Pastena, Ceprano, Borgo Montello e chissà quanti altri siti avvelenati dai rifiuti tossici che la camorra ha interrato nel Lazio.
Nel silenzio generale, se non con la complicità di amministratori pubblici corrotti e disonesti.
Un oceano di sostanze tossiche che sicuramente ha prodotto danni irrimediabili all’ambiente e che ha portato e continuerà a portare per decenni alla morte migliaia di persone e di animali.
La camorra, questo esercito di banditi, di delinquenti senza scrupoli, che trovano sempre una sponda nella politica e nelle istituzioni per i loro sporchi affari.
Grazie a Dio, spuntano di tanto in tanto dei servitori dello Stato e degli amministratori pubblici che hanno senso civico e delle istituzioni e che cercano di ricreare un clima di legalità e di convivenza civile, pur tra le tante difficoltà determinate in particolare dalle lungaggini burocratiche, dall’insensibilità della maggior parte dei ceti dirigenti, dalla scarsezza delle risorse messe a disposizione dallo Stato e dalla Regione.
Tutti o quasi sapevano che la camorra aveva interrato in alcuni suoli del Basso Lazio montagne di rifiuti tossici ma nessuno fino a qualche tempo fa ha denunciato, indagato, individuato e punito i responsabili arrestandoli e lasciandoli marcire in galera, insieme a coloro, esponenti politici ed istituzionali, che hanno consentito ai camorristi di uccidere – sì, uccidere – migliaia di persone ed animali.
Dobbiamo alla sensibilità, all’onestà, al coraggio di sindaci come Arturo Gnesi di Pastena o di esponenti delle forze dell’ordine come il Colonnello dei Carabinieri Menga di Frosinone e del Capitano Di Carlo della Compagnia CC. di Pontecorvo, se si sta cercando di recuperare il tempo perso in decenni di silenzi e di inerzia.
Resta il problema della scarsezza delle risorse messe a disposizione dalla Regione Lazio.
E ciò fa sospettare che manchi la volontà politica di far venire alla luce i nomi dei veri responsabili di questi atti criminali.
Vorremmo tanto sbagliarci, ma temiamo che un tale sospetto sia, purtroppo, più che fondato.
Comunque, noi non molleremo e continueremo a denunciare fino alla fine coloro che eventualmente dovessero ostacolare in un modo o nell’altro l’opera di accertamento e di bonifica.