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“Mafie ed estremisti tentano di sfruttare le proteste nelle città”

La Stampa, 5 Giugno 2020

Mafie ed estremisti tentano di sfruttare le proteste nelle città”

Pasquale Angelosanti, il comandante del Ros dei carabinieri. «Fondamentali sia le indagini sul territorio che il controllo del dark web»

GRAZIA LONGO

Generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, quanto è alto il rischio che la criminalità organizzata e le organizzazioni estremiste approfittino della crisi economica generata dalla pandemia di coronavirus?
«Il pericolo è attuale e dovrà essere monitorato con grande attenzione. Le mafie puntano a ottenere consenso attraverso forme di assistenza sociale, da sfruttare per manovre occulte di sostegno politico al tavolo dello scambio elettorale politico-mafioso. Al contempo i gruppi antagonisti e più genericamente antisistema alimentano il dissenso nei confronti delle istituzioni, sia in chiave di proselitismo, sia in quello di esasperazione del malcontento all’interno del quale stimolare forme di lotta radicali».

Le organizzazioni estremiste cavalcano e strumentalizzano i focolai di protesta dei cittadini?
«Sia da parte di militanti della galassia anarco-insurrezionalista o a formazioni vetero marxiste-leniniste, sia da esponenti dell’estrema destra radicale, abbiamo registrato tentativi di sobillare ed estremizzare il disagio».

Quando potrebbe esplodere la protesta?

«Purtroppo è già in atto, su più fronti. Ricordo le gravi rivolte dello scorso marzo all’interno di numerosi istituti penitenziari, con l’evasione di diversi detenuti e purtroppo la morte di altri. Rivolte accompagnate da coordinate forme di protesta all’esterno delle carceri ad opera di gruppi di estrazione libertaria e variamente antagonista. La protesta è poi proseguita ad aprile in modo sistematico fuori da alcune carceri e davanti alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria».

Quali sono le frange estremiste più pericolose, sia a destra sia a sinistra?
«Hanno tutte profili di pericolosità. I gruppi anarco-insurrezionalisti sono sempre molto attivi nelle progettualità di rivolta sociale e nei propositi di agire immediatamente, anche attraverso azioni dirette a colpire obiettivi fisici e persone. Sul versante della destra estrema suprematista e razzista, i maggiori profili di rischio sono rappresentati da quegli attori solitari che, radicalizzatisi anche in proprio, possono dare luogo a gesti di estrema violenza».

In che modo i carabinieri del Ros monitorano questi fenomeni?
«Il Raggruppamento Operativo Speciale, articolazione investigativa dell’Arma, di cui oggi ricorrono i 206 anni dalla sua fondazione, lavora su più fronti. Disponiamo di reparti specializzati nel contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata. Contro i gruppi estremistici, sono fondamentali sia le indagini sul territorio, sia il controllo dei social media d’area e del dark web».

Il pericolo di disordini sociali è più forte al Sud? O riguarda anche le Regioni del nord più colpite dalla pandemia come Lombardia e Piemonte?
«Il fenomeno è trasversale: le rivolte nelle carceri si sono verificate tanto al nord quanto a sud, mentre manifestazioni connotate da istinti populisti sono state registrate in diversi capoluoghi».

Quanto è insidioso l’allarme di infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti e nell’utilizzo dei fondi europei?
«Le mafie si orientano dove possono massimizzare i vantaggi economici, per cui oggi il rischio maggiore per gli appalti è nel settore della sanità, compresi le forniture e lo smaltimento dei rifiuti. Inoltre, considerato che l’aggiudicazione degli appalti e l’erogazione dei fondi comunitari prevedono sempre l’interazione con la pubblica amministrazione, le mafie possono sfruttare la loro conclamata capacità di instaurare rapporti collusivi e corruttivi con esponenti della pubblica amministrazione. L’elevata ricchezza serve a corrompere per ottenere anche la disponibilità di professionisti e tecnici di fiducia».—