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Luigi Cesaro, onomastico amaro: a breve si deciderà l’arresto del senatore. È finita un’epoca?

Luigi Cesaro, onomastico amaro: a breve si deciderà l’arresto del senatore. È finita un’epoca?

21 Giugno 2020

È un onomastico amaro quello di Luigi Cesaro. Caduto in disgrazia con i suoi tre fratelli: due ai domiciliari, un altro in carcere. E quasi tutto il patrimonio: aziende, conti correnti, proprietà immobiliari finiti sotto sequestro. Sul capo del parlamentare pende una custodia cautelare ai domiciliari. L’ennesima.

Se in passato il senatore è riuscito sempre a scansare il fosso giudiziario, ora sono in molti a sostenere che non se la caverà. L’inchiesta “Antemio” che ha portata 54 persone tra domiciliari e carcere con oltre 100 indagati ha un impiato investigatio solido e inequivocabile. Il sistema Sant’Antimo è esploso nella sua drammaticità di compromissioni, illegalità, utilità e fitte reti di potere per il potere.

La fortuna imprenditoriale, le tante attività economiche e la carriera politica della famiglia Cesaro – certificano i magistrati antimafia – in buona parte deriverebbe da un patto di ferro con la camorra. Un potere robusto che ha regnato per almeno 30 anni ed ha garantito ai Cesaro un potere assoluto. Adesso Giggino ‘a purpett rischia.

 

L’impero sta crollando e i protagonisti di una lunga storia cominciata all’ombra del boss Raffaele Cutolo potrebbero essere seppelliti sotto le macerie. Ci sono 31 intercettazioni effettuate dai magistrati che in modo chiaro ricostruiscono i rapporti tra la famiglia Cesaro e una serie di personaggi che ruotano attorno ad almeno tre clan. E non solo.

Quel sistema chiuso, cristallizzato, impenetrabile e in sicurezza è stato violato da tre collaboratori di giustizia che hanno reso dichiarazioni inequivocabili e ampiamente riscontrate.

Nelle annotazioni degli inquirenti colpisce è il linguaggio usato da Luigi Cesaro nelle sue interlocuzioni. Slang, modi di dire, pause, silenzi e parole criptiche che solo gli interlocutori sanno interpretare in quel codice segreto stratificato e tramandato.

Allora la domanda inquietante e ossessiva: Come è potuto mai accadere che un personaggio rozzo, ignorante, grezzo e sguaiato come Luigi Cesaro per oltre 30 anni abbia ricoperto diversi ruoli istituzionali?

Certo le mozzarelle regalate a Silvio Berlusconi attraverso Marcello Dell’Utri hanno avuto un loro peso e sapore. Anche le ospitate della squadra del Milan al centro sportivo di Sant’Antimo hanno contribuito.

Il caso resta davvero singolare. In tanti anni di carriera politica da presidente della Provincia di Napoli per ben due mandati, a eurodeputato, a parlamentare prima alla Camera ora al Senato non è mai stato protagonista di atti, iniziative, provvedimenti, leggi.

 

Niente. Il vuoto più assoluto. Oltre un caso giudiziario, insomma, Luigi Cesaro sembra un caso psichiatrico. Nelle intercettazioni captate dagli investigatori non emerge mai un discorso di senso, un’espressione corretta, un ragionamento, un’idea che sia una. Nulla.

C’è una emissione disarmonica di suoni gutturali che solo apparentemente somigliano a parole, il più delle volte sono espressioni gergali del tipo : “…a me non me ne fotte…”, “ho fatto ‘o piscitiell ‘e cannuccia”, “come me ha fatto palla corta”.

Intercalari che mal si conciliano con una persona che ha frequentato la gloriosa Facoltà di Giurisprudenza Federico II di Napoli, sostenuto un esame di avvocato, ricoperto incarichi all’Asl e poi nelle istituzioni come consigliere comunale, assessore, presidente della Provincia e parlamentare.

eputato da cinque legislature, senatore in corso, presidente della Provincia di Napoli dal giugno 2009, europarlamentare dal 1999 al 2001, commissario del coordinamento provinciale napoletano di Forza Italia dal dicembre 2005 al marzo 2009, coordinatore provinciale del Pdl napoletano dall’aprile 2009.

A mente e consultando gli archivi non si conosce – almeno in Parlamento – un intervento di Cesaro in aula a Montecitorio oppure a palazzo Madama, nelle Commissioni consiliari neppure un question time. Cesaro non ha mai proferito parola. Quelle poche che circolano sulla rete sono ormai cult.

 

Luigi Cesaro è grottesco, incolto e disinformato al punto da confondere Marchionne, l’amministratore delegato della Fiat, con Melchiorre, uno dei tre re Magi; cliccatissimo dai frequentatori di youtube per le sue poche ma solenni interviste dove non manca mai un riferirento agli ‘amici’ e un qualche “pobblema serio e impottante”, “tic, tac” . Senza parole, appunto.

Arnaldo Capezzuto

 

fonte:https://www.ladomenicasettimanale.it/