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Mafie a Fondi, maxisequestro dell’Antimafia

Il centro operativo della direzione investigativa antimafia di Roma, su disposizione del tribunale di Latina, ha sequestrato a Fondi (Latina) un ingente patrimonio riconducibile a A.V.T., capo della cosca della ‘ndrangheta denominata «La minore», da anni attiva nel basso Lazio, ed a P.F., imprenditore, prestanome della ‘ndrangheta, operante a Fondi.

L’attività di aggressione patrimoniale scaturisce da proposte di misure di prevenzione personali e patrimoniali d’iniziativa del direttore della Dia in relazione alle recenti operazioni condotte nel sud pontino dal centro operativo di Roma e coordinate dalle procure distrettuali antimafia di Roma e Napoli, che hanno consentito di fare breccia nel muro di omertà che, da un decennio, celava gli interessi economici ed imprenditoriali di ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra nel mercato ortofrutticolo di Fondi. Ad A.V.T. e P.F. e ai rispettivi nuclei familiari, sono state sequestrate aziende, numerosissimi terreni, quote societarie, fabbricati e conti correnti per un valore complessivo di oltre otto milioni di euro. Tra i beni sequestrati anche una lussuosissima villa con piscina a Fondi.

LA SINISTRA: POLVERINI DOVE SEI? – «Il sequestro operato oggi a Fondi dal centro operativo della DIA di Roma di un ingente patrimonio riconducibile al clan Tripodo ci costringe a tornare a parlare delle responsabilità della Regione Lazio». Lo dichiarano in una nota congiunta Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale della Federazione della Sinistra. «Mentre la magistratura e la società civile fanno il loro dovere per contrastare la mafia, la Regione e la sua Presidente latitano. Da tempo, oltre due mesi, – proseguono i consiglieri – abbiamo sollecitato la presidente Polverini ad emanare il regolamento, approvato in marzo dalla Giunta, per dare operatività alla Agenzia regionale per i beni confiscati (Abecol), senza ricevere nessuna risposta, nonostante questo sia un atto dovuto». «Abbiamo, inoltre, – continuano – sollecitato la Giunta a costituirsi parte civile nel processo Damasco2, che vede implicati proprio le persone oggetto dei sequestri di oggi. Ma, nonostante i tempi siano brevi (la costituzione va fatta entro il 20 ottobre), anche a questa sollecitazione non abbiamo ricevuto risposta». «Nella riunione dei capigruppo di domani – concludono Peduzzi e Nobile – chiederemo che sia proprio il Consiglio regionale a discuterne nella prossima seduta».

(Tratto da Latina24Ore)