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Ma di cosa stiamo parlando???

QUANDO NOI DICIAMO CHE CON QUESTA CLASSE POLITICA LA PROVINCIA DI LATINA NON VA DA NESSUNA PARTE…
Noi siamo un’associazione antimafia e non possiamo – e non dobbiamo – fare politica partitica.
Non possiamo, quindi, sostituirci ad una classe politica dirigente che meriterebbe di essere rincorsa con i forconi.
Siamo “altra” cosa e, se ci è consentito senza essere tacciati di presunzione, ” alta” cosa.
Abbiamo assistito in questi giorni a delle sceneggiate – che non osiamo definire “napoletane” per rispetto nei confronti dei napoletani – che ci hanno fatto arrossire per il fatto di essere figli di questa terra.
La vicenda del cosiddetto… ” tribunale”, una sezione distaccata di quello di Latina, senza uno straccio di Procura della Repubblica, senza un collegio giudicante, senza una Squadra di Polizia Giudiziaria e con un solo giudice monocratico costretto a celebrare cause di terzo-quarto livello.
Un ” tribunale” morto, quindi, prima di essere istituito e di cui nessuno, proprio nessuno, di destra, di centro, di sinistra, si è mai interessato prima che il governo centrale decidesse di sopprimerlo.
Un “tribunale” istituito, ai tempi delle vacche grasse, per soddisfare probabilmente esigenze elettoralistiche, campanilistiche e, forse, anche corporative.
Milioni, centinaia di milioni buttati al vento, come tante cattedrali nel deserto in questo nostro disgraziato Paese.
Fumo negli occhi dei buontemponi.
Bene, anzi male, nessuno si è mai preoccupato di farne, quando si era in tempo, un effettivo presidio di legalità su un territorio martoriato dalla camorra, in una terra che i casalesi hanno ragione a definire “provincia di Casale”.
E, ciò, per una ragione semplicissima:
perché tutti, da destra a sinistra, non hanno mai voluto prendere atto di una realtà drammatica che ha visto negli anni lo Stato cedere la sovranità alla camorra ed alle altre organizzazioni criminali, allo stato-mafia insomma, su tutto il centro Italia e, in particolare, sulla provincia di Latina, alle porte della Capitale, porta di ingresso in questa e nel nord della regione e del Paese ricco e civile.
La linea della palma che sale sempre più.
La meridionalizzazione che fa comodo molti, per non dire a tutti o quasi, perché il sottosviluppo, il clientelismo, la povertà economica, morale e culturale, il disagio, il vassallaggio, sono alla base del processo di mafiosizzazione di un Paese.
Un piano ben studiato dalle classi egemoni e da menti perverse ma fini storicamente alleate della mafia e della massoneria deviata.
Il problema gravissimo è rappresentato dall’ignavia e dall’inadeguatezza culturale della sinistra che non ha mai saputo –
e probabilmente anche voluto per non inimicarsi lorsignori – “leggere” le dinamiche, gli atti, i comportamenti, le decisioni.
Un “patto” perverso che ci ha portato a questa situazione.
Ma queste sono analisi che non si attagliano al nostro ruolo di associazione antimafia e le facciamo, non approfondendole ovviamente perché non compete a noi, solo per far comprendere che abbiamo compreso con chi abbiamo a che fare.
Lo stato-mafia che riesce sempre a prendere il sopravvento nella guerra allo Stato-Stato.
Questo è il punto.
E ci sono apparse patetiche – se non non appropriate – le dichiarazioni tardive di tutti coloro che, pur avendone avuto in passato tutte le possibilità, non hanno mosso un dito per fare del “tribunale” di Gaeta, unico presidio di giustizia al confine con la Campania, un vero Tribunale, come quello di Cassino tanto per intenderci, il quale pur abbisogna di una ristrutturazione, non di natura edilizia solamente (ma anche su questo versante nessuno sembra preoccuparsene)..
Gaeta ed il sud pontino non hanno avuto fino a non molto tempo fa un parlamentare che, fra l’altro, è anche un eccellente avvocato?
Cosa ha fatto?
Un parlamentare della destra il cui posto, oggi, è occupato da un altro parlamentare della sinistra, anch’egli avvocato?
Se la sono posta questa domanda gli avvocati di Gaeta e del sud pontino?
Ed allora di cosa stiamo parlando???