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Maxinchiesta in Molise.Coinvolte 23 amministrazioni comunali e 144 persone.Ecco cosa potrebbe nascondersi dietro gli appalti senza gara e d’urgenza.Attenti a questi ultimi: i lavori “d’urgenza”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Il  commento politico alla maxinchiesta anticorruzione è del Movimento Cinque Stelle. Sui socialnetwork hanno commentato sia Antonio Federico che Patrizia Manzo i due consiglieri che nel 2014 avevano presentato in consiglio regionale due interrogazioni.

“Dieci mesi fa – ha sostenuto Antonio Federico –  interrogazioni in Regione ed esposti in Procura. Oggi 144 indagati tra amministratori pubblici e imprenditori. Storie di “ordinaria corruzione” in Molise”.

“Nel 2014, due interrogazioni del MoVimento 5 Stelle Molise in Consiglio regionale – aggiunge Patrizia Manzo – hanno scoperto un sistema fatto di procedure d’urgenza e senza gara. 27 milioni di euro per 87 interventi – fondi per la messa in sicurezza del territorio – finiti prima in Parlamento e poi in procura con un esposto del M5S. La notizia di oggi è che la Guardia di Finanza ha concluso la maxi inchiesta per una lunga serie di reati: associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Gli indagati sono 144”.

Ma cosa hanno denunciato i consiglieri del Movimento?  Il MoVimento 5 Stelle ha portato in Consiglio regionale due interrogazioni per verificare come vengono gestiti i 27 milioni di euro stanziati con delibera Cipe 8/2012 per un totale di 87 interventi in tutto il Molise. La “curiosità” ci è venuta quando abbiamo acquisito i documenti per la prima interrogazione su specifici lavori alla Fondovalle Verrino. Dalla risposta pervenuta a firma dell’ingegnere Michele Biello (link) e dell’Ing. Lino Mastronardi (link) abbiamo appreso per quei lavori erano stati affidati alla stessa ditta (Totaro Biase) tre interventi consecutivi sullo stesso versante tra il 2009 e il 2013 con fondi propri della Provincia. Interventi per 10.320 euro nel 2009, 33.180 euro nel 2010 e 47.940  euro nel 2013, affidati con procedura di somma urgenza, quindi senza gara. Un’apposita relazione geologica, poi, stabilì che per la definitiva risoluzione del problema era necessario un intervento stimato di 600 mila euro, da prelevare dalla stessa delibera Cipe. E anche in questo caso la ditta aggiudicataria dei lavori è stata la stessa.

Nonostante gli sforzi, non siamo riusciti ancora a capire l’iter seguito per l’ultimo affidamento, né è riuscito a spiegarlo l’assessore Nagni nella seduta consiliare del 9 dicembre 2014. Tuttavia pare che la procedura seguita sia stata ancora quella dell’affido in somma urgenza senza gara, e in tal senso aspettiamo di essere smentiti. Ma vista la situazione abbiamo presentato una seconda interrogazione per chiedere le procedure seguite per affidare i lavori su tutti gli 87 cantieri. La risposta (link), per quanto lacunosa e tardiva, aumentò i dubbi: per i lavori era stata seguita la “procedura negoziata senza previa pubblicazione di bando di gara” (art. 122 comma 7 del codice degli appalti). L’assessore Nagni ha sempre detto di non saperne nulla, spiegando come le procedure ristrette, forse, erano state seguite per non perdere i finanziamenti (video intervento in aula Antonio Federico). Ma accelerare gli interventi non può e non deve tradursi nell’eludere procedure trasparenti, soprattutto quando si maneggiano i soldi dei cittadini.