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MONDRAGONE – Camorrista in manette. Sequestrati 37 immobili e 5 aziende

La Guardia di Finanza dì Caserta, Tenenza di Mondragone, ha eseguito questa mattina un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Diana Giuseppe, procedendo contestualmente all’ esecuzione del sequestro di 37 immobili e 5 complessi aziendali e relative quote, tutti beni ubicatì in diverse Province della Campania e del Lazio, compresa la Ciociaria, e riconducibili al Diana. L’arrestato era stato, nei mesi scorsi catturato per il tentativo di riciclaggio di denaro proveniente dalle casse del clan dei Casalesi, provvista da utilizzare per la scalata alla società calcistica “Lazio”. In quell’occasione gli sono stati contestati i delitti di concorso esterno in associazione mafìosa, attribuzione fittizia di beni e corruzione. Risultava, infatti, aver stabilmente riciclato i proventi delle attività delittuose in attività economiche, anche quotate in borsa (quali la Società Sportiva Lazio S.S.), concedendo le proprie strutture aziendali quale appoggio logistico per le necessità dell’organizzazione e degli affiliati nonché garantendo al clan le diverse utilità provenienti dalle aziende di commercializzazione e distribuzione del Gas gestite dal medesimo, attività economiche sorrette dallo stabile contributo mafioso. Veniva in questo modo garantito un regime monopolistico nel settore della commercializzazione del gas ed erano rafforzati glì interessi economici degli esponenti delle famiglie Russo, Schiavone, Mezzero, Tucci, Diana, Belforte appartenenti tutti, secondo gli investigatori, alle associazioni mafiose operanti nell’ intera area della provincia di Caserta e zone limitrofe. Dalle intercettazioni della Guardia di Finanza, è emerso con chiarezza la responsabilità del Diana nella scalata alla Lazio rilevandosi in modo evidente il tentativo di consegna ai vertici della società sportiva di un’ingente somma di denaro contante proveniente dalle casse del clan, dì cui veniva tracciata la provenienza attraverso le intercettazioni telefoniche e le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Le investigazioni dirette alla DDA di Napoli e condotte dalle Fiamme Gialle, hanno consentito di cogliere il sostegno mafioso offerto da diverse famiglie del clan dei Casalesi al monopolio che si era creato il Diana nel campo della commercializzazione del gas, lo stabile ed il suo ruolo di riciclatore a favore dello stesso clan nonché individuare gli intensi rapporti corruttivi che aveva con alcuni Vigili del Fuoco, regolarmente retribuiti per “proteggere” -evitando controlli, preavvertendo le future ispezioni e pilotandone gli esiti-gli interessi economici del Diana. E’ stato, inoltre, possibile individuare alcune società appartenenti solo formalmente a persone diverse ma sostanzialmente gestite dall’indagato, complessi aziendali che sono stati oggetto di sequestro.

Sonia Costa
(Tratto da Ultimissime.net)