
“La misura viene adottata quando si ritiene che una determinata impresa possa essere coinvolta in contatti e in attività collegati alla criminalità organizzata. E questa è una delle ipotesi del caso che ci riguarda“, ha detto il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi. Tra le operazioni “sospette” emerge il prelievo di 100 mila euro da parte di Cristoforo Milazzo, oggi fra i collaboratori di giustizia.
Le indagini sulla banca in particolare si erano mosse quando si scoprì la facilità con la quale un imprenditore agricolo di Paceco, Filippo Coppola, pregiudicato per mafia, era riuscito a ottenere in poco tempo fidi e mutui per somme esorbitanti, oltre 500 mila euro, circostanze emerse nell’ambito di una inchiesta dei carabinieri che portarono al sequestro di tutti i suoi beni. Un collaboratore di giustizia, Nino Birrittella, ha anche descritto nell’ambito di altre indagini la regia della banca che sarebbe stata in mano a consorterie mafiose e massoniche.