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Mentre i pentiti parlano e citano i nomi dei politici che sarebbero contigui alla mafia, si organizzano in fretta le difese con leggi ad hoc…

Un venerdì di passione per il Cavaliere

Un venerdì di passione quello odierno per Silvio Berlusconi preso nella morsa tra l’accusa di corruzione rimbalzata da Milano dove è in corso il processo Mills, e quella di contiguità con la mafia, riecheggiata nel bunker di Torino dove il pentito Gaspare Spatuzza, nel corso dell’attesa deposizione, ha citato espressamente il premier, oltre a Marcello Dell’Utri. Tutto questo alla vigilia del No B Day, con l’opposizione che porterà in piazza gli umori anti-berlusconiani e che certo non perderà l’occasione per fare da grancassa alle vicende giudiziarie che toccano il presidente del Consiglio

Quella sensazione di ‘accerchiamento’, che ha tormentato il Cavaliere in questi ultimi mesi, si è infine materializzata oggi, generando una sorta di cappa sui palazzi delle istituzioni che, con il fiato sospeso, hanno alternato lo sguardo tra il tribunale di Milano e la maxi-aula di Torino. Con il presidente del Consiglio in all’erta: per la decisione dei giudici di Milano che hanno ghigliottinato il legittimo impedimento (vale solo per le riunioni del Consiglio dei ministri e non per le ‘trasferte’ come quella di oggi in Calabria, a cui poi il premier ha dato forfait); e per essersi ritrovato sulla bocca di un pluri-assassino che sotto i riflettori del mondo ha dato corpo a quella che il Cavaliere ha definito una ‘follia’.
E forse per la prima volta Berlusconi si è sentito mancare il terreno sotto i piedi. Non c’è ancora uno ‘scudo’ o ‘lodo’ che dir si voglia a sua protezione, nonostante l’incessante lavorio dei suoi avvocati in questi mesi che alla fine non ha prodotto alcunché; anzi, mentre ancora si discute come fronteggiare l’offensiva giudiziaria, il Tribunale di Milano ha sparigliato l’agenda del premier.
Tutto questo – stando alle parole del fedelissimo Fabrizio Cicchitto – dovrà mettere il turbo ad una legge ad hoc proprio sul legittimo impedimento, da varare a tempo di record. Ma forse non basta.

Da oggi, dopo le parole di Spatuzza, si è aperto ufficialmente anche il fronte mafia, e nonostante il grido di rabbia e di dolore che sale dal Pdl, il partito deve mettere nel conto anche l’ombra dell’indagine fiorentina sulle stragi del ’93. Ma tutto questo – Berlusconi ne è convinto – si ritorcerà come un boomerang contro chi ha orchestrato una operazione folle che ruota attorno ad un pentito che ha zero credibilità. Una cosa fuori dal mondo, surreale, per il Cavaliere che controbatte alla insinuazioni ‘mafiose’ elencando tutti i provvedimenti prodotte dal suo governo proprio per mettere all’angolo le organizzazioni criminali. Ed è proprio l’offensiva contro la criminalità organizzata, dicono nel centrodestra, che ha mosso la mafia alla “vendetta-Spatuzza”.

In questo venerdì di passione quindi tutto il Pdl, come un sol uomo, ha fatto quadrato attorno al premier, questa volta senza distinzioni vistose tra le componenti. I finiani non hanno calcato la mano, ed è intervenuto lo stesso Gianfranco Fini la cui “bomba atomica-Spatuzza” è stata peraltro evocata nel bunker di Torino dal difensore di Dell’Utri, che l’ha invece ridimensionata a semplice “petardo” (con il leghista Calderoli che, più prosaicamente, l’ha ridimensionata a “peto”).
Il presidente della Camera, ha voluto dar prova di coerenza, con una dichiarazione che rievoca il suo noto fuorionda: solo che “l’atomica” non è più Spatuzza bensì l’amplificazione mediatica delle sue dichiarazioni. Resta il principio di fondo, ossia che senza riscontri “puntuali e rigorosi” da parte dei magistrati, le accuse restano solo parole.
In fondo, date le premesse, la giornata giudiziaria si è chiusa senza nubifragi per il Cavaliere, che ha potuto tirare un sospiro di sollievo.

(Tratto da AprileOnline)