, la specializzazione per materia e la presenza all’estero di esperti per la sicurezza fanno sì che un problema così importante venga costantemente monitorato e che l’azione di contrasto possa essere la più efficace, come testimoniato dai dati della Relazione annuale 2021”. All’evento ha voluto partecipare attraverso un messaggio anche il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: “Ringrazio tutte le Forze di polizia per il costante impegno profuso nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti. Il bilancio di un anno di attività testimonia il grande sforzo operativo e la intensa azione di prevenzione ed investigativa svolta su tutto il territorio nazionale che ha portato ad un aumento di oltre il 7% dei sequestri di droga. La lotta al narcotraffico rappresenta una priorità a tutela delle giovani generazioni, della legalità e della sicurezza, per contrastare le organizzazioni criminali che alimentano le piazze di spaccio ed accumulano ingenti patrimoni illeciti”.
Il traffico di droga al tempo del COVID – 19
Rispetto ai periodi passati il tratto distintivo del 2020 è stato naturalmente l’emergenza sanitaria connessa alla pandemia da Covid-19. Le mafie tuttavia sono state in grado di riprendersi molto velocemente nonostante le prime battute di arresto causate dalle misure anti covid. La ripresa dei traffici commerciali nella seconda parte del 2020 e la notevole capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi al mutato contesto socio-economico, hanno rilanciato velocemente i traffici illeciti. La reazione delle Forze di Polizia hanno permesso di effettuare importanti operazioni antidroga, coordinate e supportate dalla DCSA in linea con la media dell’ultimo decennio (circa 33.000), mentre i sequestri complessivi di droga, in tutto 58 tonnellate, sono superiori al 2019 del 7,41%. Nello specifico la cannabis resta lo stupefacente più sequestrato in assoluto, 29,6 tonnellate, segno di un livello sempre alto della domanda.
Rimane stabile invece il numero sui sequestri di eroina attestato sulla mezza tonnellata, seppure in calo rispetto al 2019. Mentre si registra un aumento eccezionale dei sequestri delle droghe sintetiche, legato però ad un’unica operazione avvenuta nel porto di Salerno, che ha permesso di individuare oltre 14 tonnellate di amfetamina, da ritenere verosimilmente destinata ad alimentare vari mercati esteri. Nel 2020, inoltre, le forze di polizia, hanno intercettato ben 33 nuove sostanze non ancora “tabellate”, che verranno inserite negli elenchi delle sostanze vietate. Un dato di rilievo e’ la diminuzione delle morti per overdose – dopo tre anni consecutivi di continua crescita – che nel 2020 sono state 308 (66 in meno rispetto al 2019, in percentuale -17,65%).
Estremamente utile anche l’attività di collaborazione internazionale nel settore del narcotraffico a cui hanno preso parte diversi organismi di controllo europei ed extraeuropei. Questi ultimi hanno sviluppato attraverso la promozione di Memorandum Operativi Antidroga (MOA), protocolli tecnici volti ad incentivare le operazioni speciali antidroga. Un contributo di rilievo lo hanno dato gli Esperti per la Sicurezza, collocati nelle aree strategiche del narcotraffico, sia in termini di flussi informativi che di promozione di iniziative di cooperazione con i Paesi di produzione e transito delle droghe. Inoltre nel 2020, è continuato lo sviluppo dei Progetti “Icarus” ed “Hermes”, frutto della collaborazione interistituzionale tra la DCSA ed il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nei settori della prevenzione e della riduzione della domanda e dell’offerta. Nel progetto “Icarus” si è svolto l’attività denominata “Rotta del sud”, volta a rafforzare, con la Direzione Centrale della Polizia Criminale e Interpol, la cooperazione di polizia con i Paesi dell’Africa sud-orientale, considerata nuova area di transito dell’eroina afghana. Invece nel progetto “Hermes” sono state invece fissate le linee guida per nuove metodiche operative finalizzate al contrasto della commercializzazione delle droghe sintetiche attraverso le spedizioni postali, gestite da corrieri pubblici e privati, i cui esiti contribuiranno al potenziamento del Sistema Nazionale di Allerta Precoce del DPA.
Fonte:https://www.antimafiaduemila.com/