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Moralità e legalità

Latina 26.09.2003

– On. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
– On. MINISTRO DEGLI INTERNI
– On. MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
– On. PRESIDENTE SENATO DELLA REPUBBLICA
– On. PRESIDENTE CAMERA DEI DEPUTATI
– On. PRESIDENTE COMMISSIONE
PARLAMENTARE ANTIMAFIA
– On. PRESIDENTE GIUNTA REGIONE LAZIO
– DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
– ASS. NAZIONALE “LIBERA”
– ALLE SEGRETERIE GENERALI DI
C.G.I.L. – C.I.S.L. – U.U.I.L. ROMA

MORALITA’ E LEGALITA’ – DUE QUESTIONI
FONDAMENTALI CHE IMPONGONO INTERVENTI
IMMEDIATI DELLE ISTITUZIONI
A LATINA E NEL SUD PONTINO

La Commissione parlamentare Antimafia, la D. I. A. e, per ultimo, il rapporto del Ministero dell’Interno – ma prima ancora il Procuratore della Repubblica dott. Lazzaro – hanno evidenziato come il territorio Pontino sia divenuto oramai zona di insediamento permanente di alcuni clan mafiosi e camorristici.
Questa Associazione, – nata per costruire un’alternativa complessiva alle mafie e alla società mafiogena e che sviluppa la sua azione e le sue iniziative in difesa dello stato di diritto, stimolando gli organi istituzionali a svolgere al meglio il loro dovere sul piano dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, oltreché al malaffare nella vita politica ed amministrativa, – ha più volte sollecitato interventi e segnalato situazioni degenerative dal punto di vista di una sempre più massiccia presenza della criminalità organizzata sul territorio Pontino. Il convegno promosso da questa Associazione il 25 luglio u.s. a Formia, alla presenza di esponenti di rilievo della Commissione Parlamentare Antimafia, di rappresentanti nazionali delle Associazioni “Libera” e della “Fondazione Antonino CAPONNETTO”, di numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine, di rappresentanti dell’imprenditoria locale e di tanti e tanti cittadini, ha rimarcato con forza la necessità di non sottovalutare o minimizzare il fenomeno della presenza della criminalità organizzata sul territorio Pontino richiamando anche l’attenzione e l’azione delle forze politiche che amministrano a vari livelli perché svolgano la loro funzione istituzionale nell’ambito di un comportamento improntato ai principi della moralità e della legalità.

In un quadro generale in cui, purtroppo, la politica è stata piegata ad interessi di natura personalistica – in relazione alle polemiche insorte dopo la pubblicazione su alcuni organi di stampa della notizia relativa alla realizzazione da parte del Presidente del Consiglio Regionale del Lazio di una “villa in zona rurale” a Fondi – questa associazione esprime preoccupazione non tanto per il fatto in sé ma soprattutto per l’istituzionalizzazione di certi metodi di gestione della cosa pubblica oltre che per le coperture politiche di tali metodi. L’attuale Presidente del Consiglio Regionale è la seconda volta che viene chiamato in causa nel giro di pochi mesi, dopo che L’Espresso del 23 Gennaio u. s. , nel servizio dal titolo “COSA NOSTRA VA A PALAZZO” lo ha nominato a proposito dei lavori realizzati nel porto di Gaeta. Questi sono fatti che riguardano in particolare la Magistratura, la quale, peraltro, è invitata a verificare se nei vari passaggi della formazione delle leggi regionali ci sia stato o meno un comportamento disinteressato da parte del presidente del Consiglio della Regione Lazio.

Quando eminenti personalità delle istituzioni, eletti dal popolo, vengono citati, a torto o ragione, in fatti che mettono in discussione il quadro di certezze di uno stato di diritto, allora regole, norme, leggi e quant’altro se ne vanno a far benedire. La credibilità delle istituzioni si incrina sempre più, la legalità finisce e negli interstizi di un impianto in decadimento generale si inseriscono le mafie.
Questo riguarda tutti ovviamente: a destra, al centro e a sinistra.

Ora la magistratura deve intervenire nei fatti specifici, ma nessuno può esimersi dal fare un esame di coscienza che miri a mettere a nudo le proprie responsabilità nella formazione di un quadro generale che vede la provincia di Latina agonizzante, in uno stato ormai consolidato e diffuso di illegalità (vedi l’ultimo esempio del mega-centro commerciale realizzato ad Aprilia su un terreno del Consorzio Industriale destinato ad uso pubblico e trasformato in uso privato). Saltano così tutte le regole proprio per colpa di coloro che – istituzioni e classe politica – dovrebbero essere i tutori della legalità.

Dobbiamo constatare, purtroppo, che alcune scelte di carattere urbanistico – PRG, varianti ecc, , , – fatte da talune amministrazioni aprono le porte proprio alla mafia, compromettendo lo sviluppo integrale e corretto del territorio Pontino (vedi Sabaudia, Latina ed anche Pomezia ecc… ).

Restiamo in attesa di un intervento rigoroso non solo da parte della locale Procura della Repubblica (nella quale il posto di Procuratore Capo è scoperto da oltre un anno ed i cui organici risulterebbero carenti e sottoutilizzati), ma anche da parte di tutte le altre istituzioni (Capo dello Stato, Ministri competenti, Commissione Parlamentare Antimafia, presidenti del Parlamento e della Giunta Regionale, D.I.A., Prefetto ecc… ) le quali dovranno intervenire non solo con dichiarazioni di presa d’atto di una situazione gravemente degradata ma con fatti concreti, promuovendo ognuna per le proprie competenze, inchieste rigorose.

LA SEGRETERIA REGIONALE
DELL’ASSOCIAZIONE “ANTONINO CAPONNETTO”