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Manfredonia e il rischio di un nuovo scioglimento per mafia. Ambiguità e relazioni, i casi più scottanti

Manfredonia e il rischio di un nuovo scioglimento per mafia. Ambiguità e relazioni, i casi più scottanti

Di Francesco Pesante 22 Luglio 2022 INCHIESTE

Difficile pensare ad un secondo disastro amministrativo nel giro di pochi anni ma l’amministrazione Rotice farebbe bene a non sottovalutare alcune situazioni poco chiare

Il Comune di Manfredonia rischia un nuovo scioglimento per mafia? Ipotesi da non scartare, i casi in Italia di amministrazioni colpite più volte dal provvedimento governativo non mancano, ma riguardano soprattutto piccole realtà strozzate per decenni da camorra e ‘ndrangheta. Mentre è più improbabile trovare casi del genere in Comuni di media grandezza come Manfredonia che conta quasi 60mila abitanti. Forse anche per questo si cade più facilmente in situazioni ambigue, forti del fatto che difficilmente si potrà incappare in un secondo disastro amministrativo nel giro di pochi anni. Ma l’attuale giunta farebbe bene a non sottovalutare una serie di opacità.

Le violenze in Ase

Eppure le questioni scomode in riva al golfo non mancano e poco o nulla sarebbe stato fatto in termini di bonifica dell’ente dopo lo scioglimento di fine 2019. Iniziamo dall’azienda Ase che per conto del Comune gestisce il servizio ecologico a Manfredonia. Nella relazione di scioglimento dell’epoca si parlava ampiamente della famiglia Fatone e dei precedenti penali di alcuni suoi componenti. Michele Fatone e suo figlio Raffaele, dipendenti della società, si sarebbero resi protagonisti negli anni di alcuni casi di cronaca già raccontati nel 2019 dai commissari. Violenze e minacce anche contro i colleghi: pugni e strattoni per sottometterli alle loro volontà. Episodi tornati di moda poche settimane fa quando i due Fatone avrebbero aggredito e malmenato il responsabile del personale Domenico Manzella. Quest’ultimo ha presentato denuncia ai carabinieri e si è poi dovuto sottoporre ad un intervento chirurgico per i traumi al volto. Motivo delle botte? Manzella avrebbe modificato alcuni orari di lavoro.

Feste e Carnevale col presunto narcos

Altra questione scivolosa riguarda la presenza dei fratelli Pesante nell’associazione “Io sono Partita Iva” che a Natale curò le luminarie nel fossato del castello mentre questa estate – in collaborazione col Comune – si occupa di alcuni eventi del “Carnevale”. I Pesante sono noti agli inquirenti per vecchie vicende di cronaca nera. Michele in particolare, gestore di un noto locale della città, è tuttora sotto processo per un presunto giro di narcotraffico: il 47enne figura nella lista delle persone arrestate nel 2020 in un maxi blitz internazionale contro lo spaccio di droga. Ha inoltre precedenti per rapina, ricettazione e porto abusivo di armi, con concessione della riabilitazione. L’uomo è anche citato nella lunghissima ordinanza cautelare “Omnia Nostra”, maxi inchiesta antimafia del dicembre 2021. Ma non è tra gli indagati. Sempre Michele Pesante era ai festeggiamenti per la vittoria delle elezioni del sindaco Gianni Rotice (foto in alto) nel novembre 2019; ci sono immagini dell’uomo che sorride e beve champagne dalla bottiglia. A marzo scorso ha persino partecipato ad una riunione con un assessore della città e alcuni consiglieri di maggioranza. Infine, pochi giorni fa, era al centro della sfilata inaugurale del Carnevale, la famosa “Ciambotta”: in un video si nota mentre dà indicazioni all’entourage del primo cittadino su dove collocarsi nel corteo mascherato.

Il consigliere comunale in odor di mafia

Altra questione pruriginosa riguarda la presenza in Consiglio comunale di Adriano Carbone sotto inchiesta in “Omnia Nostra” con la pesantissima accusa di associazione mafiosa. Il politico, estromesso da Fratelli d’Italia dopo lo scandalo, ma rimasto a Palazzo di Città da consigliere indipendente pro maggioranza, avrebbe agevolato il clan Lombardi-Ricucci-La Torre favorendo alcuni esponenti durante la sua attività lavorativa di consulente-commercialista. Inutili le richieste di dimissioni formulate dall’opposizione, Carbone è ancora saldamente in Comune e vota solitamente a favore della giunta di centrodestra.

La sorella del boss

C’è poi la compagna di vita del sindaco Gianni Rotice, la mattinatese Libera Scirpoli, ex Pd e sorella del boss garganico Francesco Scirpoli detto “Il lungo”, attualmente in carcere ad Agrigento con una condanna in appello a circa 8 anni per l’assalto ad un portavalori. L’uomo è inoltre imputato in “Omnia Nostra”, accusato di essere uno dei capi del clan Lombardi-Ricucci-La Torre. La sorella, dopo l’addio alla politica proprio per via della parentela pericolosa, è divenuta segretaria generale del DARe, società consortile di cui è socia UniFg, con azionista di maggioranza proprio Rotice. Ma non è tutto, Libera Scirpoli è anche in affari con il fratello: come emerso dalle carte di un’inchiesta di DDA e carabinieri del Ros, risultava, fino al 2019, in società con il boss e i suoi più stretti parenti nella “Aurora Società Agricola”. I carabinieri del Ros scrivono che “Il lungo” rimase amministratore unico fino all’11 aprile 2019, giorno in cui venne sostituito dalla moglie a seguito delle sue “dimissioni”. Stando alle carte giudiziarie del blitz “Omnia Nostra”, il capoclan di Mattinata – così indicato dal pentito Antonio Quitadamo -, acquistò un terreno da un giudice, vicenda che – secondo gli inquirenti – avrebbe celato un accordo corruttivo: soldi in cambio di assoluzioni. Per questo motivo, magistrati e carabinieri scandagliarono i rapporti creditizi del mattinatese per verificare la provenienza delle provviste utilizzate per l’acquisto da parte dello stesso Scirpoli, in qualità di amministratore unico della Aurora, del terreno agricolo di una nota famiglia locale, riconducibile a questo anziano togato oggi in pensione. Un’operazione da 400mila euro suddivisi per la prima metà in assegni e bonifici versati a favore del giudice e dei suoi parenti, per l’altra metà in un mutuo fondiario che la società della famiglia Scirpoli, Libera compresa, sta ancora pagando. La scadenza è prevista per il 30 settembre 2031, in seguito al pagamento di 30 rate semestrali dell’importo di 7978 euro.

Miss (Forza) Italia

Infine, qui la mafia non c’entra però dà uno spaccato eloquente del livello dell’attuale amministrazione, c’è il “Miss Italia Gate”. Nella tappa del concorso di bellezza svoltasi a Manfredonia è risultata vincitrice la fidanzata dell’assessore forzista Vitulano che era anche sponsor della manifestazione attraverso la sua “Vitulano Drugstore”. Secondo posto una parente della vincitrice, terzo posto un’ex candidata di Forza Italia alle scorse Comunali. In giuria il sindaco Rotice, il consigliere regionale di Fi Giandiego Gatta e i consiglieri comunali di maggioranza Mary Fabrizio (lista Strada Facendo-Rotice sindaco) e Marco Di Bari (Forza Italia). Insomma, la vittoria era nell’aria.

Altre circostanze saranno evidenziate nelle prossime settimane in ulteriori inchieste giornalistiche. Dall’abbraccio sospetto ad un boss da parte di una persona in vista e vicinissima ad un importante politico di Manfredonia fino al ruolo di alcune personalità vicine all’attuale sindaco. Le opacità non mancano e riguardano anche vicende già citate nella relazione antimafia del 2019 e sulle quali non è stato fatto nulla per porre un freno. Tutte questioni che saranno scandagliate prossimamente su l’Immediato. D’altronde come diceva Borsellino: “Parlate di mafia, parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”.

Fonte:https://www.immediato.net/2022/07/22/manfredonia-e-il-rischio-di-un-nuovo-scioglimento-per-mafia-ambiguita-e-relazioni-i-casi-piu-scottanti/