Magistrati sotto minacce di morte.Talvolta sentiamo parlare da qualcuno male dei magistrati senza che si facciano distinzioni fra l’uno e l’altro,quello buono e quello non buono,quello fedele al giuramento fatto e quello infedele.Una generalizzazione,questa,molte volte interessata,ingenerosa e che non tiene conto della realtà che vede la loro stragrande maggioranza,in ispecial modo gli inquirenti,ligia ai propri doveri. Ma,a prescindere da ciò,non si tiene conto del fatto che oggi la Magistratura,in quanto istituzione,é rimasta una delle,se non l’unica,garanzie di Giustizia e di democrazia nel Paese.Come pure non si tiene conto del fatto che decine di essi sono stati uccisi e vengono uccisi in continuazione senza alcuna pietà.VERGOGNA !
Minacce di morte ai magistrati che indagano su mafia e massoneria
Scritto da redazione Agrigento Cronaca, On top lunedì, marzo 6th, 2017
In Sicilia, pericolosissimo indagare sull’intreccio mafia-massoneria che fa da sfondo all’incredibile latitanza di Matteo Messina Denaro. Tra Palermo e Trapani, realtà sulla quale si indaga, e non solo per scovare il super latitante, è allarme rosso, si temono attentati ai magistrati impegnati su questo fronte. I comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza presieduti dai prefetti Antonella De Miro e Giuseppe Priolo concordano nel considerare la situazione delicatissima. Da dove nasce l’allarme: il collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino ha raccontato, e denunciato, di essere stato avvicinato nella località segreta in cui vive da un misterioso personaggio che lo avrebbe invitato a ritrattare le sue rivelazioni sul superlatitante Matteo Messina Denaro e la massoneria. E gli avrebbe anche affidato delle pesanti minacce di morte, per il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, e per il procuratore di Trapani Marcello Viola. La prima coordina le indagini per la recente audizione davanti alla commissione parlamentare antimafia.
In Sicilia, pericolosissimo indagare sull’intreccio mafia-massoneria che fa da sfondo all’incredibile latitanza di Matteo Messina Denaro. Tra Palermo e Trapani, realtà sulla quale si indaga, e non solo per scovare il super latitante, è allarme rosso, si temono attentati ai magistrati impegnati su questo fronte. I comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza presieduti dai prefetti Antonella De Miro e Giuseppe Priolo concordano nel considerare la situazione delicatissima. Da dove nasce l’allarme: il collaboratore di giustizia Giuseppe Tuzzolino ha raccontato, e denunciato, di essere stato avvicinato nella località segreta in cui vive da un misterioso personaggio che lo avrebbe invitato a ritrattare le sue rivelazioni sul superlatitante Matteo Messina Denaro e la massoneria. E gli avrebbe anche affidato delle pesanti minacce di morte, per il procuratore aggiunto di Palermo, Teresa Principato, e per il procuratore di Trapani Marcello Viola. La prima coordina le indagini per la recente audizione davanti alla commissione parlamentare antimafia.
La denuncia di Tuzzolino ha fatto scattare misure eccezionali di polizia e carabinieri. Massima attenzione attorno a Teresa Principato, che ha già ha una scorta consistente. Aumentato il dispositivo di protezione per Viola. Il procuratore capo di Trapani è stato nominato di recente procuratore generale a Firenze, ma raggiungerà il capoluogo toscano solo a fine mese. Nell’attesa, il magistrato prosegue le sue indagini in Sicilia.
La procura di Caltanissetta ha aperto una inchiesta sulle minacce al pentito e ai due procuratori. Il pentito è l’architetto agrigentino Giuseppe Tuzzolino. Parla ormai da un anno con i pubblici ministeri, per questo è stato sottoposto al programma di protezione provvisorio per i collaboratori di giustizia. C’è da dire che le sue dichiarazioni dividono i magistrati. I pm di Palermo che indagano sulla mafia di Agrigento lo ritengono addirittura inattendibile, e hanno scelto di non utilizzare le sue dichiarazioni. Riserve condivise dal procuratore capo Francesco Lo Voi. Valutazione opposta è quella dei pubblici ministeri di Palermo che si occupano di Messina Denaro e della mafia trapanese. La procura di Trapani ha preso sul serio il racconto dell’architetto, risentito anche recentemente. Un grande dilemma per le procure siciliane. Tuzzolino è un fiume in piena. Ora, il giallo. Chi lo ha avvicinato? Chi poteva conoscere il luogo segreto del collaboratore? Se a temere il lavoro dei magistrati è davvero l’alleanza mafia-massoneria, l’una e l’altra, assieme, sono in grado di trovare anche complicità all’interno delle strutture dello Stato. Lo insegna la Storia.