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Minacce agli amministratori locali sui social: sindaci i più colpiti

Minacce agli amministratori locali sui social: sindaci i più colpiti

metropolisweb

Buonajuto (Anci): «Investire in formazione e cultura»

Ercolano. “Nel primo trimestre 2022, confermando il trend del 2021, i sindaci sono stati gli amministratori locali più colpiti dalle intimidazioni con il 56.7 % degli atti minatori subìti.

Nello stesso periodo i fenomeni di intimidazione hanno registrato un calo del 12,8% (da 157 a 180), pur concentrandosi sempre nelle stesse Regioni.

Rispetto al passato, le minacce sono veicolate sempre più tramite social network, a conferma che la responsabilità degli amministratori locali si è accresciuta nella percezione dell’opinione pubblica”. Lo ha evidenziato Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, vicepresidente Anci e delegato a Sicurezza e Legalità che ha partecipato al Viminale alla riunione dell’Osservatorio sugli atti intimidatori nei confronti dei sindaci, alla presenza della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

Dai dati del Ministero emerge che il fenomeno – spiega il vicepresidente – ha sempre di più una valenza culturale. A colpire, soprattutto sono singoli cittadini o gruppi, che sfogano con i social il proprio disagio verso la figura dello Stato più prossima sul territorio, il sindaco, verso cui sfogano il malcontento suscitato da una decisione amministrativa, da un disagio sociale o per casi di violenza “politica” o anche casi strettamente legati al tema dell’immigrazione e all’accoglienza dei rifugiati.

E’ rilevante poi che “la criminalità organizzata incida sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali in piccola parte (0.6% nell’intero anno 2021)”. Ma proprio perché il fenomeno va combattuto sul piano culturale, per Bonajuto è importante che la Conferenza Stato Città, accogliendo la proposta dell’Anci, abbia disposto lo scorso giugno il riparto del Fondo iniziative di promozione della legalità e per misure di ristoro del patrimonio dell’ente o in favore degli amministratori locali che hanno subito episodi di intimidazione connessi all’esercizio delle funzioni istituzionali.

Ogni Comune riceverà i fondi in base al numero dei cittadini ed al numero di minacce subite ma la cosa importante – osserva – è che ogni amministrazione potrà utilizzarli in autonomia attraverso un’apposita delibera. Ad Ercolano li useremo per esempio per sensibilizzare i giovani nelle scuole, proseguendo un percorso formativo essenziale per sensibilizzare le nuove generazioni”.

Ho inoltre ribadito alla Ministra – ha aggiunto Buonajuto – la necessità che si prosegua su questo versante della formazione, anche alla luce dell’inasprimento delle pene previste per chi minaccia sindaci e amministratori locali secondo quanto previsto dalla legge 3 luglio 2017, n. 105. Il mondo dei social network viene percepito ancora come una sorta di Far West dove tutto è possibile, anche grazie ad una accessibilità diretta agli amministratori locali. Dobbiamo invece capire che dietro lo schermo di un computer vi sono comunque delle persone che vanno rispettate in quanto tali, oltre che nel loro ruolo istituzionali di responsabile della gestione delle comunità”, ha concluso il vicepresidente Anci.

Fonte:Ercolano. “Nel primo trimestre 2022, confermando il trend del 2021, i sindaci sono stati gli amministratori locali più colpiti dalle intimidazioni con il 56.7 % degli atti minatori subìti.

Nello stesso periodo i fenomeni di intimidazione hanno registrato un calo del 12,8% (da 157 a 180), pur concentrandosi sempre nelle stesse Regioni.

Rispetto al passato, le minacce sono veicolate sempre più tramite social network, a conferma che la responsabilità degli amministratori locali si è accresciuta nella percezione dell’opinione pubblica”. Lo ha evidenziato Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, vicepresidente Anci e delegato a Sicurezza e Legalità che ha partecipato al Viminale alla riunione dell’Osservatorio sugli atti intimidatori nei confronti dei sindaci, alla presenza della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.

Dai dati del Ministero emerge che il fenomeno – spiega il vicepresidente – ha sempre di più una valenza culturale. A colpire, soprattutto sono singoli cittadini o gruppi, che sfogano con i social il proprio disagio verso la figura dello Stato più prossima sul territorio, il sindaco, verso cui sfogano il malcontento suscitato da una decisione amministrativa, da un disagio sociale o per casi di violenza “politica” o anche casi strettamente legati al tema dell’immigrazione e all’accoglienza dei rifugiati.

E’ rilevante poi che “la criminalità organizzata incida sul fenomeno delle intimidazioni agli amministratori locali in piccola parte (0.6% nell’intero anno 2021)”. Ma proprio perché il fenomeno va combattuto sul piano culturale, per Bonajuto è importante che la Conferenza Stato Città, accogliendo la proposta dell’Anci, abbia disposto lo scorso giugno il riparto del Fondo iniziative di promozione della legalità e per misure di ristoro del patrimonio dell’ente o in favore degli amministratori locali che hanno subito episodi di intimidazione connessi all’esercizio delle funzioni istituzionali.

Ogni Comune riceverà i fondi in base al numero dei cittadini ed al numero di minacce subite ma la cosa importante – osserva – è che ogni amministrazione potrà utilizzarli in autonomia attraverso un’apposita delibera. Ad Ercolano li useremo per esempio per sensibilizzare i giovani nelle scuole, proseguendo un percorso formativo essenziale per sensibilizzare le nuove generazioni”.

Ho inoltre ribadito alla Ministra – ha aggiunto Buonajuto – la necessità che si prosegua su questo versante della formazione, anche alla luce dell’inasprimento delle pene previste per chi minaccia sindaci e amministratori locali secondo quanto previsto dalla legge 3 luglio 2017, n. 105. Il mondo dei social network viene percepito ancora come una sorta di Far West dove tutto è possibile, anche grazie ad una accessibilità diretta agli amministratori locali. Dobbiamo invece capire che dietro lo schermo di un computer vi sono comunque delle persone che vanno rispettate in quanto tali, oltre che nel loro ruolo istituzionali di responsabile della gestione delle comunità”, ha concluso il vicepresidente Anci.

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