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Maxi-blitz contro la mafia cinese. Nel mirino società di money transfer

Nei guai anche una famiglia bolognese. Scoperte operazioni di riciclaggio di denaro. 24 arresti

Ha interessato anche l’Emilia-Romagna un maxi-blitz della Guardia di Finanza contro la criminalità organizzata cinese: le Fiamme gialle hanno scoperto operazioni di riciclaggio di denaro sporco per centinaia di milioni. Arresti, perquisizioni e sequestri di beni immobili e mobili sono stati compiuti in otto regioni: oltre all’Emilia-Romagna, Toscana (da cui è partita l’operazione), Lombardia, Piemonte, Veneto, Lazio, Campania e Sicilia. Secondo le indagini, oltre cento aziende trasferivano verso la madrepatria ingenti somme provenienti da vari reati.

LA FAMIGLIA BOLOGNESE – Le indagini sono iniziate nel 2008 quando le Fiamme Gialle del nucleo di Polizia tributaria di Firenze hanno individuato un sodalizio criminale composto da una famiglia cinese, i Cai, originaria della provincia di Hubei, e da tre italiani, due fratelli bolognesi (Fabrizio e Andrea Bolzonaro) e il padre. L’attività criminosa della famiglia cinese è iniziata nel 2006 quando hanno acquisito una partecipazione della società di money transfer Money2Money con sede legale a Bologna e sub-agenzie sparse su tutto il territorio nazionale. La Money2Money era stata fondata dalla famiglia Bolzonaro che, secondo gli inquirenti, una volta entrata nell’orbita dei soggetti cinesi, ha messo a disposizione dell’organizzazione criminale la propria conoscenza del settore, controllando l’operato di ogni sub agenzia e risolvendo eventuali problematiche nel trasferimento del denaro.

ASSOCIAZIONE MAFIOSA – Le aziende individuate, tra cui la Money2Money trasferivano verso la madrepatria centinaia di milioni di euro provenienti da vari reati. Nel corso dell’operazione, la Guardia di Finanza ha arrestato 24 soggetti tra cinesi ed italiani per associazione di stampo mafioso ed ha sequestrato 73 aziende, 181 immobili e 166 auto di lusso. L’associazione mafiosa contestata ai cittadini cinesi arrestati in mattinata – spiega una nota – era finalizzata al riciclaggio di proventi illeciti derivanti dai reati di evasione fiscale, favoreggiamento dell’ingresso e della permanenza nel territorio dello Stato di cittadini cinesi clandestini per il successivo sfruttamento nell’impiego al lavoro, sfruttamento della prostituzione, contraffazione, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci o in violazione delle norme a tutela del Made in Italy, ricettazione, appropriazione indebita.

ARRESTI E SEQUESTRI – Tra gli arrestati 17 sono cittadini cinesi e 7 sono cittadini italiani (per 2 di essi sono state previste la custodia cautelare domiciliare). Nei confronti di 108 soggetti indagati (quasi tutti imprenditori) sono state eseguite misure cautelari reali con il sequestro di beni (immobili, auto di lusso, quote societarie, denaro contante) profitto dei reati oggetto di riciclaggio. Grazie all’operazione, si legge in un comunicato della Guarda di Finanza, è stata smantellata una organizzazione che dal 2006 ha riciclato oltre 2,7 miliardi di euro. Le attività investigative hanno consentito anche di agire a tutela del Made in Italy con il sequestro di oltre 780 mila articoli contraffatti, mendaci o prodotti in violazioni di norme a tutela del Made in Italy ovvero della sicurezza dei prodotti. In totale l’operazione delle Fiamme Gialle, oltre a 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere, ha messo sotto indagine a piede libero 134 persone.

Antonio Leggieri

(Tratto dal Corriere di Bologna)