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MARCIANISE, IL SANGUE DELLA CAMORRA. 24 colpi di kalashnikov per ammazzare il rivale dei Quaqquaroni.

MARCIANISE, IL SANGUE DELLA CAMORRA. 24 colpi di kalashnikov per ammazzare il rivale dei Quaqquaroni. Richiesta di rinvio a giudizio per tutto il “gotha” del clan Belforte. Chi sparò, chi fece da specchiettista, chi ideò, chi partecipòFormalizzata l’istanza da parte del pubblico ministero della Dda Luigi Landolfi. Fissata l’udienza preliminare davanti alla gip del tribunale di Napoli Russo

MARCIANISE – E’ giunta ad una svolta la vicenda dell’omicidio di Nazzareno Mancino, avvenuta a Marcianise il 7 aprile 1999. Il pubblico ministero della Dda di Napoli Luigi Landolfi ha chiesto il rinvio a giudizio per diversi esponenti del clan Belforte. In verità, nel fascicolo del pm non c’è solo l’episodio dell’omicidio di Nazzareno Mancino ma anche quello del tentato omicidio di suo fratello Saverio, avvenuto sempre a Marcianise il giorno 8 settembre 2002 e non consumato per la reazione immediata della vittima. Gli episodi si inquadrano, secondo il magistrato inquirente, nell’ambito della faida tra i clan Belforte e Piccolo-Letizia.

Le richieste di rinvio a giudizio saranno oggetto dell’udienza preliminare, che il gip del tribunale di Napoli Russo ha fissato per il prossimo 23 giugno.

Questi gli imputati: Bruno Buttone, Antonio Raucci, Domenico Raucci, Giuseppe Sparaco, Luigi Trombetta,Camillo Antonio Bellopede, e ancora, Pasquale Di Vilio, Antonio Gerardi, Filippo Petruolo, Gaetano Piccoloe FrancescoZarrillo.

Per quanto riguarda le imputazioni Bruno Buttone Antonio Raucci, Domenico Raucci, Giuseppe Sparaco, Luigi Trombetta e Camillo antonio Bellopede sono imputati di omicidio premeditato in concorso. Bruno Buttone nella veste di ideatore, insieme a Luigi Trombetta, ed esecutore materiale, insieme a Domenico Raucci, del delitto che fu consumato con modalità efferate, visto che la vittima fu attinta da 7 dei 24 colpi esplosi con un kalashnikov.

Camillo Antonio Bellopede nella veste di specchiettista, cioè di colui che avvistò la vittima; ancora Luigi Trombetta, che, insieme a  Giuseppe Sparaco e ad Antonio Raucci ebbero incarichi di recupero degli esecutori.

Per quanto riguarda il tentato omicidio di Saverio Mancino, richiesta di rinvio a giudizio per Pasquale Di Vilio e Antonio Gerardi, esecutori materiali dell’omicidio fallito, che fu effettuato con l’esplosione di tre colpi di pistola nei confronti della vittima designata; Gaetano Piccolo, detto il ceneraiuolo, Filippo Petruolo e Francesco Zarrillo nella veste di ideatori. Lo stesso Filippo Petruolo comparirà davanti al gup anche con l’accusa di essere stato l’addetto al recupero dei componenti del commando di morte.

Nell’udienza preliminare saranno presenti gli avvocati difensori Mariano Omarto, Angelo Raucci, Franco Liguori, Federico Simoncelli, Massimo Trigari, Carmine Nacca, Maria Di Cesare e Luigi Rossi, questi ultimi due difensori, rispettivamente, dei collaboratori di giustizia Bruno Buttone e Antonio Gerardi.

Tutti i componenti della famiglia Mancino, compreso Saverio, scampato ai killer, sono stati identificati come persone offese, viatico per la loro costituzione di parte civile.

G.G.

PUBBLICATO IL: 20 maggio 2016 ALLE ORE 10:27

fonte:www.casertace.net