Roma, 9 mar – Mafie anche a Roma dove le organizzazioni ”sono presenti, coninvestimenti nel settore commerciale immobiliare e finanziario”. L’allarme arriva dalla relazione annuale della Dna, direzione nazionale antimafia, sulle attivita‘ svolte dal Procuratore nazionale antimafia e dalla Dna stessa nonche’ sulle dinamiche e strategie della criminalita’ organizzata di tipo mafioso nel periodo che va dal 1 luglio 2009 al 30 giugno 2010. Nella Capitale si trovano ”gli esponenti di tutte le mafie, in una sorta di ‘convivenza’ sia tra loro che con la tradizionale criminalita’ laziale, principalmente interessata alle rapine, al traffico di stupefacenti e all’usura”.
Alla provincia di Roma ”le organizzazioni di stampo mafioso sono sempre state interessate per le opportunita’ economiche e commerciali che la capitale offre.
A Roma in particolare, snodo essenziale per tutti gli affari leciti ed illeciti, le organizzazioni criminali acquisiscono, anche a prezzi fuori mercato, immobili, societa’ e attivita‘ commerciali nelle quali impiegano i capitali illecitamente acquisiti”.
In tal modo, si legge ancora, ”esse acquisiscono il controllo di rilevanti attivita’ commerciali e imprenditoriali e nello stesso tempo si dotano di fonti di reddito importanti e lecite. La scelta di effettuare investimenti a Roma viene privilegiata in quanto si tratta di un territorio che non e’ caratterizzato da quelle forme di allarme sociale tipiche di altre realta’ territoriali, e in cui non vi e’ necessita’ di contendersi i comparti economico-imprenditoriali, per il semplice motivo che ”c’e’ posto per tutti”. In questo modo le organizzazioni mafiose riescono ad infiltrarsi silenziosamente e a consolidarsi senza generare particolare tensione”.
A riprova di tale tesi ”basta considerare i numerosi sequestri di immobili, di esercizi commerciali di rilievo, di attivita’ che hanno interessato – anche quest’anno – il territorio del Lazio e quello di Roma in particolare”. Non solo: ”La presenza sul territorio laziale delle rappresentanze di tutte le mafie e’ anche attestata dal livello dei personaggi arrestati sul territorio”.
(Tratto da ASCA)