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Lombardo: «I soldi sporchi dei clan possono destabilizzare il sistema finanziario»

Lombardo: «I soldi sporchi dei clan possono destabilizzare il sistema finanziario»

Il procuratore aggiunto al webinar di Confartigianato: «Fin dagli anni 90 le organizzazioni criminali hanno l’aspirazione di diventare banche. E il Covid può aiutarle»

Pubblicato il: 30/06/2021 – 19:00

REGGIO CALABRIA «Bisogna impedire in tutti i modi che progetti criminali ricostruiti già alcuni decenni fa dalla Commissione parlamentare, vadano in porto perché altrimenti rischieremmo di perdere il controllo dei sistemi finanziari legali». Così il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, intervenuto al webinar di Confartigianato Imprese Calabria. Tema principale della discussione è stato lo stato di salute delle imprese in relazione alla pandemia ancora in corso e i rischi futuri, nel breve e nel lungo periodo. Oltre al magistrato all’incontro introdotto e moderato dal presidente Roberto Matragano sono intervenuti anche Licia Redolfi dell’Ossevatorio Mpi Confartigianato, che ha evidenziato come «la Calabria sia per incidenza di lavoratori irregolari rispetto al numero degli occupati totali». Il fenomeno del lavoro sommerso o “abusivo”, come sottolineato anche dal Direttore delle Politiche Economiche, Bruno Panieri, rischia – a fronte degli effetti derivanti dall’emergenza Covid sul mercato delle imprese – di mutare «da ammortizzatore a condizione permanente».
E così «le imprese che sono in difficoltà economica – ha aggiunto – rischiano di diventare maggiormente appetibili per le organizzazioni criminali». Anche per questo si stanno approntando ed evolvendo strumenti come i “Confidi” che cercano di mantenere le imprese quanto più possibile nel solco della legalità, come spiegato da Federica Ricci, responsabile istituzionale e normativo Fedart-Fidi. Tenuto conto che «gli strumenti, come il fondo per la prevenzione per l’usura, non sono più in grado di supportare le crescenti necessità delle imprese»

Lombardo: «Fin dai primi anni 90 le organizzazioni criminali volevano diventare banche»

«La ‘ndrangheta risulta essere oggi la più ricca organizzazione criminale al mondo. Anche per questo tenterà – in tre fasi – di avvantaggiare se stessa anche in relazione agli spazi operativi che la pandemia ha aperto», ha detto il procuratore aggiunto.
Si parte da tre interrogativi: «Il Covid incide e inciderà ancora sulla fragilità del sistema imprenditoriale italiano.
Bisogna anzitutto chiedersi se le azioni di sostegno delle imprese riusciranno a impedire l’immissione massiccia di capitali sporchi nel mercato finanziario; la seconda domanda è sulle criticità più evidenti delle piccole-medie imprese; in ultimo bisogna chiedersi come il crimine organizzato cercherà di sfruttare la crisi».
Nel cercare di dare una risposta a queste domande, Lombardo parte da una relazione della Commissione Parlamentare dei primi anni 90 «secondo cui, già allora, veniva intravista la
possibilità di un salto in avanti in ambito finanziario delle organizzazioni criminali che avevano l’intenzione di diventare banche». Le condizioni che la pandemia va corrispondendo parrebbero aver spianato la strada per raggiungere tale scopo. In maniera graduale.

«Rischio di perdere il controllo dei sistemi finanziari legali»

«Le grandi mafie, in particolare la ‘ndrangheta, si limiteranno in questa prima fase a osservare l’andamento dell’economia e inasprire situazioni di disagio sociale. Continueranno ad operare per mantenere inalterato il loro ruolo nello scacchiere criminale dove le singole associazioni si muovono in modo sinergico» dice il magistrato. «Dopodiché – continua – ndrangheta e grandi mafie beneficeranno di una serie di indicatori forniti direttamente da esperti del settore (ormai organici al sistema secondo l’impostazione della Dda reggina, ndr) per capire in quali settori investire i capitali sporchi».
L’assoluzione di queste fasi porterà a compiere il passo decisivo di «
attuare operazioni di riciclaggio imponenti che nel breve-lungo periodo potrebbero creare instabilità del sistema finanziario italiano». Nel frattempo «la ‘ndrangheta continuerà a lavorare a stretto contatto coi territori rafforzando il suo ruolo di stabilizzatore sociale atipico».

«Non usura, ma operazioni di “doping finanziario”»

«Non assisteremo forse a prestiti che potranno sfociare in elargizioni di rilevanza penale perché saranno scollegati dal porre in essere comportamenti di tipo usuraio. A mio avviso collocheranno i capitali sporchi nel mercato attraverso operazioni a tasso zero. Potremmo assistere a una delle più grandi operazioni di “doping finanziario” della storia recente» dice ancora Lombardo.
La ‘ndrangheta, dunque, mira a sostituirsi, in forma di interfaccia, alla stessa economia legale ingerendosi nei sistemi di tutela degli imprenditori ai quali può dare ristoro più immediato di qualsiasi altro player finanziario.
«A distanza di trent’anni – rimarca il procuratore –
il Covid diventerà l’occasione attraverso cui creare un sistema bancario parallelo in cui la ‘ndrangheta tenterà di diventare finanziatrice. Questo non la porterà a finanziare non la piccola-media impresa in crisi, ma il sistema stesso, destinato a generare quel tipo di sostegno di cui l’impresa ha bisogno. Questo sarebbe drammatico».
E conclude con l’invito di creare tutte le condizioni possibili per prevenire l’ingresso dei capitali illeciti nei mercati finanziari perché, una volta avvenuto, l’azione di contrasto dal punto di vista giudiziario potrebbe essere già troppo tardiva. «Dobbiamo trovare il modo di aumentare la nostra sensibilità nel comprendere qual è la direzione che i capitali sporchi possono prendere nel momento in cui la pandemia stabilizzerà gli aspetti negativi. Ciò onde evitare che le tendenze criminali ci facciano perdere le tracce dell’operatività finanziaria della ‘ndrangheta».
(f.d.)

 

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/2021/06/30/lombardo-i-soldi-sporchi-dei-clan-possono-destabilizzare-il-sistema-finanziario/