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Napoli, racket della pizza: l’ordine partito dal baby boss che terrorizza i Decumani

Napoli, racket della pizza: l’ordine partito dal baby boss che terrorizza i Decumani

La camorra ora punta sul turismo come nuova frontiera delle estorsioni. La strategia dei «guaglioni» della paranza: devono pagare tutti, dall’affittacamere al commerciante

di Fabio Postiglione

La posta in gioco è sempre più alta e così la nuova «paranza dei Decumani» ha voluto sferrare il secondo attacco frontale alle attività commerciali del centro storico con un messaggio chiaro ed univoco: qui si paga il pizzo. Alle 3 della scorsa notte un gruppo di almeno dieci persone in sella a scooter di grossa cilindrata ha fatto irruzione al centro storico arrivando da Forcella. Uno di loro era armato e ha fatto fuoco per nove volte in vico Giganti, una strada che spunta in via dei Tribunali. Quattro di quei proiettili sono stati esplosi contro la serranda della storica pizzeria Di Matteo, a quasi un mese di distanza dall’ordigno fatto brillare a 250 metri di distanza, davanti all’ingresso della pizzeria Sorbillo. E secondo gli investigatori la mano è unica, così come il movente. La zona è sotto scacco perché c’è un ragazzino, da poco maggiorenne, che ha raccolto attorno a lui coetanei che hanno due obiettivi: comandare e guadagnare. Quando il baby boss della «paranza dei Decumani» è diventato maggiorenne fu arrestato perché portava una pistola nella cintola dei pantaloni. Fu intercettato dai Falchi tra i vicoli fu braccato dopo un inseguimento e portato in comunità: lì cè rimasto molto poco. La camorra lo ha già avvisato e ha fatto fuoco contro la sua abitazione: in via Oronzo Costa, ribattezzato il vicolo della morte perché è lì che fu ucciso un altro baby boss, Emanuele Sibillo, che aveva solo 19 anni. Indossa orologi vistosi, si fa vedere spesso in giro e a chi lo conosce bene dice sempre di girare armato e quasi sicuramente lo è, si ispira ai personaggi di «Gomorra» ed è tatuato.

È fedele ai Mazzarella da cui prende ordini. In particolare, secondo gli investigatori che stanno lavorando per cercare di chiudere il cerchio attorno ai responsabili dei due agguati, che quasi certamente sono collegati tra loro, nelle tensioni al centro storico, c’è la mano di un nipote di Vincenzo detto «’o pazzo». Negli anni Duemila ha rischiato di essere condannato all’ergastolo perché accusato di aver ucciso nella sua casa Eduardo Bove, il ras che controllava gli affari del clan a Forcella ma che aveva tradito la fiducia del boss. Fu scagionato e liberato, ma tornò in carcere per camorra e ancora una volta scarcerato per scadenza dei termini, nell’ottobre del 2015. Anche tre anni fa, quando mise piedi fuori dalla galera, scoppiò una guerra molto violenta tra i boss di Forcella e quelli dei Tribunali, questa volta per il controllo del mercato rionale della Duchesca e il pizzo sulle bancarelle.

 

La «paranza dei Decumani» non solo vuole imporre il pizzo a tutti ma vuole scacciare i Sibillo, l’altro gruppo di giovanissimi che ha alleati a San Giovanni a Teduccio nel clan Rinaldi. La fetta di torta da spartire è milionaria ed è legata agli affari che ruotano attorno al turismo che al centro storico è in aumento crescente. I clan da qualche mese a questa parte hanno deciso di cambiare rotta e di puntare ai B&B, agli affittacamere, alle pizzerie, alle trattorie e a chiunque abbia a che fare con i visitatori e incassa milioni grazie alla fiumana di persone che ogni fine settimana invade i vicoli del centro. Centinaia di migliaia di euro che fanno gola ai gruppi che si contendono gli affari legati al turismo mordi e fuggi. Colpire simboli come le pizzerie Sorbillo e Di Matteo è come mettere la firma all’obiettivo finale. Il centro storico pullula di alberghi a gestione familiare e di case che vengono affittate anche con pagamenti in nero. Ed è lì che vogliono entrare i clan: nella gestione delle case. Altrimenti? Altrimenti mettono le bombe e sparano contro le serrande e lo fanno nel cuore di Napoli.

 

26 febbraio 2019

fonte:https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/19_febbraio_26/napoli-racket-pizza-l-ordine-partito-baby-boss-che-terrorizza-decumani-ac0be9be-3994-11e9-a109-5f224938aae1.shtml