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MAFIA. PECORELLA, CHIEDO SCUSA A GENITORI DI DON DIANA

“Se sono stato causa di amarezza per voi o ritenete che abbia offeso la memoria di vostro figlio, vi chiedo scusa”. Così Gaetano Pecorella, presidente della commissione Ecomafie, scrive, in una lettera pubblicata su ‘Repubblica’, ai genitori di don Diana in cui ribadisce che sulle sue parole “si è fatta una speculazione politica travisandone il senso”.

“Mai ho detto – dice Pecorella alla famiglia Diana – che vostro figlio non è stato ucciso dalla camorra né che della camorra non è stato vittima”. “Ho detto esattamente il contrario”, prosegue il parlamentare. “Ho voluto ricordare ai miei interlocutori, che nulla sapevano dei fatti – aggiunge – alcune risultanze del processo, in particolare ciò che ebbe a dire il collaboratore di giustizia ritenuto credibile dai giudici, e sulla base del quale è stata emessa la sentenza di condanna”.

“Non sarò io – dice ancora Pecorella – a sostenere che i collaboratori non mentono, ma è a quelle parole che mi sono sempre riferito”. “La lotta alla mafia e alla inefficienza di chi ha governato la Campania, mi appartiene a tal punto – continua – che ho chiesto di presiedere proprio quella commissione che qualcuno vorrebbe che lasciassi”. “Rivendico il mio diritto difendere chi sia accusato anche dei più gravi reati, ma i giudici che hanno celebrato il processo sanno che ho trattato sempre con rispetto la figura di vostro figlio”, conclude Pecorella.

MAFIA: MAMMA DON DIANA, CONTENTA PER SCUSE PECORELLA
“Sono molto contenta delle dichiarazioni dell’on. Pecorella e delle scuse che ha ritenuto di presentare nei confronti di noi genitori di don Peppe. Per tre giorni ho vissuto momenti terribili; tre giorni di inferno. Mi sembrava di essere tornata a quindici anni fa quando mio figlio fu ucciso mentre si preparava ad officiare la Messa e la sua memoria veniva da qualche parte calunniata”.

Lo ha detto Iolanda Diana, mamma di don Peppe che insieme con il marito, Gennaro ha ricevuto la visita di don Luigi Ciotti e di altro rappresentanti delle associazioni anticamorra. “La dichiarazione dell’on. Pecorella, la visita di don Luigi Ciotti e dei giovani del Comitato don Peppe Diana guidati da Valerio Taglione, che ci è sempre vicino con tanti altri giovani, mi hanno fatto dimenticare gli ultimi tre giorni di inferno”, ha aggiunto Iolanda Diana.

DON DIANA: DON CIOTTI SU TOMBA DON PEPPINO, E’ UN ESEMPIO
“Cari Jolanda e Gennaro vostro figlio è un martire di giustizia perché testimone di testimonianza cristiana e di una responsabilità civile. Lui aveva scelto, come dovrebbero fare tutti, la normalità del bene e del coraggio”. Con queste parole don Luigi Ciotti ha salutato i genitori di don Peppino Diana, il prete ammazzato dalla camorra quindici anni fa. Don Ciotti si è poi recato al cimitero sulla tomba del prete anticamorra.

“A Jolanda e Gennaro – ha riferito Don Luigi Ciotti, dopo l’incontro – ho ricordato che martirio e testimonianza sono nelle lingue antiche un solo termine. La parola martirio significa testimonianza, non solo di un fatto, ma testimonianza di verità che non può essere negata, taciuta. Don Peppe Diana come Giovanni Paolo II disse parlando delle vittime delle mafie é un martire di giustizia, perché testimone di testimonianza cristiana e di una responsabilità civile. Don Peppino – ha proseguito il prete – aveva scelto, come dovrebbero fare tutti, la normalità del bene e del coraggio. Il suo impegno era per illuminare le coscienze”.

Prima di incontrare i ragazzi che stanno lavorando sui terreni confiscati ai Casalesi don Luigi Ciotti ha detto: “Per tutti è necessario un esame coraggioso nella propria coscienza ed un umile atteggiamento di conversione per fare di più. Abbiamo bisogno di parole aperte al futuro, di esempi credibili e coerenti, di più fatti e meno parole da parte di tutti. Solo se noi facciamo la nostra parte possiamo chiedere agli altri di fare la propria. La credibilità e l’autorevolezza di un progetto non si misura dalla risonanza pubblica, dall’attenzione mediatica ma dalla sua capacità di lasciare una traccia duratura nel tempo così come stanno facendo le centinaia di ragazzi provenienti da tutt’Italia che da settimane e per tutta l’estate stanno lavorando nelle terre di Don Peppe Diana per percorrere insieme la strada verso la cooperativa ‘Le terre di don Peppe Diana-Libera Terra’ che sui terreni confiscati ai Casalesi produrrà la mozzarella della legalità”.

(Tratto da ANSA.it)