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Mafia dei Nebrodi, oltre 50 anni di carcere di condanne per sei imputati

Mafia dei Nebrodi, oltre 50 anni di carcere di condanne per sei imputati

AMDuemila 23 Aprile 2021

Sei condanne con oltre complessivi 50 anni di reclusione e due assoluzioni. E’ questo l’esito del processo con rito abbreviato e scaturito dall’operazione Nebrodi che aveva portato, il 15 gennaio 2020, a 94 arresti e al sequestro di 151 aziende agricole, una delle più vaste operazioni antimafia eseguite in Sicilia e che aveva svelato una mega truffa all’Agea su cui ruotavano gli interessi dei clan di Tortorici.
Il Gup di Messina, Simona Finocchiaro, ha comminato 24 anni di reclusione al boss Sebastiano Bontempo. Condannati anche Carmelo Barbagiovanni, a 3 anni, Giuseppe Bontempo, a 10 anni e 8 mesi, Samuele Conti Mica, a 2 anni, Salvatore Costanzo Zammataro, a 4 anni, e Giuseppe Marino Gammazza, a 8 anni e 4 mesi in continuazione con precedenti sentenze nei suoi confronti. Assolti, invece, il notaio di Canicatti’ Antonino Pecoraro, imputato per concorso esterno all’associazione mafiosa per avere redatto parecchi atti con cui si erano realizzate le truffe all’Agea, e Giorgio Marchese. L’accusa era stata sostenuta dal procuratore Maurizio De Lucia, l’aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti.
A processo, col rito ordinario, sono imputate altre 111 persone. L’inchiesta ha delineato i nuovi assetti delle due storiche associazioni mafiose tortoriciane, i Bontempo Scavo e i Batanesi, che oltre all’egemonia nella zona nebroidea erano in grado di interfacciarsi con le “famiglie” di Catania, Enna e del mandamento delle Madonie di Cosa nostra palermitana.
A riguardo delle condanne si è espresso anche l’ex presidente del Parco Nebrodi, Giuseppe Antoci il quale ha dichiarato che “
il primo passo è fatto” e che le condanne inflitte sono state “esemplari“, cioè “quelle che si meritano per aver tenuto in ostaggio un territorio, mortificandolo, derubandolo e facendolo regredire. Quei fondi dovevano andare agli allevatori e agricoltori perbene e non ai mafiosi. Questo primo passo fa ben sperare per il prosieguo del maxiprocesso. Io sarò qui ad attendere. Questa vicenda ha stravolto la mia vita e quella della mia famiglia” ha detto Antoci, e ancora “abbiamo colpito con un’azione senza precedenti la mafia dei terreni” quella “ricca, potente e violenta ed è per questo che quella notte volevano fermarmi. Volevano bloccare l’idea di una legge nazionale e, dunque, tutto quello che sta accadendo oggi. Ma io adesso, grazie alla mia scorta della Polizia di Stato, sono ancora qui e vedo loro alla sbarra e quel sistema mafioso andato in frantumi grazie all’eccellente lavoro svolto dalla Procura antimafia di Messina, dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza. Mi sembra un buon osservatorio dal quale attendere le altre condanne“.

fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/306-giustizia/83428-mafia-dei-nebrodi-oltre-50-anni-di-carcere-di-condanne-per-sei-imputati.html