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L’operazione della Questura di Latina contro il clan Di Silvio

Un’organizzazione pericolosissima, quella dei Di Silvio, la cui pericolosità aumenterebbe ancora se venissero provati i legami, su cui stanno indagando gli uomini della Mobile, con un altro clan, anch’esso di origine nomade, quello dei Casamonica, presente ed operante nei Castelli Romani, nel frosinate, nella Capitale e nel nord del Lazio.

Un’organizzazione alla quale la Magistratura inquirente ha attribuito il vincolo associativo e che, quindi, può essere definita un vero e proprio clan mafioso.

E’ presente sia a Latina che nel frosinate e rappresenta un impero criminale ed economico di un livello eccezionale.

Uno della famiglia qualche anno fa è saltato in aria su una bomba collocata sotto la sua autovettura sul litorale di Latina.

Evidentemente egli aveva dato fastidio agli interessi di un clan più potente dei Di Silvio e questa potenza la si desume dal fatto che la famiglia non reagì, com’è solita fare, a questo omicidio che per le modalità con le quali è stato eseguito può essere senza alcun dubbio attribuito a soggetti altamente specializzati e determinati.

L’ombra dei Casalesi sul litorale di Latina e nel capoluogo pontino.

E che i Casalesi siano presenti e radicati, oltre che nel sud pontino, anche nel capoluogo e nel nord della provincia, è dimostrato dai beni ad essi confiscati sul territorio di Cisterna e, in particolare, dalla grande tenuta gestita oggi da una cooperativa sociale.

A pochissima distanza dalla discarica di Borgo Montello, dal borgo di Latina dove è stato ammazzato come un cane il vecchio Parroco Don Boschin.

Quella di Latina è ormai una provincia quasi completamente sotto scacco delle mafie che, grado a grado, la stanno rendendo invivibile, come fosse una dépendance della Campania.

Camorra soprattutto, ma anche “cosa nostra”, ’ndrangheta, ex banda della Magliana.

Per non parlare delle mafie straniere.

Un guazzabuglio di criminali che hanno trovato, grazie anche all’imbecillità di parte della gente locale ed al sistema di corruzione e di affarismo messo intelligentemente in piedi a favore di molti locali, l’humus per radicarsi e fare del territorio pontino un territorio proprio.

Con profondi addentellati nella politica e nelle istituzioni, oltre che nelle professioni. Come hanno dimostrato in parte le cronache, anche se c’è tanto, tanto altro da scoprire.

C’è una mafia criminale, violenta, che spara, uccide, estorce, traffica con gli stupefacenti, il commercio delle armi, la prostituzione ecc. e c’è una mafia fatta di “colletti bianchi”, che fiancheggia, favorisce, si fa sostenere con i voti, compra, investe i proventi illeciti. Due livelli che interagiscono, in perfetta simbiosi.

Baciandosi in bocca, facendo insieme affari, occupando il potere, chi con le armi e chi con i soldi.

Ed il potere sta grado a grado passando nelle loro mani, quasi per intero.

Con istituzioni deboli, fragili, che non sono in grado talune e non vogliono talaltre organizzare una linea seria di difesa.

Si è avuta in provincia di Latina la sfrontatezza di mettere in ridicolo il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura fatto, ad esempio, per il “caso Fondi”, minacciando di affidare indagini parallele a dei privati.

E nessuno ha aperto bocca.

Un’opposizione seria avrebbe ricoperto le mura della regione di manifesti, avrebbe occupato le aule, avrebbe organizzato manifestazioni di piazza.

Democraticamente, ovviamente, ma denunciando al mondo intero questi comportamenti collusivi.

Invece, silenzio tombale.

Si fa finta oggi di meravigliarsi per il fatto che sono state spedite pallottole al Questore, al Capo della Mobile e a due Ispettori di Polizia di Formia. Li si è lasciati sempre soli e questo è veramente vergognoso.

Si mandano oggi note di solidarietà e di rallegramenti alla Polizia di Stato per l’operazione contro i Di Silvio i quali si stavano preparando a fare degli attentati a persone delle forze dell’ordine.

Ipocriti.

Ma non si ammazza solo con le pallottole.

Si ammazza soprattutto con le parole, delegittimando, facendo trasferire servitori dello Stato bravi come il Prefetto Frattasi, il Presidente del TAR Bianchi, il Colonnello dei Carabinieri Rotondi.

Si ammazza indebolendo lo Stato di diritto colpendo i suoi rappresentanti che fanno il loro dovere.

Si ammazza facendo venire al loro posto persone non esperte, inadeguate alla gravità della situazione.

Per mantenere in piedi un sistema fragile, un impianto che fa acqua da tutte le parti.

Si ammazza privando chi vuole lavorare seriamente di mezzi ed uomini.

Si ammazza con il silenzio o la deformazione delle notizie sullo stato reale delle cose.

Si ammazza con la sottovalutazione e con il negazionismo.

Quando andrà via da Latina il Questore D’Angelo che sta nel capoluogo pontino da 4 anni, sarà veramente un dramma!!!

Noi siamo fortemente preoccupati.

Non crediamo più nemmeno in un atto di resipiscenza da parte di coloro che, a livello politico, dicono di essere dalla parte della legalità.

Può darsi che molti di essi siano in buonafede, ma essi hanno dimostrato negli anni un’inconsistenza intellettuale, un’ incapacità a “leggere” i fatti e a trovare soluzioni adeguate veramente preoccupanti.

Noi stiamo in trincea ed ogni giorno ci imbattiamo in situazioni terrificanti.

Un terreno o una villa o un albergo o un cantiere navale o uno stabilimento balneare, un negozio, un centro commerciale venduti, una concessione edilizia o un’autorizzazione rilasciati, una variante urbanistica approvata.

Il tutto a gente sospetta, che viene dalla Campania, dalla Sicilia, dalla Calabria o a prestanomi locali.

Abbiamo lanciato l’allarme delle “finanziarie”. Un’invasione, a Terracina, a Latina, dappertutto.

Stiamo da anni gridando che bisogna fare le indagini sui patrimoni, sulle movimentazioni finanziarie nelle banche, sugli investimenti.

Chi ti sente???!!!.

Se non ci fosse stata un po’ la Questura, da quando è venuto D’Angelo, non si sarebbe fatto niente.

Se non ci fossero stati la DIA, il GICO, lo SCO e le DDA di Napoli, Roma, Reggio Calabria ecc, , tutti soggetti esterni alla provincia di Latina, saremmo veramente nei guai.

Questa è la situazione.

Con una comunità che, quando viene a conoscenza di operazioni come quella contro i Di Silvio, fa sempre finta di cadere dalle nuvole!!!

Non parlo, non vedo, non sento.

Mentre la provincia di Latina precipita sempre più in basso.