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Messaggi minacciosi a Sperlonga all’Ing.Benito Di Fazio,consigliere comunale e componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Caponnetto

Sperlonga, la Caponnetto denuncia: “Intimidazione mafiosa contro il consigliere Di Fazio

Di Fazio infame schifoso”. Questa, la scritta a caratteri cubitali comparsa sul portone d’ingresso dell’abitazione del consigliere comunale di Sperlonga Benito Di Fazio, da anni tra i più attivi esponenti dell’opposizione locale. Uno sfregio a colpi di vernice spray di cui si è reso conto lui stesso martedì mattina, intorno alle 9, appena uscito con l’intenzione di recarsi in Municipio. Non c’è mai arrivato, il consigliere della civica “Libera Sperlonga”. Scosso, dalla sua casa al civico 7 di via Torre di Nibbio, nel centro storico del paese, ha tirato dritto verso la Stazione dei carabinieri, presentando una denuncia contro ignoti.

Benito Di Fazio

Benito Di Fazio

Per Di Fazio, quanto accaduto è “il preludio di minacce per l’attività politica che svolgo”. Un’attività ostinata, che conta decine di interventi in nome della legalità, spesso portati avanti anche attraverso le carte bollate. Tra i “cavalli di battaglia” del consigliere l’hotel Grotta di Tiberio, che vede comproprietario l’ex sindaco sperlongano e presidente della Provincia Armando Cusani, sequestrato per due permessi a costruire ritenuti illegittimi fino in Cassazione. Proprio su questo fronte, che com’è ovvio allo stato dei fatti non è in nessun modo riconducibile alla scritta oltraggiosa comparsa l’altra mattina, le ultime due mosse dell’ingegner Di Fazio. Un esposto-denuncia di poche settimane fa, che tirava in ballo un funzionario comunale per non aver emesso, post Cassazione, alcun provvedimento di abbattimento riguardante la struttura ricettiva. Una diffida nei giorni scorsi alla Regione per non aver messo in campo, di fronte all’inottemperanza del Comune all’abbattimento degli abusi edilizi nell’hotel, i propri poteri sostitutivi.

Qualunque sia stato il motivo che ha portato mani ignote a bollarlo come un “infame schifoso”, l’esponente d’opposizione è comunque convinto di una matrice politica, legata alle sue denunce dentro e fuori l’assise. Una battaglia a tutela del territorio in cui è nato e cresciuto che, scritte o non scritte, proseguirà imperterrita. “Trovo quello che è successo una cosa brutta, ma non mi fa paura”, ha detto telefonicamente. “Andrò avanti”. E non certo a fare qualcosa di infamante: “Io voglio solamente ripristinare la legalità, non sono un sabotatore, non sono contro nessuno”.

“Un gravissimo episodio di chiaro stampo mafioso”, è il commento – forte – dell’associazione “Caponnetto”, della quale Di Fazio è referente per Sperlonga. Parole scritte nero su bianco in una lettera inviata ieri dal segretario Elvio Di Cesare al prefetto di Latina Pierluigi Faloni, al procuratore capo della Procura pontina Andrea De Gasperis, al coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma Giuseppe Pignatone e al ministro dell’Interno Angelino Alfano. Vi si chiedono “un’inchiesta rigorosa tendente ad individuare e punire gli autori – e gli eventuali mandanti – delle scritte” e “adeguate misure di protezione dell’ingegner Di Fazio e della sua famiglia”.