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Mafia, sequestro per oltre 6 milioni di euro ai boss del Villaggio Santa Rosalia

Operazione della guardia di finanza: così il clan di Cosa nostra dominava nel quartiere. Dalle indagini è emersa l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico legale, attraverso anche l’esercizio di forme di controllo delle postazioni per la vendita ambulante del pane. Accertata anche l’esistenza di un’asse con la Calabria per il traffico di cocaina

Redazione

01 dicembre 2023 08:51

Maxi operazione della guardia di finanza che ha effettuato il sequestro per oltre sei milioni di euro nei confronti della famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia. I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un decreto di
sequestro preventivo emesso dal Gip, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 8 persone che sono indagate per traffico di sostanze stupefacenti e per trasferimento fraudolento di valori aggravato dalla finalità mafiosa.

La ricostruzione operata dalla Procura della Repubblica si basa sugli esiti delle indagini svolte dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo nell’ambito dell’operazione denominata “Villaggio di famiglia”, al termine della quale lo scorso 27 giugno sono state eseguite misure cautelari personali nei confronti di 33 persone. In particolare, le investigazioni avrebbero delineato l’esistenza di consolidate dinamiche criminali legate all’esercizio di un penetrante potere di controllo economico del territorio esercitato nel quartiere Villaggio Santa Rosalia da parte dell’omonima famiglia mafiosa, a capo della quale ci sarebbe uno degli uomini d’onore più influenti all’interno di Cosa nostra palermitana. I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di Francesco Maniscalco, 35 anni, Giovanni Cancemi, 53 anni, Andrea Ferrante, 48 anni, Rosaria Leale, 33 anni, Silvestre Maniscalco, 44 anni, Rosario Manno, 57 anni, Leonardo Marino, 34 anni, Salvatore Sorrentino, 58 anni.”Dalle indagini, infatti – dicono dalla guardia di finanza – sarebbe emersa l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico legale, attraverso: l’esercizio di forme di controllo delle postazioni per la vendita ambulante del pane; l’imposizione, di fatto, di un monopolio nella fornitura di fiori presso una rete di venditori palermitani in prossimità dei cimiteri; la concessione di specifiche autorizzazioni per l’apertura di negozi ovvero per il cambio della loro gestione; pressanti ingerenze nella conclusione e realizzazioni di affari immobiliari a favore di soggetti inseriti o contigui alla consorteria mafiosa; l’acquisizione di posizioni dominanti di aziende operanti nel settore edile e del movimento terra, direttamente riconducibili agli interessi della famiglia mafiosa”.

Infine, le attività investigative avrebbero permesso di accertare che una delle figure apicali della famiglia del Villaggio Santa Rosalia avrebbe organizzato uno strutturato traffico di cocaina dalla Calabria, volto a rifornire le piazze di spaccio palermitane e del trapanese.

L’operazione di oggi scaturisce da una sistematica attività di approfondimento economico-finanziario svolta dalle Fiamme gialle palermitane, sotto il coordinamento della Dda, che hanno proceduto “a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini”, si legge in una nota, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Finanza, accertando l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità economica, circostanza che – unitamente alle altre evidenze investigative – ha portato il Tribunale a ritenere il patrimonio ricostruito frutto delle attività illecite o reimpiego dei relativi proventi.

Nello specifico, gli accertamenti hanno portato a dimostrare che gli indagati e i rispettivi nuclei familiari, nell’ultimo decennio, non avevano dichiarato redditi leciti o altre forme di finanziamento capaci di “giustificare” le spese e gli acquisti nel tempo sostenuti.
Sulla base degli elementi acquisiti, il tribunale di Palermo ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca “per sproporzione” dei seguenti beni:

  • 13 immobili, di cui 9 abitazioni, 3 magazzino e un terreno;
  • 7 attività economiche, con sede a Palermo, operanti nei settori del commercio di veicoli, del movimento terra, del trasporto merci su strada, della preparazione del cantier edile, dei minimercati, della produzione di prodotti di panetteria, della ristorazione e del commercio di frutta e verdura;
  • 6 veicoli per un valore complessivo di oltre 6 milioni di euro.

Fonte:https://www.palermotoday.it/cronaca/mafia/sequestro-boss-villaggio-santa-rosalia.html