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Mafie e corruzione rappresentano la prima emergenza nel Paese. Il ruolo di un’Associazione antimafia come la nostra, fra le più serie e non asservita a partiti ed Istituzioni.

Il Convegno del 22 novembre a Frosinone ha rappresentato il raggiungimento del livello più “alto ed “altro”, quanto a qualità, della nostra Associazione.

Esso, se pur non partecipato, come d’altronde prevedevamo, dalla maggioranza degli amministratori pubblici e della classe politica ciociara, ha messo in evidenza ancora una volta da una parte la pochezza intellettuale della classe dirigente politica, istituzionale ed economica nostrana, ma dall’altra l’interesse di un pubblico selezionato e qualificato all’attività di un’Associazione, come la nostra, che punta ad essere sempre meno declamatoria, retorica ed autoreferenziale e sempre più significativa, propositiva ed incisiva sul piano della lotta al malaffare, alla corruzione ed alle mafie.

E dei risultati che essa si propone di raggiungere.

Dobbiamo ciò allo spirito di sacrificio e di dedizione di un nucleo di vecchi amici – Simona Ricotti in prima linea, Arturo Gnesi, Patrizia Menanno e qualche altro e di nuovi amici della Campania e dell’Abruzzo Molise che, grado a grado, stanno fornendo all’Associazione il massimo delle proprie energie.

Un prezioso sostegno ce lo stanno fornendo da tempo i carissimi Rita Pennarola ed Andrea Cinquegrani de “ La Voce delle Voci” ai quali non possiamo che esprimere la nostra fraterna solidarietà e la nostra vicinanza per le durissime battaglie che essi conducono con il loro giornale, battaglie che stanno costando loro grandi sacrifici e ritorsioni da parte talvolta anche di chi, al contrario, dovrebbe apprezzare il loro valore sul piano della salvaguardia della moralità pubblica e della giustizia.

Purtroppo, anche talune istituzioni in questo Paese si mostrano spesso ingrate nei confronti di chi mette a repentaglio la propria esistenza per difendere i valori della giustizia e della democrazia.

Paese ingrato e cieco!!!

Si sta selezionando, insomma, una classe dirigente nella nostra Associazione di altissimo livello e questo veramente ci conforta e ci stimola ad andare avanti. E ne siamo sempre più orgogliosi.

Stiamo difendendo con i denti la nostra autonomia da tutto e da tutti perché la prima condizione per fare un’antimafia seria è quella di essere LIBERI da schemi partitici di ogni genere. E dalle stesse Istituzioni.

Prima condizione.

Seconda condizione: niente retorica, ma, al contrario, l’impegno costante, attento, vigile.

Vista la gravità della situazione, non servono parolai, ma persone serie, che, senza interessi personali, credono in quello che fanno e bisogna fare, sempre con profondo spirito di umiltà, con riservatezza e senza la ricerca di un palcoscenico o di una ricompensa.

Noi facciamo antimafia e non vendiamo bruscolini.

Di cammino dobbiamo farne tanto ancora.

Dobbiamo sanare alcune carenze organizzative interne, migliorare e qualificare sempre più l’apparato dirigente, renderlo il più efficiente possibile, capace di elaborare proposte, di analizzare fatti e situazioni, di anticiparne e possibilmente guidarne i corsi secondo le regole della moralità pubblica, della giustizia e della democrazia.

Menti pensanti e braccia operose.

Non ci servono persone che perseguono interessi personali, politici, economici.

Noi siamo l’antimafia seria, disinteressata, non del business, l’antimafia di persone convinte e determinate che siano disposte alla bisogna anche a mettere le mani nelle proprie tasche per evitare l’assoggettamento a chi, prima o poi, dopo averti dato i soldi, ti presenta il conto.

L’antimafia politica.

L’anno prossimo, a dieci anni dalla costituzione, dovremo fare una sorta di tagliando, come si fa con le autovetture, per mettere a punto il motore, sostituendo le parti eventualmente rotte o logorate, le inefficienze, le criticità.

Un ulteriore salto di qualità di un’Associazione fra quelle già oggi ritenute le più serie in Italia e che deve puntare, perciò, a raggiungere risultati sempre più significativi ed apprezzabili da parte di coloro – la parte sana del Paese- che sono convinti del fatto che mafie e corruzione –le une all’altra avvinte – rappresentano la prima emergenza in Italia.