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Mafia, caccia a Matteo Messina Denaro: 70 misure cautelari (i nomi)Maxi operazione antimafia nel trapanese: si stringe il cerchio attorno al superlatitante Matteo Messina Denaro

Mafia, caccia a Matteo Messina Denaro: 70 misure cautelari (i nomi)Maxi operazione antimafia nel trapanese: si stringe il cerchio attorno al superlatitante Matteo Messina Denaro

di Redazione

Pubblicato il Set 6, 2022

Si stringe il cerchio attorno al superlatitante Matteo Messina Denaro. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno eseguito 70 misure cautelari emessi dl gip di Palermo su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di circa 70 soggetti, 35 dei quali gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose.L’indagine s’inquadra nella più ampia manovra investigativa condotta dall’Arma in direzione della cattura del latitante Matteo Messina Denaro e che, oramai da circa 30 anni si sottrae all’esecuzione di decine di misure cautelari.

GLI INDAGATI

Questi gli indagati nell’operazione Hesperia contro la mafia del trapanese portati in carcere: Francesco Luppino, 62 anni, Campobello di Mazara, Piero Di Natale, 41 anni, Castelvetrano, Vincenzo Spezia, 59 anni, Trapani, Francesco Giuseppe Raia, 55 anni, Marsala, Antonino Ernesto Raia, 60 anni, Marsala, Antonino Cuttone, 86 anni, Vito Gaiazzo, 67 anni, Mazara del Vallo, Antonino Pace, 72 anni, Mazara del Vallo, Marco Buffa, 49 anni, Mazara del Vallo, Francesco Pulizzi, 69 anni, Marsala, Marco Manzo, 57 anni, Campobello di Mazara, Vito Vincenzo Rallo, 62 anni, Marsala, Carmelo Salerno, 62 anni, Paceco, Giuseppe Salerno, 32 anni, Erice, Leonardo Casano, 50 anni, Marsala, Giuseppe Speciale, 40 anni, Partinico, Michele Vitale, 30 anni, Partinico, Antonino Nastasi, 52 anni, Palermo, Vito De Vita, 45 anni, Marsala, Riccardo Di Girolamo, 44 anni, Mazara del Vallo, Jonathan Lucchese, 29 anni, Palermo, Rosario Stallone, 48 anni, Castelvetrano. Ai domiciliari sono: Tiziana Rallo, 42 anni, Marsala, Vincenzo Romano, 77 anni, Mazara del Vallo, Giuseppa Prinzivalli, 48 anni, Marsala, Girolamo Li Causi, 55 anni, Marsala, Marcello Salvia, 43 anni, Palermo, Stefano Putaggio, 49 anni, Marsala, Antonino Lombardo, 69 anni, Marsala, Nicolò Macaddino, 62 anni, Mazara del Vallo, Bartolomeo Macaddino, 58 anni, Mazara del Vallo, Lorenzo Catarinicchia, 41 anni, Marsala, Francesco Stallone, 55 anni, Campobello di Mazara, Paolo Bonanno, 48 anni, Mazara del Vallo.

35 ARRESTI E 70 PERQUISIZIONI

Nel blitz dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani sono finiti in carcere 35 presunti appartenenti alla rete dei favoreggiatori e dei complici della primula rossa Messina Denaro. Per 23 degli indagati, il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere, mentre 12 sono finiti ai domiciliari. Sono 70 le perquisizioni in corso su mandato dei sostituti della Dda di Palermo Francesca Dessì, Pierangelo Padova e Alessia Sinatra, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido. Con l’operazione di questa notte salgono ad oltre 200 gli arresti degli uomini vicini all’ultimo padrino della stagione dei corleonesi ancora latitante.

IL BOSS LUPPINO RIORGANIZZA LA RETE

Non aveva perso tempo Francesco Luppino, considerato il braccio destro di Matteo Messina Denaro, scarcerato eccellente che dopo aver scontato l’ultima condanna per mafia si era subito rimesso al lavoro per ricostruire la rete di relazioni e affari illeciti nel trapanese, partendo dalla sua roccaforte di Campobello di Mazara. Questa notte è tornato in carcere, colpito da una delle 35 misure cautelari firmate dal gip di Palermo su richiesta del pollo di magistrati della Dda. I carabinieri del Ros lo hanno prelevato dalla sua abitazione nel suo feudo trapanese. Gli investigatori hanno accertato che già subito dopo la scarcerazione, avvenuta tre anni fa, Luppino era tornato al timone della famiglia di Campobello di Mazara. Già protagonista in passato di importanti dinamiche riguardanti i rapporti dell’area trapanese con esponenti di vertice delle famiglie palermitane secondo quanto scrive il gip “sarebbe gravemente indiziato di avere acquisito centralità in tutto l’aggregato mafioso di quella provincia, risultando in grado di esprimere una costante e trasversale autorevolezza nell’ambito di dinamiche fra i mandamenti mafiosi, anche esterne alla provincia di Trapani”. Secondo gli inquirenti Luppino riceveva direttamente da Messina Denaro le direttive per designare i referenti sul territorio, dai capi famiglia ai capi decina. Un aspetto che per i magistrati della Dda dimostra quanto siano ancora in mano al superlatitante le dinamiche mafiose nella provincia di Trapani.

MESSINA DENARO ANCORA ALLA GUIDA DEI CLAN TRAPANESI

Matteo Messina Denaro sarebbe ancora in grado di impartire direttive a cosa nostra. L’indagine dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani che questa notte ha portato all’esecuzione di 70 misure cautelari, ha colpito presunti favoreggiatori e affiliati delle famiglie mafiose si Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Marsala in provincia di Trapani che da 30 anni proteggono la latitanza del superboss di Cosa nostra. Il provvedimento firmato dal gip su richiesta del procuratore aggiunto della Dda di Palermo Paolo Guido è frutto di anni di indagini su esponenti di primo piano dei mandamenti mafiosi di cosa nostra trapanese, soprattutto nella zona di Castelvetrano, roccaforte di Messina Denaro, il quale sarebbe ancora in grado di impartire direttive funzionali alla riorganizzazione degli assetti della suddetta provincia mafiosa. Dalle indagini è inoltre emerso come in provincia di Trapani continui ad essere molto vitale l’attività criminale dei clan, che funzionano nel più rigoroso rispetto delle regole di Cosa nostra, uno dei pochi territori dove resiste l’ortodossia mafiosa.

IL BUSINESS DEI BUTTAFUORI E DEL RECUPERO CREDITI

L’indagine dei carabinieri del Ros, coordinati dai magistrati della Dda di Palermo, che questa notte è sfociata in 35 arresti fra i fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro, ha permesso di ricostruire la geografia degli affari illeciti dei clan trapanesi: un business milionario che oltre al controllo del mercato della droga, gestiva in regime di monopolio il settore della sicurezza nei locali notturni, del recupero crediti e alterava le procedure di aggiudicazione di immobili nelle aste giudiziarie. Dalle intercettazioni e dalle attività tecniche degli investigatori sono poi emerse una serie di estorsioni nei confronti di aziende locali nel settore enogastronomico (tra cui una cantina vinicola) e turistico (strutture ricettive).

Fonte:https://www.grandangoloagrigento.it/mafia/mafia-caccia-a-matteo-messina-denaro-70-misure-cautelari