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Mafie a Formia (e non solo)

LE FORZE POLITICHE A FORMIA SONO STATE FINORA DISATTENTE SUL FENOMENO MAFIOSO SUL TERRITORIO E NON E’ PIU’ TEMPO PER ELUCUBRAZIONI E CHIACCHERE. ORA BISOGNA SOLAMENTE CHIUDERE IL CERCHIO E MENO SI PARLA E MEGLIO E’

Forse non siamo stati generosi con la consigliera Maria Rita Manzo.

Forse.

Ma non lo abbiamo fatto con spirito cattivo e negativo.

Se così è sembrato, le chiediamo scusa.

Ma riteniamo che a Formia sia giunta l’ora di operare e non di parlare.

Si sarebbe dovuto fare prima, quando si era ancora in tempo.

Apprezziamo l’iniziativa di Maria Rita Manzo e la ringraziamo.

La stimoliamo, però, ad essere più attenta alle cose che ruotano attorno ad ognuno di noi.

Occorre maggiore spirito di osservazione da parte di quelle poche persone sensibili che ancora vogliono tentare di fare qualcosa a difesa del nostro territorio e della nostra gente.

Di quella onesta, ovviamente.

Alcuni anni fa, molti anni fa, ci fu un’iniziativa lodevolissima dei giovani democratici formiani i quali fecero una sorta di censimento fra i commercianti ponendo a questi una serie di domande.

Le risposte, nell’anonimato, furono allarmanti.

Poi, però, ci sono stati il silenzio e l’inerzia più assordanti.

Nessuno che abbia redatto una nota, un documento di partito, un’interrogazione parlamentare, un rapporto, per richiamare l’attenzione della DIA, dei ROS, dello SCO, del GICO, dei corpi speciali centrali insomma, su una situazione che andava peggiorando di giorno in giorno.

Con il commercio fortemente infiltrato, con l’edilizia passata quasi tutta in mani non più locali, con sospetti di inquinamenti anche di pezzi politici e quant’altro.

Nessuno che si sia posta la domanda del “ perché” non è andata avanti l’inchiesta relativa alla parte politica della “ Formia Connection”; nessuno che abbia sentito il dovere di fare un manifesto, una denuncia pubblica, un’interrogazione parlamentare.

Formia dispone di un apparato investigativo consistente. Ci stanno:

un Gruppo della Guardia di Finanza, con centinaia di uomini a disposizione, compresi i Baschi Verdi;

una Compagnia di Carabinieri;

un Commissariato della Polizia di Stato.

Quest’ultimo, con una serie di intercettazioni, documentò tutto, ma inspiegabilmente qualcuno non ha voluto dare seguito a quel lavoro.

E tutti zitti.

Ora non è più tempo di osservatori, di consulte, di parole.

C’è solo da domandarsi e di domandare a chi di dovere “PERCHE’” non si è proceduto con l’inchiesta sul “voto di scambio” della “Formia Connection”.

CHI ha deciso in tal senso.

E di là ripartiamo, continuando, poi, a controllare, con visure fatte presso la Camera di Commercio, CHI sono i proprietari – o i prestanome di questi – dei negozi, delle attività commerciali, dei titolari delle ditte, delle attività economiche, dei terreni, degli appartamenti, ville e quant’altro.

A questo punto, però, c’è da farsi e da fare anche un’altra domanda:

la Guardia di Finanza locale ha fatto e fa appieno il proprio dovere? Ha fatto e fa indagini sulle movimentazioni di capitali, sugli investimenti? Quante ne ha fatte finora?

A Formia ci sono tutti i clan e le forze di polizia lo sanno.

Quello che manca finora è un’approfondita indagine di natura economica perché oggi la mafia è economia.

E c’è bisogno di qualcuno, a livello politico, che stimoli la magistratura inquirente locale a coordinarsi con le DDA di Napoli soprattutto e, poi, anche di Roma.

Tutto qua.

Se Maria Rita Manzo, i giovani di Rifondazione che pure hanno mostrato sensibilità nel passato al fenomeno mafioso, quelli democratici e quanti altri vogliono seriamente affrontare il problema, noi siamo a disposizione.

Ma senza giochi di vetrina che non servono a niente – anzi fanno perdere tempo e bruciano le indagini da fare – e, con visure camerali e catastali alla mano.

La situazione a Formia è gravissima e bisogna agire in profondità, senza guardare in faccia a chicchessia ed IN SILENZIO.

Partendo da possibili collegamenti con pezzi della politica, se ci sono.

Le chiacchiere non servono.