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L’omicidio Scopelliti e il ruolo di Matteo Messina Denaro

L’omicidio Scopelliti e il ruolo di Matteo Messina Denaro

Karim El Sadi 07 Febbraio 2023

Sul boss aperta da tempo l’indagine del pm Lombardo. La figlia del giudice: Vorrei sapere se è vero che era accanto a chi lo ha ucciso”

Non solo mandante ed esecutore delle stragi del 1992 e del 1993, il boss stragista di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro è accusato, da tempo, anche di aver fatto parte del gruppo di fuoco che uccise Antonino Scopelliti. Il nome del capo mafia compariva, assieme a quello di altri 16 indagati tra boss e affiliati a cosche mafiose siciliane e calabresi, in un avviso di accertamenti tecnici non ripetibili notificato nel 2019 dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal pm Stefano Musolino, nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del sostituto procuratore generale della Corte di cassazione, ucciso il 9 agosto del 1991 in località “Piale” di Villa San Giovanni mentre faceva rientro a Campo Calabro. In passato, sul delitto c’era stato un processo che si era concluso, nel 2000 in Corte d’Appello e nel 2004 in Cassazione, con l’assoluzione di numerosi boss siciliani tra cui Bernardo ProvenzanoNitto SantapaolaGiuseppe e Filippo Graviano. A distanza di anni, l’inchiesta sull’omicidio del giudice Scopelliti è stata riaperta grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio Avola, ex sicario catanese dei Santapaola che ha fatto ritrovare in provincia di Catania il fucile calibro 12 che, secondo la Dda, avrebbe ucciso il magistrato che, in Cassazione, avrebbe dovuto rappresentare l’accusa al maxiprocesso a Cosa nostra. “La strategia stragista parte dopo la sentenza d’appello del maxi processo e si doveva fare la Cassazione”, aveva detto Avola, sentito a Caltanissetta al processo, tuttora in corso, contro Messina Denaro accusato di essere mandante delle stragi del ’92. “Mi rintraccia Aldo Ercolano e mi dice che si doveva compiere un omicidio di urgenza ad un magistrato, Antonino Scopelliti. Si doveva fare subito perché se ne stava andando da Reggio e a Roma non si poteva fare”. Era il 5 aprile 2019 e per la prima volta, da quando era stata resa nota la riapertura delle indagini sull’omicidio Scopelliti, il pentito deponeva in un’aula di giustizia sul tema. L’udienza durò ben 8 ore. Un mese dopo, il 9 maggio, al processo “Gotha” di Reggio Calabria, Avola parlò in modo ancor più puntuale di quell’agguato concentrandosi sulla partecipazione del boss di Castelvetrano. “C’era anche Messina Denaro, che ha commesso con me materialmente l’omicidio – aveva affermato l’ex killer al procuratore Giuseppe Lombardo – Fu Salvo Lima a fornire ogni utile informazione sui movimenti del giudice Scopelliti a Salvatore Ercolano, cugino di Nitto Santapaola”.

A detta del collaboratore quell’attentato rientrerebbe in uno scenario più grande di quello del semplice omicidio preventivo, vista la designazione di Scopelliti a giudice del maxiprocesso, ovvero quello di un patto occulto stipulato agli inizi degli anni ’90 tra boss di Cosa Nostra e ‘Ndrangheta. Un patto che includerebbe, appunto, anche la collaborazione tra le due organizzazioni mafiose nella cosiddetta strategia stragista. Su questa collaborazione è in corso dal 2017, sempre a Reggio Calabria, il processo ‘Ndrangheta Stragista, nato da un’inchiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo con il coordinamento del procuratore Giovanni Bombardieri, e che vede imputati il boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano e il mammasantissima calabrese Rocco Santo Filippone per gli omicidi dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo. Le accuse del pm Lombardo sono state confermate dai giudici di primo grado e per l’11 marzo è prevista la sentenza del processo d’appello.
Sul caso Scopelliti, invece, l’indagine è ancora in corso anche con attività rogatoriali a livello internazionale. Oltre a Matteo Messina Denaro, sono coinvolti altri sei siciliani, i catanesi Marcello D’AgataAldo ErcolanoEugenio GaleaVincenzo Salvatore SantapaolaFrancesco Romeo e lo stesso Maurizio Avola. Sono 9, invece, i calabresi indagati: Giuseppe PiromalliPaquale TeganoAntonino PesceGiorgio De StefanoVincenzo ZitoPasquale e Vincenzo BertucaSanto Araniti e Gino Molinetti. Tra gli iscritti nel registro degli indagati c’era anche il boss di Archi Giovanni Tegano che, però, è deceduto l’anno scorso in carcere. “Mi piacerebbe ascoltare le sue parole su mio padre”, aveva detto la figlia di Scopelliti, Rosanna, lo scorso 16 gennaio a proposito dell’arresto di Messina Denaro. “Mi piacerebbe sapere se è vero che era accanto a chi lo ha ucciso, se ne ha visto il volto prima di privarmi per sempre del suo sorriso. Mi piacerebbe sapere se c’era, se ha deciso, se ha ascoltato”.

Foto di copertina: realizzazione grafica by Paolo Bassani

Dossier Arresto Matteo Messina Denaro

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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/93790-l-omicidio-scopelliti-e-il-ruolo-di-matteo-messina-denaro.html