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L’Italia sempre peggio!

Istat: persi 204.000 posti lavoro
Crolla l’occupazione, -0,9% per la prima volta dopo 14 anni. Lo sottolinea l’Istat precisando che a fronte di 204 mila occupati in meno tra gennaio e marzo è il Mezzogiorno a perdere la maggior parte dei posti: con 114mila unità in meno. Su base annua, il tasso di disoccupazione è pari al 7,9%, il più alto dal 2005. In cifre assolute, il numero delle persone in cerca di occupazione sono quasi 2 milioni. Ma il ministro del Welfare Maurizio Sacconi si dice non preoccupato: “E’ un dato inferiore rispetto a quel che potevamo temere”

La crisi economica scarica i propri effetti sul mercato del lavoro. Per la prima volta dopo 14 anni, nel primo trimestre del 2009, calano gli occupati in Italia. Lo certifica l’Istat secondo cui tra gennaio e marzo sono stati persi 204.000 posti di lavoro, pari allo 0,9% su base annua. Il calo sintetizza la discesa di 426.000 unità della componente italiana e la crescita di 222.000 unità di quella straniera, per un totale di 22 milioni 966 mila occupati. Il numero delle persone in cerca di occupazione registra il quinto aumento tendenziale consecutivo, portandosi a 1.982.000 unità (+221.000 unità, pari al +12,5% rispetto al primo trimestre 2008), mentre il tasso di disoccupazione passa dal 7,1% del primo trimestre 2008 all’attuale 7,9%.

Attenzione, ma nessun allarme da parte del governo. Secondo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, “il dato indica quello che sappiamo: una contrazione del lavoro ma in misura minore di quanto potevamo temere”. “Il 7,9% dell’Italia – ha aggiunto – ci deve preoccupare ma va anche paragonato ad una crisi globale che vede negli altri Paesi cifre più alte. Solo pochi anni fa la disoccupazione da noi era al 12,5%. Ovviamente questo costituisce un motivo di preoccupazione, per questo siamo impegnati a rafforzare la ‘cassetta degli attrezzi’ per affrontare questa situazione”. La strada da percorrere, ha aggiunto, “è valorizzare i contratti di apprendistato da parte delle Regioni e le imprese devono utilizzarle”. Sacconi ha aggiunto che “bisogna incentivare a rimanere nell’ambiente lavorativo, per questo stiamo pensando ad un premio di occupabilità”.

Di tutt’altro avviso l’opposizione: “Un nuovo allarme viene dall’Istat: per la prima volta, dopo 14 anni, l’occupazione è in calo in Italia – ha evidenziato il responsabile lavoro del Pd, Cesare Damiano -. Tutte le associazioni del lavoro e dell’impresa, oltre che gli osservatori più attendibili, sono concordi nel ritenere che l’autunno ci riserverà purtroppo brutte sorprese. Il tempo per agire prima dell’estate è breve e il governo continua a barcamenarsi tra false illusioni e silenzi imbarazzanti”.
“Anche se previsto, il dato è allarmante: 200 mila posti in meno nel primo trimestre dell’anno dovrebbero costringere il governo a prendere da subito provvedimenti concreti”. A sottolinearlo è Antonello Soro, presidente dei deputati del Pd, che in una nota osserva: “Invece Berlusconi è con la testa altrove, preso dalle sue faccende private che lui stesso rende pubbliche, costantemente riunito con i suoi avvocati e, come dimostrano le inchieste, esposto (e su questo da giorni chiediamo una smentita) a squallidi ricatti”. Esorta l’esponente dei democratici: “Se c’è ancora qualcuno nel governo che a ha cuore le sorti del paese batta un colpo; il Partito democratico è pronto a sostenere in parlamento e nel paese tutte le misure necessarie per aiutare coloro che perdono il posto di lavoro, famiglie in difficoltà e imprese in affanno sempre più stritolate da banche che non garantiscono crediti”.

Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se attacca il governo che “non fa niente, se non continuare a foraggiare solo banche e banchieri”. Per questo, Rfondazione comunista torna a chiedere che vengano prese misure immediate ed efficaci attraverso un forte intervento pubblico in economia al fine di garantire tutti i posti di lavoro, a partire dall’estensione della cassa integrazione a tutti coloro che perdono il posto di lavoro, siano lavoratori di grandi aziende come di piccole e piccolissime, fino al blocco dei licenziamenti. Inoltre, il segretario del Prc torna a ribadire la necessità dell’introduzione del salario sociale per tutti i disoccupati. “Nessun lavoratore – conclude Ferrero – deve rimanere solo e senza reddito, questo è l’unico modo possibile per uscire dalla crisi economica”.

Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sostiene che la situazione peggiorerà: “Stimiamo che si vada dall’8,4% nel 2009 al 9,3% nel 2010. Il tema vero è evitare che ci sia un peggioramento ulteriore”.
Sul fronte sindacale c’è preoccupazione. Per la leader dell’Ugl, Renata Polverini, è necessario un confronto con il Governo per fermare questa emorragia, mentre per Giorgio Santini (Cisl), non c’è il temuto crollo anche se preoccupa il dato sui giovani. Secondo Antonio Foccillo (Uil) “la situazione non può essere che allarmante”, mentre per Fulvio Fammoni (Cgil) la situazione è “molto grave e il governo non deve minimizzare”.
Ida Rotano

(Tratto da www.aprilenonline.info)