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“Lotta alle mafie scomparsa da campagna elettorale”: Rosy Bindi presenta la relazione conclusiva della Commissione Parlamentare Antimafia.POCHI NE PARLANO.VERGOGNA.MAFIOSI  !!!!!!!

“Lotta alle mafie scomparsa da campagna elettorale”: Rosy Bindi presenta la relazione conclusiva della Commissione Parlamentare Antimafia

di Claudio Cordova – 315 audizioni, 104 missioni e oltre 700 di relazione. Il presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, presenta presso la Sala Koch del Senato il frutto del lavoro di diversi anni. Ad aprire i lavori, il presidente del Senato, Piero Grasso: “Le mafie sono strumenti di corruzione e distribuiscono favori e servizi: ciò rappresenta la negazione del diritto e dei diritti”. Grasso, ex magistrato ed ex procuratore nazionale antimafia, tratteggia il nuovo volto delle mafie, non più rozzo e spaventoso, ma spesso pulito e ammaliante: “E’ la borghesia mafiosa – spiega Grasso – e i rapporti con la politica alimentano la sfiducia di cittadini”. Il presidente del Senato parla poi della crisi dei movimenti antimafia: “L’antimafia è un problema di coscienza e di responsabilità”. Ma non trascura – così come fa la stessa relazione – il ruolo dell’informazione: “Le mafie cercano acquiescenza e minacciano di far perdere il posto ai giornalisti indipendenti”.

Un tema ricorrente, quello dell’informazione. Lo tocca in maniera forte anche il ministro degli Interni, Marco Minniti: “Libertà di stampa e giornalismo d’inchiesta sono ossigeno per la democrazia”. Il rappresentante del Viminale, però, è fiducioso: “Nonostante la minaccia terroristica, non si è abbassata la guardia contro le mafie: l’obiettivo è sconfiggere le mafie e per farlo tocca liberare le Istituzioni e rompere il legame con la politica”. Come? Minniti – alfiere della linea per lo scioglimento dei comuni – ha una ricetta: quella del cosiddetto “accesso positivo”, uno strumento intermedio, che non porterebbe allo scioglimento dei consigli comunali, ma all’affiancamento delle amministrazioni che non riescono a fare muro contro lo strapotere mafioso, ma che allo stesso tempo non sono totalmente asservite a esso. Ma, come sottolinea il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, il problema è principalmente culturale: “C’è stato un uso indebito e talvolta truffaldino della parola antimafia, ma la corruzione è degrado etico. Per questo bisogna ripristinare i diritti sociali fondamentali”. Questione di cui è convinto anche il ministro della Giustizia, Andrea Orlando: “Le mafie sono capaci di autorappresentarsi in politica. Le mafie sono hanno rappresentanza sul territorio e rappresentanza economica, talvolta organizzano anche il tempo libero. Il fenomeno mafioso è legato alla crisi sociale, alla crisi delle Istituzioni, del resto – si chiede – c’è forse differenza tra la mafia e la finanza di rapina degli ultimi 20 anni?”. Ecco il volto nuovo delle mafie, tratteggiato dal procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho: “Le mafie si muovono nella sommersione, hanno l’arma del denaro che è molto convincente”. L’ex procuratore di Reggio Calabria si concentra anche sul tema delle stragi degli anni ’90 che, come appare sempre di più, sarebbero state frutto di un legame oscuro e inquietante tra Cosa Nostra, ‘ndrangheta e altre entità occulte: “La verità è parte della democrazia” chiosa De Raho. In mezzo, il lungo e articolato intervento di Rosy Bindi. Per il presidente dell’Antimafia, è cresciuta la consapevolezza di combattere la mafia. La relazione, infatti, è stata approvata all’unanimità: “L’unità è stata una ricchezza, perché politica e Parlamento possono essere sede di garanzia”. Applausi. Bindi – e non è l’unica tra i relatori – sottolinea però la latitanza di una certa politica: “Il tema della lotta alle mafie è scomparso dalla campagna elettorale – dice con amarezza – e anche oggi sono assenti i segretari dei partiti politici”. Eppure le mafie si abbracciano pericolosamente alle Istituzioni, ma non solo: “Il metodo mafioso consiste nel creare relazioni e complicità, per questo le mafie di oggi insanguinano di meno, ma non per questo sono meno pericolose”. Il tema politico è forte nell’intervento di Bindi: “La politica locale è l’elemento privilegiato nei rapporti con le mafie, vogliamo quindi l’anagrafe dei candidati”. Tre, secondo il presidente, gli atteggiamenti che agevolano le mafie: clientelismo, trasformismo e familismo”. Politica, economia, ma non solo. Non poteva mancare una parte corposa dedicata ai rapporti con la massoneria: note le tensioni tra la Commissione e le Obbedienze, che hanno negato i propri elenchi. Alla fine acquisiti manu militari: “La massoneria – spiega Bindi – può essere luogo d’incontro tra mafia e classi dirigenti, ma la segretezza non è ammessa in democrazia”. La presidenza Bindi si contraddistingue pure per due proposte di legge: il Codice Antimafia e la legge sui testimoni di giustizia: “Perché – conclude Bindi – questo lavoro è dedicato alle vittime”.

Mercoledì, 21 Febbraio 2018

fonte:http://www.ildispaccio.it/