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L’ultima intervista di Paolo Borsellino “dedicata” a Berlusconi

L’ultima intervista di Paolo

Borsellino “dedicata” a

Berlusconi

da www.societacivile.it

 

Ripresentiamo la trascrizione dell’intervista rilasciata dal magistrato Paolo Borsellino il19 Maggio 1992 ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi, così come è andata in onda in televisione.

L’intervista venne registrata quattro giorni prima dell’attentato di Capaci in cui fu ucciso Giovanni Falcone.

In questa intervista si parla dei rapporti tra Berluscemi e la mafia.

Borsellino

 

Sì, Vittorio Mangano l’ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxi-processo e precisamente negli anni fra il 1975 e il 1980, e ricordo di aver istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane. Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come “uomo d’onore” appartenente a Cosa Nostra.

Giornalista

“Uomo d’onore” di che famiglia?

Borsellino

L’uomo d’onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al maxi-processo che Vittorio Mangano, risiedeva abitualmente a Milano, città da dove come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga,ì, dei traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane.

Giornalista

 

E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano?

Borsellino

Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti risulta l’interlocutore di un’a telefonata intercorsa fra Milano e Palermo, nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio mafioso del1e famiglie palermitane preannuncia o tratta l’arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente, secondo il linguaggio convenzionale che si usa nel1e intercettazioni tèlefoniche, com.e magliette o caval1i..

Giornalista

Comunque lei in quanto esperto, può dire che quando Mangano parla di cavalli al telefono, vuol dire droga.

Borse1lino

Si, tra l’altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga, è una tesi che fu avanzata alla nostra,ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga. .

Giornalista

 

Dell’Utri non c’entra in questa storia?

Borsellino

Dell’Utri non è stato imputato del maxi processo per quanto io ne ricordi, so che esistono indagini che lo riguardano e che riguardano insieme Mangano.

 

Giornalista

A Palermo ?

Borsellino

Sì, credo che ci sia un’indagine che attualmente è a Palermo con il vecchio rito processuale nelle mani del giudice istruttore, ma non ne conosco i particolari.

Giornalista

Marcello Dell’Utri o Alberto Dell’Utri?

Borsellino

Non ne conosco i particolari, potrei consultare avendo preso qualche appunto, cioè si parla di Dell’Utri Maecello e Alberto, di entrambi.

 

Giornalista

I fratelli

Borsellino

Sì.

Giornalista

Quelli della Publitalia?

Borsellino

Sì.

Giornalista

Perché c’è nell’inchiesta della San Valentino, un’intercettazione fra lui e Marcello Dell’Utri in cui si parla di cavalli. .

Borsellino

Beh, nella conversazione inserita nel maxi-processo, si parla di cavalli da consegnare in albergo, quindi non credo potesse trattarsi effettivamente di cavalli, se qualcuno mi deve recapitare due cavalli me li recapita all’ippodromo o comunque al maneggio, non certamente dentro l’albergo.

 

Giornalista

C’è un socio di Marcello Dell’Utri, tale Filippo Rapisarda che dice che questo Dell’Utri gli è stato presentato da uno della famiglia di Stefano Bontade.

Borsellino

Palermo è la,città della Sicilia dove le famiglie mafiose erano più numerose, si è parlato addirittura

in un certo periodo almeno di duemila uomini d’onore con famiglie numerosissime, la famiglia di Stefano Bontade sembra che in un certo periodo ne contasse almeno 200, si trattava comunque di famiglie appartenenti a una unica organizzazione, cioè Cosa Nostra, i cui membri in gran parte si conoscevano t.utti, e quindi è presumibile che questo Rapisarda riferisca una circostanza vera.

Giornalista

Lei di Rapisarda ne ha sentito parlare?

Borsellino

So dell’esistenza di Rapisarda, ma non me ne sono mai occupato pesonalmente.

Giornalista

Perché quanto pare, Rapisarda, Dell’Dtri, erano in affari con Ciancimino, tramite un tale Alamia.

Borsellino

Che Alamia fosse in affari con Ciancimino è una circostanza da me conosciuta e che credo risulti. anche da qualche processo che si è già celebrato. Per quanto riguarda Rapisarda e Dell’Utri, non so fomirle particolari indicazioni, trattandosi ripeto sempre di indagini di cui non mi sono occupato personalmente.

Giornalista

 

Non le sembra strano che certi personaggi, grossi industriali come Berlusconi. Dell’Utri, siano collegati a uomini d’onore tipo Vittorio Mangano ?

Borsellino

All’inizio degli anni Settanta, Cosa Nostra cominciò a diventare un’impresa anch’essa, un’impresa nel senso che attraverso l’inserimento sempre più notevole, che a un certo punto diventò addirittura monopolistico, nel traffico di sostanze stupefacenti, Cosa Nostra cominciò a gestire una massa enorme di capitali. dei quali naturalmente cercò lo sbocco, perché questi capitali in parte venivano esportati o depositati all’estero e allora così si spiega la vicinanza tra elementi di Cosa Nostra e certi finanzieri che si occupavano di questi movimenti di capitali.

 

Giornalista

Lei mi dice che è normale che Cosa Nostra si interessi a Berlusconi ?

Borsellino

E’ normale che chi è titolare di grosse quantità di denaro cerchi gli strumenti per poter impiegare questo denaro. sia dal punto di vista del ricic1aggio. sia dal punto di vista di far fruttare questo denaro.

Giornalista

Mangano era un pesce pilota ?

Borsellino

Sì, guardi le posso dire che era uno di quei personaggi che ecco erano i ponti, le teste di ponte

dell’organizzazione mafiosa nel nord Italia.

Giornalista

Si dice che abbia lavorato per Berlusconi ?

Borsellino

Non le saprei dire in proposito o anche se le debbo far presente che come magistrato ho una certa ritrosia a dire le cose di cui non sono certo, so che ci sono addirittura ancora delle indagini in corso in proposito. Non conosco quali atti siano ormai consciuti, ostensibili e quali debbano rimanere segreti. Questa vicenda che riguarderebbe i suoi rapporti con Berlusconi, è una vicenda che la ricordi o non la ricordi, comunque è una vicenda che non mi appartiene, non sono io il magistrato che se ne occupa quindi non mi sento autorizzato a dirle nulla.

Giornalista.

C’è un’inchiesta ancora aperta ?

Borsellino

So che c’è un’inchiesta ancora aperta.

 

Giornalista (in francese)

Su Mangano e Berlusconi a Palermo ?

Borsellino

Sì.

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