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Modifica di un articolo del codice Antimafia che avrebbe consentito di estendere le informative antimafia anche ai fini del rilascio delle licenze

Quello che dice il generale è ciò che abbiamo anticipato noi dell’Ass. Caponnetto con l’intervento al convegno di Marano del Dr.Salvatore Carli . Nell’ occasione proponemmo una modifica di un articolo del codice Antimafia che avrebbe consentito di estendere le informative antimafia anche ai fini del rilascio delle licenze (autorizzazioni amministrative) per questa proposta fu un po’ contrastato dal prefetto presente perché si metteva in luce una ed inspiegabile insensibilità del ministero dell’ interno rispetto a questo tema molto attuale

 

Il comandante della Dia, generale Governale:“Il narcotraffico ricicla nei ristoranti”

Dom, 15/09/2019

CASERTA – “Se la mafia prospera nel nostro Paese è perché lo Stato non è riuscito ad imporre la sua autorità sul territorio con decisione”. Lo ha dichiarato il comandante della Dia, generale Giuseppe Governale, alla seconda giornata della Summer School Ucsi, conclusasi a Casal di Principe (Caserta). L’iniziativa della scuola di giornalismo investigativo promossa dall’Unione cattolica stampa italiana di Caserta e dall’Agenzia pubblica per la legalità Agrorinasce, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti Campania, è in programma fino a oggi a Villa Liberazione, già nota come Villa Scarface, bene confiscato al fratello del capoclan dei Casalesi, Walter Schiavone. “A Milano – ha proseguito Governale – nel 2018 c’è stato un aumento del 38% dei ristoranti perché le organizzazioni criminali, in particolare la ‘ndrangheta, hanno l’esigenza di ‘lavare’ i proventi del narcotraffico.

Le mafie, pur di ripulire il denaro, sono disposte a perderne una buona parte perché altrimenti il denaro sporco non sarebbe spendibile. Abbiamo difficoltà a battere le mafie perché, guadagno a parte, c’è sete di potere e la volontà di contare sul territorio. Si va dagli imprenditori sprovveduti agli affaristi complici. Ciò che manca per combattere concretamente le mafie è la motivazione, che non coincide con la professionalità. Si tratta di una malattia sistemica”.

“Dovremmo – ha detto Governale – prendere esempio dalla Germania che, dall’unificazione a oggi, è cresciuta di oltre 30 punti percentuali. La questione meridionale dobbiamo ancora cominciare ad affrontarla.

Bisogna partire dalla scuola, dai testi su cui studiano i ragazzi: solo un paio di pagine sono dedicate alla lotta alla mafia e al terrorismo. Gli americani nel ’43 sono sbarcati con l’aiuto dei mafiosi e li hanno fatti diventare sindaci. L’immigrazione ha molti lati positivi ma anche diversi lati negativi, poiché molti criminali sfruttano i flussi migratori per spostarsi. Anche il fenomeno del soggiorno obbligato ha creato diversi problemi e ha dato modo alle mafie di svilupparsi in maniera capillare.

Il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, ha affermato che “lo Stato è molto più forte ed autorevole di alcuni anni fa, la nostra legislazione antimafia è considerata un modello a livello mondiale. Quando si diffonde tra i cittadini il convincimento che l’intervento dello Stato porta a un impoverimento, o comunque a qualcosa di negativo, la mafia trova terreno fertile. Le organizzazioni mafiose sono un fenomeno estremamente complesso, intrecciato con la società, con la politica, con l’imprenditoria. La mafia minaccia pesantemente il patto di coesione sociale su cui si fonda la nostra nazione. Per questo la mentalità camorristica va combattuta ad ogni costo”.

Cogliere il nesso che esiste tra mafia, corruzione e pubblica amministrazione “sarebbe un buon punto di partenza”, ha proseguito Melillo. “La mafia, ha aggiunto, “è fatta di valori sostitutivi rispetto a quelli dello Stato, e tali valori non sono solo quelli dei mafiosi ma rappresentano una spaventosa normalità che riguarda molti cittadini. Per combattere la mafia bisogna migliorare il filtro amministrativo, spesso composto da funzionari impreparati e quindi non in grado di opporsi allo strapotere mafioso”.

Tra gli altri partecipanti, il senatore Pietro Grasso, già procuratore nazionale Antimafia; Giacomo Di Gennaro, dell’Università Federico II di Napoli, curatore del ‘Rapporto criminalità grandi aree urbane italiane’; il sostituto procuratore Dda Napoli, Alessandro D’Alessio; il generale Umberto Rapetto, già comandante Nucleo frodi telematiche guardia di finanza; il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra; l’assessora al Lavoro e Risorse umane della Campania, Sonia Palmeri