«La camorra è finita, oggi giorno ognuno fa famiglia a sé»
Lo sfogo (intercettato) di un boss del Vesuviano che parla con un suo sodale: non c’è più la cosa collettiva
22 Settembre 2020
«E’finito tutto, la malavita non è più come una volta, soprattutto in provincia». A parlare, intercettato, è un boss del Vesuviano, che si confronta con un suo sodale sulla «deriva» della criminalità organizzata. «Ora ognuno fa famiglia a sé, hai capito? Ognuno fa famiglia a sé, il discorso è questo: che ognuno fa famiglia a sé». E il compariello conviene con lui: «Ognuno guarda i cazzi suoi, nel senso lavorativo (del termine); se prendo un pezzo di pane, lo prendo e lo porto a casa». La conversazione, ritenuta di particolare interesse, è allegata a una informativa di polizia giudiziaria, prodotta sul clan Fabbrocino (attivo a San Giuseppe Vesuviano e in altri centri dell’hinterland nolano). «Il fatto collettivo non c’è più – si lamenta il boss –. Oggi il fatto collettivo non ci sta più. E’ finita, ma non solo qua, è così dappertutto». Il sodale gli fa notare che soltanto nel capoluogo partenopeo i malavitosi pensano a rafforzarsi come clan: «La collettività sta solo a Napoli, quelli rafforzano il gruppo fra di loro». «E’ così – gli dà ragione il boss –, a Napoli vendono la droga, stanno dieci di loro e si organizzano per comprarla, ma nelle province, ormai è finita così». I due parlano anche della crisi economica che non lascia scampo alle loro attività in «chiaro» (che gestiscono attraverso dei prestanome). «Qui il lavoro non c’è, si dovrebbe pensare di andarsene sopra (al Nord), pure a Firenze è buono, anche se, oggi come oggi, la crisi sta da tutte le parti», sostiene uno degli interlocutori. I tempi sono cambiati, «te l’ho detto, ora si deve parlare un’altra volta (ci si deve organizzare di nuovo). Questo è il discorso. La collettività non c’è più».
Fonte:https://www.stylo24.it/