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Lo Voi: ”Mafia fenomeno globale. Serve cooperazione tra Stati”

Lo Voi: ”Mafia fenomeno globale. Serve cooperazione tra Stati”

Il Procuratore capo di Palermo è intervenuto a Strasburgo

12 Giugno 2018

di AMDuemila


“Siamo davanti a un nuovo trend nella mafia. Cosa nostra è da sempre attenta a sfruttare ogni occasione che possa portare nuovi business e gli investigatori si trovano davanti nuove e sempre più complesse sfide”. A dirlo è stato il Procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, intervenuto al Consiglio d’Europa a Strasburgo. Il magistrato ha spiegato come Cosa nostra, da fenomeno criminale locale, sia diventata una mafia globale capace di estendere i propri tentacoli oltre i confini nazionali e infiltrarsi nella società, nella politica e nell’economia. Ovviamente si è discusso anche delle stragi e dell’attacco alle istituzioni e l’avveniristico approccio nella lotta alla criminalità organizzata di due magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo Voi, nel suo lungo intervento, ha raccontato l’evoluzione della mafia, la lunga e cruenta guerra dichiarata dai clan allo Stato, gli omicidi “eccellenti” e le misure legislative e giudiziarie messe in campo per contrastare Cosa nostra. Una battaglia quella tra legalità e crimine organizzato che non sarebbe stata la stessa senza il contributo di Giovanni Falconee Paolo Borsellino che pagarono con la vita il loro coraggio ed anche le loro intuizioni investigative. Prima tra tutte quella di combattere i clan seguendo i flussi monetari, le ricchezze illecite. “Se prima bastava ‘studiare’ gli assegni, perché era quello il mezzo di trasferimento del denaro, ora milioni di euro si muovono con un click dal pc e seguire i soldi e capire dove si fermano, dove vengono reinvestiti è diventato ancora più difficile” ha spiegato ancora il Procuratore capo di Palermo.
Lo Voi ha anche parlato dei sequestri e le confische dei beni, della legge sui pentiti, del carcere duro insistendo sulla necessità di una nuova cooperazione internazionale contro un fenomeno sempre più globale: “Questo impone un ulteriore sforzo verso una maggiore cooperazione internazionale e soprattutto la creazione di una nuova cultura di cooperazione investigativa. Molti cambiamenti ci sono stati, molto lavoro è stato fatto, ma molto ancora ce ne è da fare”.
All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Corte europea dei Diritti Umani Guido Raimondi, l’ambasciatore Marco Marsilli e Jan Kleijssen, direttore dell’Unità società dell’informazione e azione contro il crimine.

Fonte:http://www.antimafiaduemila.com