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Milano, l’«affare infinito» del padel. Ma al Comune vanno solo 80 euro al mese

Le indagini sul centro sportivo Sant’Ambrogio, dove sono stati costruiti abusivamente otto campi: ricavi enormi, affitti fuori mercato

di Cesare Giuzzi – Il Corriere della Sera

Il nipote del boss, Marco Molluso lo ripeteva al telefono: «Dietro il padel c’è un business infinito…». E in effetti da quanto emerge dall’inchiesta che dieci giorni fa ha portato ai domiciliari il 39enne di Buccinasco e al sequestro di 8 campi costruiti abusivamente nel centro sportivo comunale Sant’Ambrogio di via De Nicola, quello del padel era davvero un business infinito. Non solo per Molluso, l’unico indagato nell’inchiesta della Direzione investigativa antimafia. Emergono infatti alcuni particolari relativi alla gestione da parte del Comune. Su questo le indagini sono ancora in corso, soprattutto per il filone dell’abusivismo edilizio in capo dalla polizia locale.

La struttura della Barona è gestita dalla società «Lombardia Uno» dei fratelli Gatti. Uno dei soci è Paolo Gatti, 56 anni, nome molto noto nell’ambiente sportivo. È docente universitario, ex collaboratore del settore giovanile del Milan e gestisce tre centri: il Sant’Ambrogio, il Palauno di largo Balestra e il Pozzo Bonelli a Niguarda. Un impero, a giudicare dal volume di campi e strutture: 4 campi da calcio a 11, 38 da calcetto, 10 da beach volley, un palasport e una palestra polifunzionale. In via De Nicola, i fratelli Gatti sono presenti da più di vent’anni. La convenzione del 2005 con il Comune prevede la cessione di 14.500 metri quadrati di campi e strutture in cambio di un canone di 920 euro più iva all’anno. Più o meno 80 euro al mese. Cifra alla quale alla Barona non si affitta neppure un box. La concessione è ventennale e prevede a garanzia una fideiussione bancaria di poco più di 5 mila euro. Al momento della convenzione la società dei Gatti aveva 12.570 euro di arretrati con il Comune. Ma un accordo con l’amministrazione e un piano di rientro totale nel giro di poco più di un anno, avevano comunque permesso di conservare la concessione.

Per il Palauno la quota è più alta: 8.235 euro più iva all’anno. Mentre al Pozzo è di 6.095. Le tariffe sono fissate da Palazzo Marino e dalla Giunta secondo parametri stabiliti e variabili. «Per forza di cose fuori mercato visto che si tratta di iniziative ad alto impatto sociale», spiegano dal Comune. Inoltre a fronte di tariffe così basse il gestore si assume l’impegno della manutenzione ordinaria e straordinaria e dove stabilito anche dell’adeguamento o della costruzione di opere che restano poi di proprietà pubblica. Il sistema vale per tutti i gestori privati, al netto che in mezzo ci sono associazioni sportive che si dedicano solo all’attività agonistica e altre che invece vivono molto su business alternativi: affitto delle aree per meeting, feste e convegni, noleggio dei campi e delle strutture, centri estivi a pagamento. Nel 2020 la società «Lombardia uno» dei Gatti aveva una produzione di 797.966 euro con ricavi a 409.978 euro. Si racconta anche di una vecchia vicenda di cui però il Comune dice di non sapere nulla, un contenzioso con il centro diurno per disabili di via De Nicola. Gli impianti sportivi, per un certo periodo, sarebbero stati allacciati non si sa come all’elettricità del centro.

C’è poi un ultimo aspetto, legato ai rapporti (documentati e diretti) tra i Molluso e Paolo Gatti. Il Comune ha subito annunciato che saranno effettuate verifiche approfondite sui gestori del centro. Per ora non ci sono stati provvedimenti, neppure una sospensione. Eppure il regolamento delle concessioni su questo punto è molto chiaro. Se ci sono irregolarità nella gestione la concessione verrà immediatamente revocata. L’abuso edilizio e la presenza di una famiglia mafiosa nella gestione occulta del centro sono violazioni del regolamento? Si vedrà. Anche perché sulla vicenda potrebbe arrivare presto la scure dell’Antimafia con l’emissione di una interdittiva alla società dei Gatti che comporti la revoca della concessione per «condizionamento mafioso» dell’impresa, a meno che il Comune non proceda prima. Intanto però il centro resta aperto e attivo.

31 dicembre 2022

Fonte:https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/22_dicembre_31/milano-l-affare-infinito-del-padel-ma-al-comune-vanno-solo-80-euro-al-mese-a84d0e54-8867-11ed-8dd9-3f83702fb8ed.shtml