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L’usura a Terracina, un fenomeno molto diffuso

Ci potremo sbagliare, come tutti.

Anche noi potremo essere vittime di pregiudizi e giudicare le persone in base a questi.

Siamo come tutti gli altri, con gli stessi meriti e gli stessi difetti.

Ma di questa donna ci siamo accorti che si tratta di una persona che ha grinta.

Voglia di lavorare.

Capacità.

E, quello che forse conta più di tutto, è “pulita”, come gran parte delle donne che ricoprono incarichi di responsabilità.

Nel lavoro che facciamo ne abbiamo conosciute delle altre, negli organismi investigativi e giudiziari, e tutte ci hanno fatto la stessa impressione.

Brave, precise, volitive, incorruttibili.

Stiamo parlando ora della Dottoressa Rita Cascella, dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Terracina.

Una dirigente non arroccata nei suoi uffici, disponibile all’ascolto della gente, pronta, però, a mostrare i denti quando è necessario mostrare il volto di un’Istituzione che ha il compito di tutelare la legalità in un territorio malato qual’è quello pontino, che non ha paura di dire le cose come stanno.

La ricordiamo quando, forse unico dirigente di polizia in provincia di Latina, ebbe il coraggio di dire pubblicamente quello che noi diciamo da anni, ma che nessuno vuole ammettere, che a Terracina ci sono presenze ed attività molto, molto sospette.

Le saltarono addosso tutti, o quasi e nessuno avvertì il dovere morale e civile di esprimerle solidarietà e vicinanza.

Dovette intervenire il Questore D’Angelo, altro ottimo dirigente di polizia, a sostenerla pubblicamente confermando che quanto aveva detto la Dr. Cascella non erano balle.

Comprendiamo le tante difficoltà nelle quali si muovono questi bravi dirigenti di polizia e perciò nutriamo nei loro confronti sentimenti di simpatia e di gratitudine per quanto fanno e faranno.

Per quello che potremo, non li lasceremo mai soli e, con tutti i nostri limiti, staremo sempre a loro vicini.

Oggi la Dr. Cascella, con i suoi collaboratori, è impegnata in un’indagine delicata e complessa che riguarda il fenomeno dell’usura a Terracina.

Un fenomeno, questo, non necessariamente legato ai clan mafiosi, che pur stanno sul territorio.

I risultati da lei finora raggiunti – per completezza d’informazione dobbiamo dire che anche i Carabinieri di Terracina si stanno movendo bene- sono stati eccellenti.

Molti cravattari sono già stati individuati ed assicurati alla giustizia.

Molti altri siamo certi che faranno la stessa fine, prima o poi.

Ma quello dell’usura è un universo senza confini, uno spazio in cui sono innumerevoli i soggetti che si muovono.

Con ruoli diversi l’uno dall’altro.

C’è lo strozzino che presta manualmente i soldi, chi glieli fornisce, chi gli procura i clienti, chi li indirizza a lui, chi lo copre, chi gli prepara gli atti, i documenti, le cambiali e così via.

C’è, insomma, una rete interminabile di criminali in cravatta che tengono bordone al cravattaro, collocati in vari posti ed in vari ruoli.

E, poi, c’è tutta una scala che li contraddistingue, dal più basso al più alto, da quello che arriva a prestare una certa somma all’altro che arriva più in sù, in alto.

Noi abbiamo la sensazione che gli investigatori siano riusciti a toccare solo un punto di quell’universo.

Abbiamo la sensazione –la sensazione, ripetiamo- che ci sia dell’altro da scoprire.

Ci rendiamo conto della natura del terreno sul quale ci si muove, un terreno zuccheroso, viscido, sul quale si rischia di scivolare e sul quale, stante soprattutto l’omertà di tanta gente, è estremamente difficile costruire un castello.

Accusatorio capace di reggere in dibattimento.

Ma, grazie a Dio, oggi, c’è una Procura della Repubblica incisiva, fatta –almeno ci sembra- da magistrati che vogliono e sanno lavorare.

Una Procura che, a fronte della vastità e della gravità del fenomeno, non si tirerà indietro -pensiamo – di fronte ad un’eventuale richiesta di delega ad indagare a 360 gradi.

E siamo certi che, se si mettono in atto le energie e i metodi necessari in queste situazioni, si potrebbe arrivare molto, ma molto più in là.

Sensazioni, solamente sensazioni, ma non di gente, come noi, che vive sulla luna…