Mafia: 66 anni fa uccide Turiddu Carnevale, “eroe di Sicilia”
Da Redazione – 16 Maggio 2021
Era il 16 maggio di 66 anni fa. Turiddu Carnevale quella mattina si era alzato molto presto. Doveva raggiungere la cava di pietra dove lavorava e non avendo un mulo ne’ una bicicletta la strada la percorreva a piedi. Saluto’ la madre e si incammino’. Erano le cinque e mezza del mattino. Sulla trazzera che portava alla cava, in contrada Cozze Secche, qualcuno lo chiamo’ per nome. Carnevale si giro’ e dalle spighe alte, dove erano nascosti, uscirono fuori degli uomini armati di fucili. I primi due colpi lo ferirono al fianco destro. Altri quattro colpi lo raggiunsero uno alla testa e l’altro alla bocca. Cosi’ moriva il sindacalista dei braccianti, ucciso dalla mafia nel 1955.
Domani a Sciara si terra’ una cerimonia organizzata dall’amministrazione comunale per ricordarlo. Il programma prevede alle ore 16.30 la deposizione di una corona di fiori presso la piazza intitolata al sindacalista. E gli interventi del sindaco di Sciara Roberto Baragona, del segretario della Cgil Palermo Mario Ridulfo, di Laura Di Martino, responsabile della Camera del Lavoro Zonale Termini Imerese e del responsabile dipartimento Legalita’ e memoria storica Cgil Palermo Dino Paternostro.
L’assassinio di Turiddu Carnevale, che si batte’ per ilo rispetto dei diritti dei lavoratori, avvenne tre anni dopo quello di Filippo Intili, a Caccamo, sempre nel termitano. “Bisogna mantenere viva la memoria e trasmettere soprattutto alle giovani generazioni le idee e i messaggi di Salvatore Carnevale, ancora attuali – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e la segretaria della Camera del lavoro zonale di Termini Imerese Laura Di Martino – Le rivendicazioni e le mobilitazioni di allora contro la mafia, per l’applicazione della riforma agraria, delle 8 ore di lavoro, per la sicurezza, per la giustizia sociale, si intrecciano con le lotte necessarie ancora oggi contro la precarieta’, il capolarato e le infiltrazioni mafiose. Il coraggio di Carnevale e della mamma Francesca Serio devono essere da stimolo per ribellarsi alle ingiustizie e combattere uniti in un mondo del lavoro frammentato per affermare diritti, giustizia sociale e legalita’, senza mai arrendersi alla rassegnazione. Perche’ come testimoniano coloro che hanno combattuto e creduto in queste lotte, le cose possono cambiare”. “Carnevale – aggiunge Dino Paternostro, responsabile dipartimento Legalita’ e memoria della Cgil Palermo – e’ uno degli eroi di Sicilia, che si e’ battuto per dare dignita’ e diritti ai braccianti e agli operai, sfruttati selvaggiamente da un padronato che andava a braccetto con la mafia. La sua vita e la sua morte, raccontate da poeti, scrittori e registi cinematografici, hanno commosso tante generazioni di donne ed uomini in ogni parte d’Italia. Ancora oggi, nel suo nome e nel nome degli altri nostri caduti, ci battiamo per costruire lavoro buono e sviluppo nella legalita’.
Turiddu Carnevale era nato a Galati Mamertino, in provincia di Messina, il 25 settembre 1925, da Giacomo Carnevale e Francesca Serio. A Sciara si era trasferito da bambino con la madre. Carnevale aveva dato fastidio ai proprietari terrieri per il suo impegno sindacale e politico. Nel 1951, con un gruppo di contadini, aveva fondato la sezione del Partito socialista italiano di Sciara e aveva organizzato la Camera del lavoro, battendosi per l’applicazione della riforma agraria e la divisione dei prodotti della terra. Sull’onda dei primi risultati positivi, Carnevale a ottobre organizzo’ l’occupazione simbolica del feudo della principessa Notarbartolo, ma fu arrestato insieme a tre suoi compagni.
Scarcerato dopo dieci giorni, rinviato a giudizio, dovette aspettare l’estate del 1954 per essere assolto. Da agosto del 1952, intanto, era stato costretto ad andar via da Sciara e si era rifugiato a Montevarchi, in provincia di Arezzo, per sfuggire alla feroce maa di Caccamo che il 7 agosto di quell’anno aveva assassinato il sindacalista Filippo Intili. Torno’ a Sciara due anni dopo e subito diede impulso a nuove lotte per chiedere l’assegnazione della terra ai contadini, occupando nuovamente il feudo Notarbartolo. Ancora una volta fu minacciato dai maosi, denunciato dalle autorita’ e condannato a due mesi di carcere con la sospensione condizionale della pena. Rimasto disoccupato, gli fu offerto un posto di lavoro nella cava Lambertini. Carnevale accetto’ e il 29 aprile 1955 inizio’ il suo nuovo lavoro. Ma anche qui continuo’ la sua attivita’ sindacale, organizzando gli operai per rivendicare il diritto alle otto ore lavorative.
La sera del 10 maggio, un emissario della maa gli disse: “Lascia stare tutto e avrai di che vivere senza lavorare. Non ti illudere, perche’ se insisti, nisci per riempire una fossa”. “Se ammazzano me, ammazzano Cristo”, rispose Carnevale. E il 12 maggio proclamo’ lo sciopero dei cavatori per il rispetto dell’orario di lavoro e il pagamento del salario. All’iniziativa aderirono trenta dei sessantadue operai: un successo. Pochi giorni dopo fu assassinato.
Fonte:https://www.laspia.it/mafia-66-anni-fa-uccide-turiddu-carnevale-eroe-di-sicilia/