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Minori e criminalità, il prefetto di Napoli Valentini: “In due anni arresti e denunce per mille ragazzi”

La Repubblica

Minori e criminalità, il prefetto di Napoli Valentini: “In due anni arresti e denunce per mille ragazzi”

di Conchita Sannino

19 FEBBRAIO 2021

C’erano una volta i ragazzi “a rischio”. Adesso il fenomeno delle gang, ai vari livelli, è quasi un marchio della capitale del Sud. Una realtà che vive dentro ma anche fuori delle gerarchie criminali. E si salda con povertà educative e crisi economica: pre-condizioni che il Covid ha accentuato e fatto esplodere. E che richiede, come spiega il prefetto di Napoli Marco Valentini, azioni avanzate. Compresi gli strumenti della “polizia predittiva”, con il sistema informatico X-Law adottato dalla questura di Napoli in via sperimentale. Materia che sarà esaminata oggi nel corposo seminario on line promosso, a partire dalle 10, dal rappresentante di governo a Napoli: “Mercato delle armi e devianza grave minorile nell’area metropolitana. Criticità e soluzioni”. Appuntamento aperto per inviti, ma sarà reso disponibile come documento di riflessione.

Prefetto Valentini, la piaga dei minori allo sbando è cresciuta.
” Esiste un dato peculiare che riguarda i minori di quest’area metropolitana. Ed è rappresentato dal numero dei reati che vedono coinvolti adolescenti e preadolescenti, e il loro uso delle armi, a Napoli. Un unicum, a livello italiano e forse europeo, che riteniamo meriti non solo un approfondimento, ma una sinergia di interventi concreti”.


Sulla devianza minorile di quest’area, va detto, si spendono molte parole (e reportage), e si fa poco. L’obiettivo, oggi?

 

“Capisco l’osservazione. Noi non vogliamo farne un convegno, infatti, ma lanciare una ricerca scientifica, in cui abbiamo coinvolto professori e criminologi della Federico II e della Cattolica di Milano, vertici della Procura e Tribunale per i minori, Maria de Luzenberger e Patrizia Esposito. Vogliamo declinare queste riflessioni nella pratica. Sviluppare competenze e applicazioni : anche nell’ambito dei modelli predittivi”.


Si riferisce alle strategie di analisi in grado di “prevedere” l’evolversi dei fenomeni criminali?
“Parliamo in realtà di sistemi di software: già da tempo impiegati dalle forze di polizia”.

Può spiegare come funzionano concretamente?
“Elaborando i dati di eventi già accaduti, questi sistemi ci consentono di prevedere la probabilità di dove e come accadranno altri fatti, in futuro. E questo, relativamente ad alcune categorie di soggetti, ed in aree specifiche”.


Ci saranno anche testimonianze in questo senso?
“Sono state coinvolte le Università, non a caso. Avremo i docenti della Cattolica, Ernesto Savona, Marco Dugato e Stefano Delfini, che ci racconteranno di un’esperienza di Transcrime sulle analisi predittive, riguardo la devianza minorile grave di Milano. E, dalla Federico II, il professor Giacomo Di Gennaro, che analizzerà le politiche pubbliche, tra integrazione ed esclusione sociale, mentre Maria Luisa Iavarone si soffermerà sul tema educativo ed il docente Elia Lombardo illustrerà proprio la costruzione dei modelli predittivi, e il caso X-Law a Napoli”.

Nasce un vero e proprio think thank? Ma quali sono i dati?
“Sì, unendo tutte le competenze possiamo elaborare migliori strumenti non solo di contrasto, ma di prevenzione. Si conferma comunque il dato peculiare: solo nell’ultimo mese, 18 episodi di cronaca vedono coinvolti minori”.


E negli ultimi anni ?
“C’è l’ascesa del fenomeno. Solo nel 2019, stando ai dati forniti da polizia e carabinieri, i minori arrestati sono stati 142 e quelli denunciati a piede libero 374. Nel 2020, nonostante i diversi mesi di isolamento, i minori denunciati sono 286, quelli arrestati sono 110”.

Un esercito di quasi mille ragazzi.
“Sì, un fenomeno ampio che noi individuiamo su tre livelli. Quello del bullismo, anche grave, che può portare a ferimenti gravi, che nasce quasi in strada, spontaneo, senza strutturazione criminale. Il secondo livello è quello dei reati predatori, delle rapine. Il terzo è quello della vera e propria manovalanza collaterale alle cosche: dallo spaccio alle “stese” , ad altre attività” .


Una storia tra tante: quella di Luigi Caiafa, ucciso a 17 anni, durante una rapina, suo padre è stato poi assassinato davanti ai tre figli minori. Ci vuole un modello predittivo per ipotizzare che quei bambini rischiano molto?
“No, difatti queste sono tra le tante storie che ci devono interrogare”.

Il pg Riello dice: basta buonismo. Occorrono norme più severe?
“Bisogna ragionare sulle criticità della legislazione vigente. E oggi infatti lo faremo”.


Prefetto, la situazione generale del lockdown come ha inciso?
“Lo scenario attuale ha elevato il rischio: tra chiusura delle scuole, allontanamento dai riti quotidiani, la situazione si è aggravata. E sia chiaro; non è un giudizio sull’incidenza di queste misure. Ma solo la fotografia della realtà”.