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Manfredi Borsellino e quel maledetto 1992: “Mi onoro di portare la divisa, ma c’è chi non l’ha onorata”

Manfredi Borsellino e quel maledetto 1992: “Mi onoro di portare la divisa, ma c’è chi non l’ha onorata”

Il figlio del giudice Paolo, ucciso in via D’Amelio, oggi guida il commissariato Mondello. Per una volta abbandona il basso profilo che lo ha sempre contraddistinto e parla di quanto accaduto dopo le stragi: “Ho un debito di riconoscenza altissimo verso quei poliziotti rimasti vivi…”. E del padre dice: “Ha sempre anteposto la famiglia al lavoro”

Redazione

23 maggio 2021

“Non sono mai apparso in questi 29 anni in programmi televisivi. Sono qui solo per un motivo, per dare voce a tutti i sopravvissuti di quelle stragi”. Sono le parole pronunciate da Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo, intervenuto su RaiUno. Dalle stragi del 1992 a oggi, ha sempre tenuto un profilo basso sfuggendo a interviste, telecamere, polemiche. Nel frattempo ha abbandonato il sogno che aveva da ragazzo di diventare veterinario per indossare la divisa della polizia e oggi guida il commissariato Mondello.

Con i suoi capelli brizzolati e il volto che ricorda sempre più quello del padre, oggi è comparso davanti alle telecamere di UnoMattina. “Penso a quei poliziotti giovanissimi che nel ’92 volontariamente scelsero di scortare mio padre, quando a Palermo, dopo Capaci soprattutto, serpeggiava la paura di fare un servizio di scorta a mio padre, visto l’elevatissimo rischio. Non solo si proposero, ma soltanto per una pura casualità non si trovarono in via D’Amelio. A loro, a quei poliziotti giovanissimi – ha aggiunto  – devo la scelta, oltre 21 anni fa, di servire le istituzioni di questo Paese, istituzioni che non fecero purtroppo tutto quello che erano nelle loro possibilità per salvare uno dei loro figli migliori nel ’92. Ho un debito di riconoscenza altissimo verso quei poliziotti rimasti vivi, perché consapevolmente hanno messo a repentaglio la loro vita per quella di mio padre e me noi tutti”.

“Mi onoro di portare questa divisa – ha sottolineato Manfredi Borsellino -. Questa uniforme che indosso non l’hanno invece onorata alcuni vertici della polizia in quegli anni, prima e dopo la morte di mio padre”

Con la voce ha tratti incerta per l’emozione ha ricordato Paolo Borsellino tra le mura domestiche. Non il giudice. O meglio non solo, ma l’uomo: “Mio padre era una persona assolutamente semplice, normale, non frequentava salotti, era un padre molto attento, trascorreva moltissimo tempo con noi e ho vissuto con lui momenti indimenticabili. A lui ho ripetuto le prime materie universitarie, ho confidato le prime esperienze sentimentali… un padre normalissimo, attento che, nonostante abbia sacrificato la sua vita, consapevole di lasciarsi, ha sempre anteposto la famiglia al lavoro e agli impegni professionali”. 

Fonte:https://www.palermotoday.it/cronaca/strage-via-d-amelio-giudice-borsellino-intervista-figlio-manfredi.html