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Mafia a Bolognetta, chiesto il rinvio a giudizio per sette indagati

Mafia a Bolognetta, chiesto il rinvio a giudizio per sette indagati

Il giudice dovrà esprimersi sulla richiesta avanzata dai pm della Dda per Carlo Salvatore Sclafani, Mario Pecoraro – fermati entrambi a gennaio con l’operazione dei carabinieri Dominio – e altre cinque persone. Tra queste un avvocato che li avrebbe aiutati a trarre in inganno la Corte d’appello per ottenere la revoca della dichiarazione di fallimento di una società

15 Novembre 2021

Dopo i due fermi scattati a gennaio scorso la Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti Carlo Salvatore Sclafani (47 anni), Mario Pecoraro, (46), Carmelo Polizzi (44), Giusto Cangialosi (30), Carmelo Giammanco (49), Mario Giammanco (44) e Rosolino Pomara (47), coinvolti nell’operazione Dominio scattata a Bolognetta a inizio anno sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. L’udienza preliminare è stata fissata per il 6 dicembre.

Sclafani, Pecoraro, Mario e Carmelo Giammanco sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza, falso e autoriciclaggio, l’avvocato Rosolino Pomara – insieme ad altri – di falsità ideologica per aver provato a indurre in errore i giudici della Corte d’Appello, Giusto Cangialosi per avere eluso le disposizioni di legge in materia di misure prevenzione patrimoniali e Carmelo Polizzi per avere favorito e finanziato la fuga negli Stati Uniti di Carlo Noto, l’unico indagato ancora latitante dell’operazione Cupola 2.0.

A gennaio le indagini della compagnia di Misilmeri, guidati dal comandante Marco Montemagno, avevano portato all’ordinanza con cui il gip ha disposto il fermo per Carlo Salvatore Sclafani e Mario Pecoraro, considerati vicini alla famiglia mafiosa. Secondo le indagini condotte dai militari, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Giorgia Righi e Gaspare Spedale, i due imprenditori – nel periodo di reggenza di Stefano Polizzi e all’indomani del suo arresto – si sarebbero messi a disposizione del capofamiglia assumendo un ruolo centrale a Bolognetta e, grazie al sostegno della famiglia di Misilmeri, e avrebbero ottenuto il monopolio sul territorio nel settore delle agenzie funebri e dell’edilizia.

Nel corso dell’attività investigativa i militari avrebbero accertato anche “l’infiltrazione nell’Amministrazione comunale che avrebbe affidato loro commesse pubbliche senza seguire i previsti iter amministrativi in violazione del principio di trasparenza ed imparzialità”. Sia Sclafani che Pecoraro avrebbero minacciato e intimidito un imprenditore attivo nel settore delle onoranze funebri per continuare a mantenere il monopolio nel territorio.

In concorso con l’avvocato Rosalino Pomara si sarebbero adoperati per redigere la documentazione falsa da presentare alla Corte d’appello di Palermo per ottenere la revoca della dichiarazione di fallimento della società Ic Servizi srl. Il denaro ottenuto dall’operazione sarebbe stato impiegato nelle proprie attività imprenditoriali. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate le aziende, conti correnti e il patrimonio immobiliare delle società per un valore di circa 4 milioni di euro.

Fonte:https://www.palermotoday.it/cronaca/mafia/richiesta-rinvio-giudizio-indagati-bolognetta-operazione-dominio.html