L’aggressione violenta subita a Formia dall’avvocato Mario Piccolino ha confermato come in questa città sia fortemente compromesso il clima di vivibilità civile e democratica.
Un clima che non riguarda solo la città di Formia, ma, al contrario, tutto il sud pontino e, più in generale, tutta la provincia di Latina.
Una provincia a fortissimo radicamento mafioso.
Un clima torbido che vede il ricorso alla violenza fisica ed all’intimidazione lo strumento per zittire quelle poche voci libere che ancora sopravvivono ad un sistema di corruttele e di mafie.
Un sistema che non tiene alcun conto dei valori civili ed umani che vedono nel rispetto delle persona, anche se nostra avversaria, il fulcro dei nostri comportamenti quotidiani.
Ormai a Formia, come in tutta la provincia di Latina, le controversie vengono risolte a suon di percosse, incendi o pallottole.
Quando si verificano tali situazioni, vuol dire che hanno fallito, oltre che la politica, la Chiesa e le agenzie educative, tutte le Istituzioni, nessuna esclusa.
E’ quanto denunciamo noi da anni, sempre inascoltati, quando sosteniamo che è in atto da tempo un vero e proprio processo di “meridionalizzazione” dei nostri territori.
Un processo di abbandono e di scivolamento verso il basso che va avanti e che spinge sempre più a sud le province di Latina e Frosinone, senza che nessuno si preoccupi di dar vita a momenti seri di riflessione tesi ad individuare cause e rimedi.
Le preoccupazioni che noi esprimiamo con forza in merito agli effetti negativi che potrebbe determinare il decollo ed il potenziamento del porto di Gaeta, come di quello di Civitavecchia, non vanno lette, con superficialità o in malafede, come una nostra contrarietà alla realizzazione di opere che noi riteniamo invece essenziali ai fini dello sviluppo della regione intera, ma come timori per quanto potrà verificarsi a seguito di una prevedibile invasione del territorio da parte di tutta la criminalità nazionale ed anche internazionale.
Già i nostri territori sono invasi, come è noto, da tutti i clan, cosche, famiglie del paese.
Mancano solamente le mafie cinesi, ucraine, russe, colombiane e quante altre!
E’ questo l’aspetto che ci inquieta, insieme a quello che riguarda l’assoluta indifferenza dell’opinione pubblica disinformata, delle classi dirigenti politiche, istituzionali ed anche sociali.
Coloro che sono informati sanno a cosa ci riferiamo.