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Mafia in Puglia, il grido d’allarme del sindacato di Polizia non deve rimanere inascoltato

Il Fatto Quotidiano

Mafia in Puglia, il grido d’allarme del sindacato di Polizia non deve rimanere inascoltato

Andrea Leccese

Saggista, esperto di sindacati militari

– 7 OTTOBRE 2020

Mentre tutta l’attenzione dell’opinione pubblica si concentra sull’eterno tormentone dell’

I segnali che arrivano in particolare dalla provincia di Foggia e di Barletta-Andria-Trani non sono affatto positivi. A Cerignola (FG), dopo i due assalti a portavalori lungo l’autostrada di cui vi ho parlato ad agosto, ce ne sono stati altri due: il primo fallito sulla A16 (24 agosto) e il secondo riuscito, in centro abitato, con un bottino di centomila euro (2 settembre). A Canosa (BAT) invece, nella notte tra il 9 e il 10 settembre, è scoppiata una bomba nel parcheggio del Commissariato: per fortuna non ci sono stati feriti, ma l’esplosione ha danneggiato un’auto di servizio e un’altra di proprietà di un poliziotto.

Sempre a Canosa, il 12 settembre un pregiudicato è stato assassinato, in pieno giorno e nella piazza centrale della cittadina, con un colpo di pistola al cuore: per fortuna il killer è stato arrestato nel giro di poche ore grazie alle indagini della Squadra Mobile di Foggia.

 

Colpisce ancora una volta la sfrontatezza dei malavitosi pugliesi, aspetto che non è sfuggito al Siulp della

Nelle province di Foggia e di Barletta-Andria-Trani – quest’ultima è descritta nell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia come il “punto d’incontro tra i sodalizi mafiosi locali e quelli delle vicine province di Bari e Foggia” – sono in corso pericolosi processi di ‘mafiosizzazione’ di bande criminali radicate sul territorio, che vanno fermati prima che sia troppo tardi. In Puglia certo non mancano gli ‘anticorpi’, se pensiamo che il caso dell’omicidio di Canosa è stato risolto – come ha sottolineato il Procuratore Capo di Trani, Renato Nitti – anche grazie alla collaborazione di alcuni cittadini testimoni oculari. Ma è indispensabile una maggiore attenzione da parte del governo.

Luciano Violante ha spiegato bene, nel suo Non è la piovra (Einaudi, 1994), come la stessa nascita della mafia pugliese negli anni Ottanta sia stata favorita da una “irresponsabile sottovalutazione del fenomeno” e dalla sonnolenza degli apparati statali. Ebbene questo non deve più accadere. Fa bene il Siulp a stimolare il dibattito su questo tema. Discutiamone fino alla nausea, perché finalmente la lotta alle mafie possa costituire una priorità assoluta dell’agenda politica nazionale.