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Napoli, la camorra è diventata social: boss influencer e feste sfarzose per ostentare potere

Napoli, la camorra è diventata social: boss influencer e feste sfarzose per ostentare potere

Dalla faida di Ponticelli alla guerra tra clan di Fuorigrotta, l’emergenza criminalità a Napoli è oramai a un nuovo picco. E domani, 19 gennaio alle ore 10, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sarà in Prefettura per il Comitato ordine e sicurezza per individuare nuove strategie di lotta alla criminalità. Ma i nuovi clan si sfidano non solo con bombe, agguati e «stese» ma anche con post e stories sui social. Dove ostentano ricchezze, armi e potere. È la social-camorra, un nuovo spazio semantico che mostra come le nuove forme criminali siano capaci di sfruttare gli algoritmi delle piattaforme digitali. D’altronde la camorra, storicamente, ha sempre prestato la massima attenzione alla fascinazione, per creare mondi condivisi, modelli da imitare, narrando storie di criminali come se fossero epiche avventure di eroi popolari.

Gli hashtag e gli emoticon dei clan

La camorra sui social ha creato una sua narrazione e una sua semantica, anche per reclutare nuovi affiliati. Ha i suoi influencer e i suoi follower attirati e coinvolti con un linguaggio nuovo. Il simbolo della siringa è utilizzato per sancire i patti di sangue. Le catene servono ad esaltare i detenuti del clan. I cuori sono neri e i leoni indicano gli affiliati che in «carcere si riposano». I post sono sgrammaticati, copiati, diretti e immediati. La lingua di questa narrazione di Napoli è un nuovo napoletano, uno slang disarticolato, quello masticato e sputato dai rapper partenopei su giri di beat da ghetto americano. L’utilizzo degli hashtag non è mai casuale ma serve a canalizzare il flusso di offese e di minacce nei confronti dei nemici, primi fra tutti i collaboratori di giustizia che diventano “#Nfami” (infami; ndr).

 

Le social-faide

 

Dalla faida di Ponticelli, tra clan in lotta per il controllo del territorio, a quella di Fuorigrotta dove la camorra flegrea si sta affrontando con una violenza sempre più incontrollabile, con agguati in pieno giorno tra la folla del mercato, con esecuzioni esemplari come quella che, poco dopo la mezzanotte del 31 dicembre, ha aperto il nuovo anno, lo scontro tra i vari gruppi criminali lo si può seguire anche sulle piattaforme digitali. Ponticelli è il quartiere dove esiste un clan che nasce proprio sulla potenza di fascinazione che riesce a mettere in campo sui social, quello degli XX. Un sodalizio nato nel 2017 attorno alla figura di Antonio De Martino, che riesce, con una vera e propria campagna social, ad attrarre nuove leve. Ogni suo post si conclude con la sigla XX. Foto di vacanze di lusso, di bottiglie di champagne e di locali alla moda. De Martino, con i suoi post, si trasforma in un vero e proprio influencer, capace di stimolare le fantasie di giovanissimi ragazzi pronti a diventare XX. I muri di Ponticelli si riempiono della sigla del clan e quando il boss viene arrestato per omicidio e condannato all’ergastolo, gli XX sono ormai un esercito di giovani in barba lunga, capaci di usare i social ma anche di essere spietati.

Le feste e gli sfarzi

Un altro caso paradigmatico di questo fenomeno sono le feste di famiglia che vengono condivise sui social come segno di potenza e ricchezza. L’esempio più chiaro è stata quella per il 18esimo compleanno di Massimiliano Junior Esposito, figlio di Massimiliano detto “o’Scagnat”, secondo gli inquirenti ai vertici del clan Esposito, egemone nel quartiere di Bagnoli, e ora in carcere al 41bis. Il festeggiato, nei video diventati virali sui social, infilato in una camicia dorata e in un completo bianco, fende folle di ammiratori tra bottiglie di champagne, ballerine in abiti succinti, neomelodici e rapper. Il “6.5”, il simbolo del clan Esposito, aleggia sul ciondolo enorme attaccato ad una catena d’oro che il festeggiato porta al collo come i rapper americani. Quei numeri però non sono un’innocente, per quanto kitsch, moda adolescenziale, ma sono un marchio chiaro, indicano la sesta e la quinta lettere dell’alfabeto, la F di Famiglia e la E di Esposito.

Le corse in moto e le frasi a effetto

Ma Junior è un ragazzo che utilizza i social come i suoi coetanei, per raccontare la sua vita. Sui suoi profili ci sono le corse in moto senza casco, le riprese dei suoi gioielli e le frasi dedicate al padre. Il 14 settembre Junior trasforma anche il momento nel quale si è costituto al commissariato San Paolo di Fuorigrotta, dopo essere stato raggiunto da un ordine di carcerazione del Tribunale dei Minori di Napoli, in un evento social. Con una storia su Instagram pubblica la foto che lo ritrae mentre entra nel commissariato alzando il dito medio. Sull’immagine campeggia la scritta “a faccia toja” (alla faccia tua; ndr) e un emoticon di un omino con il turbante e la barba che, secondo gli inquirenti, sarebbe un chiaro riferimento al collaboratore di giustizia Yusseff Aboumouslim, ritenuto braccio destro del padre, poi arrestato e pentitosi. Una scelta di collaborare con la giustizia fatta da Aboumouslim, fu commentata da Junior su Facebook con un post nel quale scriveva: «Abbiamo un tumore in famiglia». Un messaggio chiaro e netto contro i nemici di sempre «i pentiti». Il giovane rampollo dell’area flegrea non si limita a mostrarsi in pose e in atteggiamenti da boss. A poche ore dall’omicidio di Salvatore Capone, ucciso in un agguato di camorra dopo la mezzanotte del 31 dicembre scorso, sul suo profilo TikTok Junior pubblica un video con una serie di immagini che lo ritraggono con la vittima e una frase «sei morto da guerriero sangue mio». Mentre gli inquirenti stanno ancora indagando, sul social cinese si possono leggere già le dinamiche di una guerra di camorra che non ha nessuna intenzione di rimanere nascosta.

Dai caseggiati popolari alle bacheche social

La social-camorra è un fenomeno che fa emergere come la criminalità organizzata sia parte della nostra società, quanto sia visibile e come si muova a stretto contatto con mondi legali. Un fenomeno che ha sempre vissuto nella claustrofobia del margine, con i social, invece, esce dai quartieri disagiati, dagli agglomerati di caseggiati popolari fatiscenti e si rilancia nel mondo arrivando sulle bacheche di tutti con un linguaggio che si adatta agli algoritmi e alle forme della nuova società globale.

19 gennaio 2022

 

Fonte: https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/22_gennaio_18/napoli-camorra-diventata-social-boss-influencer-feste-sfarzose-ostentare-potere-fd2dba4e-7874-11ec-aa2f-9d439df01b12.shtml