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Mondo di mezzo e ombrelloni: il Papeete nero di Fratelli d’Italia

Il Fatto Quotidiano

Mondo di mezzo e ombrelloni: il Papeete nero di Fratelli d’Italia

L’INCHIESTA – Arresti, gare truccate e verbali da far sparire. La marea. Dal fedelissimo Procaccini alla sindaca: tutto targato Fd’I. Scrive il Gip: “Qui arrivati imprenditori legati a Mafia Capitale”

DI GIAMPIERO CALAPÀ

23 LUGLIO 2022

La Suburra del Mondo di mezzo prende armi e bagagli e da Ostia si trasferisce a Terracina investendo in pieno il locale partito Fratelli d’Italia, che qui governa quasi ininterrottamente dal 2011, contando su un potente esponente nazionale, l’ex sindaco ora eurodeputato Nicola Procaccini (indagato), fedelissimo di Giorgia Meloni, che alza le mani giurando innocenza: “Sono sconcertato, è un errore macroscopico”. In ogni caso – al di là della vicenda giudiziaria, che appare pesante e riguarda la gestione del litorale della cittadina di 48 mila abitanti tra Circeo e Sperlonga – alcune responsabilità politiche su rapporti con personaggi quanto meno opachi, che si susseguono negli anni, appaiono evidenti e solo chi gira la testa dall’altra parte può non vedere, impossibile che a Roma nulla sia arrivato alle orecchie di una Giorgia Meloni ora lanciatissima nella campagna elettorale che potrebbe valere Palazzo Chigi.

Sin dalle prime fasi dell’inchiesta – si legge nell’ordinanza del gip di Latina – gli inquirenti avevano modo di appurare una serie di irregolarità connesse con la gestione delle attività balneari, constatando come numerosi imprenditori privati, alcuni dei quali già noti per le vicende giudiziarie legate all’inchiesta denominata Mafia Capitale, avessero trasferito i propri illeciti interessi dal litorale di Ostia a quello di Terracina, potendo ivi contare sulla compiacenza e connivenza degli amministratori pubblici locali”. Diceva proprio Giorgia Meloni in campagna elettorale nel 2020: “Roberta Tintari è una donna estremamente capace e quando le donne sono capaci hanno una marcia in più”. La sindaca Tintari si è dimessa, ironia del destino, nello stesso giorno del premier Mario Draghi, perché spedita agli arresti domiciliari dall’operazione “Beach free” di martedì 19. Ieri si sono dimessi anche 14 consiglieri comunali (6 di maggioranza), tutti tranne quelli di Fratelli d’Italia, segnando così il destino della consiliatura: arriverà un commissario prefettizio. Anche Tintari grida all’errore giudiziario, le accuse per lei sono di turbata libertà degli incanti e falso in relazione alla gestione dell’arenile comunale. In una occasione fa addirittura sparire un atto pubblico, un verbale di giunta, chiedendone la distruzione. Tintari è furibonda col suo assessore al Bilancio per aver firmato il verbale di una riunione sull’abusivismo dell’Arena del Molo: “Io non voglio che si facciano più verbali”; “chi ha ordinato che si facciano verbali?”; “non voglio che questo verbale esce fuori”. E, quindi, scrive il gip: “La sindaca Tintari disponeva la distruzione del verbale di giunta comunale”. Ma questo è solo uno degli episodi che riguardano anche il presidente del consiglio comunale, due assessori, dirigenti e funzionari del municipio, oltre a Procaccini e al vicesindaco Pierpaolo Marcuzzi, anche lui meloniano di ferro e già in passato rimasto invischiato (tre mesi di domiciliari da gennaio) in vicende non proprio edificanti per le quali è ancora a processo: voti in cambio di condoni edilizi. Le accuse nell’ordinanza riguardano concessioni di aree demaniali rilasciate senza il potere di farlo, autorizzazioni mancanti ma concesse con accordi sottobanco, “abbiamo sempre fatto così”, concessioni della Regione Lazio per una gestione diretta del Comune con prezzi calmierati invece “girate” a privati, autorizzazioni irregolari per opere edilizie, ecomostri. In un territorio ad alta densità mafiosa, come certificato dalle relazioni della Direzione distrettuale antimafia e dall’Osservatorio regionale antimafia: clan autoctoni e famiglie di camorra, non manca niente a Terracina.

Anna Giannetti, presidente della locale sezione di Legambiente dal 2016, è diventata suo malgrado un simbolo antimafia cittadino. Legambiente qui fa una attività di monitoraggio e spesso le indagini partono da loro segnalazioni, tanto che a inizio 2020 nel pubblico contesto del Consiglio comunale Marcuzzi ha attaccato pesantemente Giannetti, perché grazie all’azione di Legambiente la Guardia costiera, sequestrando tutto, ha evitato una speculazione edilizia che prevedeva l’abbattimento di un antico fabbricato di colonia marina, risalente agli anni 50, per far posto a due torri di cinque piani extralusso. “Mi sono sentita minacciata – spiega Giannetti –, ha detto che avrebbe fatto verifiche sulle mie proprietà. È stata una aggressione pubblica. Sulla mia sicurezza c’è chi vigilia, sono sotto protezione, è impossibile vedermi a un’iniziativa pubblica senza polizia o carabinieri presenti, ma non mi arrendo: questi signori stanno distruggendo questo territorio da troppo tempo”.

Terracina conta, appunto, 48 mila abitanti, un litorale di 11,7 chilometri, 64 concessioni balneari e una trentina di porticcioli e attracchi. E a vederli adesso, quegli stabilimenti sequestrati e con i sigilli sembrano ancor più le prede di appetiti insaziabili. Ci sarebbe quanto basta per un azzeramento del partito, in attesa che ognuno possa chiarire la propria personale posizione con serenità e senza coinvolgere oltre l’amministrazione della cosa pubblica. Ma Procaccini di certo non si arrende: “Sono sconcertato – si difende – è un macroscopico errore”. Potranno anche non esserci reati punibili alla fine dell’eventuale processo, ma gestire la cosa pubblica come Procaccini e Tintari fanno in occasione di un’impasse per l’erogazione di un contributo ai balneari è quanto meno censurabile dal punto di vista politico: “Se va a finire male sta cosa è un problema perché questi sono mezza città di Terracina”, dice Procaccini alla sindaca, per poi spiegarle: “Se viene pagata una cooperativa che non è in delibera questo è un problema”, e incalzarla: “Bisogna starci addosso su questa cosa, perché qui parliamo di voti veri, eh!”.

Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/07/23/mondo-di-mezzo-e-ombrelloni-il-papeete-nero-di-fratelli-ditalia/6725107/